La serie: Skam Italia 6, 2024. Creata da: Ludovico Bessegato. Cast: Nicole Rossi, Francesco Centorame, Lea Gavino, Maria Camilla Brandenburg, Benedetta Santibelli, Cosimo Longo, Yothin Clavenzani, Andrea Palma, Leo Rivosecchi. Genere: Dramma adolescenziale. Durata: 25 minuti circa/10 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Netflix.
Trama: Protagonista di questa sesta stagione di Skam Italia è Asia, amica di Elia carismatica e determinata che si ritroverà costretta ad affrontare delle importanti sfide personali.
Quella che ha appena debuttato su Netflix è una stagione che ha diviso non poco il fandom di Skam Italia: chi si aspettava un (ancora tanto atteso) approfondimento su Silvia, Federica o Luchino, infatti, è rimasto deluso dalla scelta della produzione di focalizzare questi nuovi episodi su Asia (interpretata da Nicole Rossi), un personaggio introdotto (solo) nella quinta stagione dello show come componente del gruppo delle Rebelde nonché nuova amicizia del veterano Elia. Sta di fatto che, come vedremo nella nostra recensione di Skam Italia 6, questa volta al centro della narrazione dell’amatissimo teen drama italiano ci sarà proprio Asia, una ragazza carismatica e determinata che si ritroverà faccia a faccia con le proprie fragilità, supportata però dalle amiche di sempre e da una new entry, Giulio, il cui arrivo contribuirà ad intrecciare in modo inaspettato le vite dei personaggi vecchi e nuovi.
Un sesto appuntamento che conferma, ancora una volta, la bontà della scelta di andare oltre le quattro stagioni del format norvegese a cui la serie nostrana si ispira, per tracciare un percorso nuovo capace di esplorare in modo sempre più approfondito il mondo degli adolescenti. In particolare, questi nuovi episodi si concentrano sull’impegno politico e sulla presa di coscienza da parte dei giovani. Ma, ovviamente, nello show trovano spazio anche le sfide che i ragazzi devono affrontare nella propria quotidianità: questa volta il tema al centro della narrazione è la contrapposizione tra essere e apparire, che metterà Asia nella condizione di decidere se soccombere ai propri demoni o continuare a (r)esistere. E proprio il personaggio interpretato dalla Rossi, nonostante i numerosi dubbi dei fan, si dimostra una buona protagonista, con tante cose da dire e un’evoluzione stimolante e coerente.
Dialogare, capire, resistere

Quest’anno Asia ha un obiettivo, trionfare insieme al gruppo delle Rebelde alle prossime elezioni scolastiche così da riuscire finalmente a destituire la comitiva di estrema destra al potere e rendere il proprio liceo un posto migliore. Per farlo, decide di organizzare una serie di incontri atti ad approfondire il fascismo del passato con lo scopo di accrescere la consapevolezza sul tema e imparare a riconoscere quello attuale, fatto di violenza verbale e fisica contro le minoranze. Purtroppo, però, le cose non vanno come sperato dall’attivista in erba: nonostante le centinaia di adesioni raccolte, infatti, alla prima assemblea non si presenta quasi nessuno, sfiduciando Asia nel suo nobile proposito di dare il via a una trasformazione radicale tra le mura scolastiche al motto di “Dialogare, capire resistere.”
Ma di cosa c’è bisogno, quindi, per stimolare il cambiamento e, soprattutto, quest’ultimo è davvero possibile? Forse sì, ma non nel modo in cui pensano Asia e le sue amiche. Come spiega loro una conoscenza comune, per vincere le elezioni scolastiche serve più concretezza; a detta sua, gli adolescenti non sono interessati agli inconsistenti discorsi sulla politica ma, al contrario, è la popolarità ciò che conta davvero. Per essere scelti bisogna farsi conoscere, andare alle feste, farsi vedere in cortile, avere dei profili social ricchi di contenuti. Asia si vedrà quindi costretta a trovare un compromesso accettabile tra essere e apparire, cercando di non rinunciare a se stessa e ai propri ideali.
Il bisogno di colmare vuoti

Ma non è solo la sua identità politica ad essere in crisi, anche la sua identità personale inizia a vacillare. Asia si ritrova, infatti, a prendere consapevolezza di un problema che domina le sue giornate in modo ormai quasi inconscio: la ragazza soffre di bulimia, alternando momenti di binge eating alla privazione del cibo, fino ad arrivare ad autoindursi il vomito nei momenti di crisi. Tiene il conto di ogni singola caloria assunta e, di conseguenza, decide se mangiare o meno, se ammazzarsi di attività fisica per smaltire la precedente abbuffata o se concedersi una tanto agognata tregua.
Mangiare rappresenta per Asia una sorta di rifugio emotivo, il disperato tentativo di colmare quel vuoto causato da una madre (legittimamente) spesso assente e da una relazione a distanza che sembra sempre più difficile da gestire. Ma diventa anche senso di colpa, che richiede un’immediata ripresa del controllo attraverso azioni drastiche, delle condotte compensatorie atte ad evitare di prendere peso. La serie si avvicina all’argomento in punta di piedi, mostrando con discrezione e naturalezza quelli che sono i comportamenti tipici di questa terribile malattia ma, allo stesso tempo, evidenziandone anche con serietà le drammatiche conseguenze.
Amore che vieni, amore che vai

Come già accennato, un altro tasto dolente nella vita della protagonista è rappresentato dalla relazione a distanza con il suo ragazzo Ben, che si trova in Ohio, Stati Uniti, per svolgere un periodo di studio all’estero. La ragazza cerca di gestire, con non poche difficoltà, questa storia fatta di fusi orari e quotidianità apparentemente incompatibili ma, invece di accettare la situazione come un’occasione di crescita, si lascia sopraffare da inutili gelosie che finiscono presto per incrinare il rapporto con il fidanzato. Allo stesso tempo, l’arrivo di un nuovo compagno di scuola, Giulio, un ragazzo che si mostra fin da subito particolarmente interessato a lei e al suo attivismo, scatena in Asia gli ennesimi sensi di colpa che dominano incontrastati la sua vita; le incomprensioni con Ben, infatti, la portano a fantasticare sul nuovo arrivato, finendo per mettere in crisi la sua incrollabile integrità morale.
Per quanto riguarda il cast, si tratta di un gruppo di giovani attori sempre molto numeroso ma, allo stesso tempo, ben orchestrato e coeso. Andre Palma nei panni di Giulio rappresenta un’interessante new entry, con un arco narrativo discretamente sviluppato e un peso importante sugli eventi narrati. Continuano poi a ritagliarsi piccoli spazi – anche perché ormai fuori dal liceo – alcune intramontabili componenti della vecchia guardia, come Eva (Ludovica Martino), Silvia (Greta Ragusa), Sana (Beatrice Bruschi) e Federica (Martina Lelio), che rimangono però sempre sullo sfondo senza apportare contributi significativi La loro presenza serve probabilmente solo a dare un senso di continuità al racconto e a strizzare l’occhio ai fan delle prime stagioni dello show; ci sembra quindi impossibile che un eventuale Skam Italia 7 potrà mai essere dedicato a uno di questi personaggi.
La recensione in breve
Questo sesto appuntamento con Skam Italia conferma, ancora una volta, la bontà della scelta di andare oltre le quattro stagioni del format norvegese a cui la serie nostrana si ispira. Lo show mantiene infatti tutta la sua genuinità e delicatezza nell'affrontare anche i temi più spinosi, coadiuvato da un giovane cast sempre numeroso ma perfettamente orchestrato. Anche la sua protagonista, nonostante le perplessità dei fan, si dimostra un personaggio con tante cose da dire e un'evoluzione stimolante e coerente.
- Voto CinemaSerieTV