La serie: Sulla scena del delitto – Berlino, 2024. Creata da: Brothers Beetz. Genere: True Crime. Durata: 35 minuti circa/3 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Nel 2012, una serie di macabri omicidi ha sconvolto la vita notturna berlinese. Il serial killer è rimasto a piede libero fino a quando una delle sue vittime non è sopravvissuta all’aggressione.
Dopo il successo di Sulla scena del delitto: Il caso del Cecil Hotel, Il killer di Times Square e i Texas Killing Fields arriva su Netflix il quarto capitolo del franchise true crime, con un titolo che, per la prima volta, travalica i confini statunitensi diventando internazionale. Sulla scena del delitto – Berlino, infatti, porta sullo schermo una serie di omicidi avvenuti, nel 2012, nel contesto della vita notturna della capitale tedesca, in particolare all’interno del mondo queer. A produrre lo show in tre parti è un sinonimo di garanzia, Joe Berlinger, già dietro a docuserie di punta della piattaforma come Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer e Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione.
Come vedremo in questa nostra recensione di Sulla scena del delitto – Berlino, però, lo show true crime sul Darkroom Killer non è all’altezza del resto del franchise: si limita, infatti, a una mera esposizione dei fatti senza riuscire a dare voce a coloro che potrebbero offrire un’analisi più profonda delle dinamiche sociali e psicologiche alla base degli omicidi, i membri della comunità queer, o a fornire una rappresentazione realistica della vita notturna berlinese.
Darkroom Killer
![L'agente di polizia Andreas Voges.](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/nightlife-killer-andreas-voges-police-891202598-1.webp)
Nel 2012, a Berlino, tre uomini vennero uccisi e derubati dopo essere stati drogati con il GHB, una droga comunemente conosciuta come ecstasy liquida e utilizzata per rendere le proprie vittime manipolabili e prive di volontà. Questi omicidi salirono alla ribalta delle cronache tedesche quando l’assassino, soprannominato successivamente dalla stampa “Darkroom Killer“, agì all’interno di un noto locale gay del quartiere di Friedrichshain, famoso in particolar modo per essere un luogo di incontri sessuali per la comunità queer, il Grosse Freiheit 114. Un caso ritenuto fin da subito molto complesso, a causa dell’assenza di testimoni e di evidenti segni di colluttazione, ma che iniziò ad andare verso una risoluzione quando una delle vittime del serial killer sopravvisse al suo attacco, fornendo così alla polizia informazioni cruciali per la cattura del sospettato.
Tanti punti di vista…tranne uno
![L'unico sopravvissuto del Darkroom Killer.](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/Netflix-2024-crime-TV-series-Crime-Scene-Berlin-Nightlife-Killer-806x453-1.webp)
Nel corso dei tre episodi della serie, vengono esaminati diversi punti di vista e presi in considerazione altrettanti attori coinvolti nei tragici eventi, che spaziano dai poliziotti impegnati nelle indagini ai familiari delle vittime. Particolarmente inquietanti sono le testimonianze dell’unico sopravvissuto, un giovane miracolosamente scampato alla morte dopo la somministrazione di ecstasy liquida da parte del killer; la sua testimonianza aggiunge una dimensione palpabile alla narrazione, sottolineando la drammaticità degli eventi. La voce stessa del serial killer può essere ascoltata fuori campo – soprattutto sotto forma di citazioni dai protocolli di interrogatorio – seppure le sue dichiarazioni apportino poco valore alla narrazione, in quanto l’uomo non fornisce alcun tipo di movente per quanto riguarda l4 proprie azioni.
Purtroppo, però, l’unico punto di vista che non viene sufficientemente preso in considerazione è quello delle persone che abitano l’universo nel quale sono avvenuti questi efferati omicidi, ovvero la gente della comunità queer. La serie non riesce a dare voce a coloro che potrebbero invece offrire un’analisi più profonda delle dinamiche sociali e psicologiche alla base degli omicidi, né a offrire una prospettiva più profonda sul significato di questi tragici eventi per la comunità, mettendo in luce la perdita temporanea di sicurezza in quello che viene descritto come un “mondo colorato e ideale“.
Un’immagine banalizzata della scena notturna berlinese
![Un'immagine della serie true crime Sulla scena del delitto - Berlino.](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/AAAABSZlfV2SJin9nVba82u7IATCkxiFKKFp3qNk8VciuKEUnK7MxRzlzjZrmkq1K3uF3hTtpC44iu2RlYGvP1QXzzcR3EZpY2FD4LKC.jpg)
Il Berghain, leggendario club techno tedesco, rappresenta un punto di riferimento fondamentale di questa docuserie, benché nessuno degli efferati delitti sia effettivamente avvenuto lì, ma nel medesimo quartiere di Friedrichshain. Il club, tuttavia, incarna l’essenza stessa della vita notturna berlinese nonché le sue profonde contraddizioni: da una parte, viene considerato una sorta di luogo del peccato e della perversione, mentre altri lo descrivono come un paradiso di piacere e accoglienza. Ma, nonostante il ruolo cruciale che la vita notturna (in particolare quella queer) della capitale tedesca abbia nei delitti descritti nello show, i tentativi del documentario di rendere conto di questa scena si riducono a inquadrature delle insegne al neon riflesse nelle strade bagnate dalla pioggia, a montaggi di gente che balla e (soprattutto) beve e al frequente utilizzo di musica elettronica.
Un po’ più di equilibrio e oggettività nel mostrare sia i piaceri che i pericoli di questo mondo avrebbe sicuramente reso la visione più coinvolgente. Invece, le voci della comunità queer vengono perlopiù ignorate (o si esprimono solo attraverso le dichiarazione del barista del Grosse Freiheit 114) e lo sguardo sulla vita notturna rimane sempre quella dei poliziotti coinvolti nelle indagini che però, proprio all’inizio del primo episodio, ammettono di non sapere nemmeno cosa sia una dark room o di essere all’oscuro del fatto che la comunità lgbtq+ battezzi dei luoghi nei quali darsi appuntamento al riparo da occhi indiscreti.
La recensione in breve
Sulla scena del delitto - Berlino non è all'altezza del resto del franchise: si limita, infatti, a una mera esposizione dei fatti senza riuscire a dare voce a coloro che potrebbero offrire un'analisi più profonda delle dinamiche sociali e psicologiche alla base degli omicidi, i membri della comunità queer, o a fornire una rappresentazione realistica della vita notturna berlinese.
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