La serie: Prisma 2, 2024. Creata da: Alice Urciuolo, Ludovico Bessegato. Cast: Mattia Carrano, Chiara Bordi, Lorenzo Zurzolo, Caterina Forza, Elena Falvella Capodaglio. Genere: Dramma adolescenziale. Durata: 35 minuti circa/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Prime Video.
Trama: Continuiamo a seguire le vicende dei due gemelli di Latina Andre e Marco e del loro gruppo di amici, impegnati nel non facile compito di essere degli adolescenti in un mondo in continuo divenire.
A chi è consigliato? A chi ama le storie autentiche e genuine, che sappiano cogliere l’incredibile sfaccettatura dell’universo giovanile.
La seconda stagione di Prisma, disponibile su Prime Video dal 6 giugno, riprende le vicende dei gemelli Andrea e Marco – entrambi interpretati dal giovane e talentuoso Mattia Carrano – e del loro gruppo di amici. Nei suoi primi otto episodi, sbarcati sulla piattaforma ormai un anno e mezzo fa, avevamo fatto la conoscenza dei due fratelli, identici nell’aspetto ma profondamente diversi nella personalità e nelle esperienze di vita: Andrea, estroverso e sicuro di sé, è in perenne lotta con la propria identità di genere, mentre Marco, più introverso e riflessivo, cerca di conquistare il cuore di Carola, ex ragazza del suo compagno di classe Daniele.
Se la prima stagione si era conclusa con i gemelli e i loro amici impegnati a trovare il proprio posto nel mondo, Prisma 2, come vedremo nella nostra recensione, mantiene l’attenzione sui medesimi temi fondamentali, offrendo una rappresentazione autentica delle sfide che l’adolescenza e la ricerca della propria unicità portano con sé. Nonostante alcune debolezze nel ritmo della narrazione, la serie ideata da Alice Urciuolo e Ludovico Bessegato rimane una potente lente di ingrandimento sulla vita dei giovani di oggi e sulla complessità dell’identità di genere, resa ancora più incisiva dalle ottime performance del suo cast di giovani talenti.
Identità e accettazione
La seconda stagione di Prisma continua a esplorare il complesso tema dell’identità di genere e del desiderio d’accettazione con grande sensibilità e autenticità, offrendo una rappresentazione profonda e rispettosa di quelle che sono le esperienze degli adolescenti in un campo spesso così insidioso. Se Andrea, nella prima stagione, aveva fatto un passo davvero importante, comunicando al padre la propria natura fluida, la seconda stagione approfondisce ulteriormente questo percorso, mostrando come, diventare veramente se stessi, con tutte le proprie sfaccettature e complessità, sia un viaggio continuo e spesso difficile. Un viaggio di scoperta rappresentato in modo realistico e senza inutile retorica, che rende la storia di Andrea una delle più potenti e della serie.
Dall’altra parte, Marco, fratello gemello di Andrea, cerca di farsi strada in un mondo in cui sente di dover costantemente dimostrare il proprio valore. Questo desiderio di accettazione è esplorato attraverso le pressioni sociali che i giovani devono affrontare, con una particolare attenzione alle dinamiche familiari e del proprio gruppo di amici. In questo senso, la serie mostra come gli adolescenti siano spesso costretti a confrontarsi con aspettative irrealistiche e pressioni esterne che possono influenzare negativamente il loro sviluppo personale e le loro relazioni interpersonali, offrendo uno sguardo critico e riflessivo sulle sfide che i ragazzi devono affrontare nella società contemporanea.
Un’esperienza immersiva
Visivamente, Prisma adotta uno stile dinamico che rispecchia la vita moderna dei giovani, con un montaggio veloce e l’uso di chat box che appaiono sullo schermo, simulando la comunicazione costante attraverso i social media. Questo approccio visivo si integra perfettamente con la narrazione frammentata che salta avanti e indietro nel tempo, offrendo un’esperienza immersiva che riflette la realtà pluridimensionale dei suoi personaggi.
Tuttavia, nonostante il ritmo veloce, la serie a volte risente di una trama troppo diluita, con episodi che sembrano prolungarsi inutilmente, diminuendo l’intensità delle sottotrame. Un aspetto che potrebbe rendere la visione meno coinvolgente per alcuni spettatori, nonostante i temi profondi trattati.
Mattia Carrano: il cuore dello show
Mattia Carrano, nel doppio ruolo di Andrea e Marco, si dimostra ancora una volta straordinario nel rappresentare due personaggi così diversi ma legati dalla comune ricerca della propria identità e di accettazione da parte del mondo. Una performance che rappresenta sicuramente il cuore della serie, anche grazie alla sua innata capacità di dar vita a una vastissima gamma di emozioni e di mostrare profonda comprensione dei conflitti interiori che vivono i personaggi da lui interpretati.
Il cast di supporto, inclusi Lorenzo Zurzolo e Caterina Forza, aggiunge ulteriori sfumature alla narrazione. Tuttavia, i personaggi femminili, come Carola e Nina, a volte sembrano relegati a ruoli secondari, nonostante il loro potenziale per contribuire maggiormente alla trama.
La recensione in breve
Proprio come la prima stagione, Prisma 2 mantiene l'attenzione sui medesimi temi fondamentali, offrendo una rappresentazione autentica delle sfide che l'adolescenza e la ricerca della propria unicità portano con sé. Nonostante alcune debolezze nel ritmo della narrazione, la serie ideata da Alice Urciuolo e Ludovico Bessegato rimane una potente lente di ingrandimento sulla vita dei giovani di oggi e sulla complessità dell'identità di genere, resa ancora più incisiva dalle ottime performance del suo cast di giovani talenti.
Pro
- Il modo genuino in cui vengono raccontati gli adolescenti
- La delicatezza nei confronti di tematiche complesse
- L'interpretazione autentica di Mattia Carrano
Contro
- Alcuni episodi si prolungano inutilmente
- Voto CinemaSerieTV