La serie: Sweet Tooth 2, del 2023. Creata da: Jim Mickle Cast: Christian Convery, Nonso Anozie, Stefania LaVie Owen, Dania Ramírez.
Genere: fantasy, drammatico Durata 55 minuti ca./8 episodi. Dove lo abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Un bambino metà uomo e metà cervo dovrà fare i conti con il suo passato e cercare di liberare altri suoi simili, resi prigionieri dagli ultimi umani rimasti.
Due anni fa una piccola serie si aggiungeva al catalogo di Netflix, in maniera quasi invisibile. Evidentemente fu vista da abbastanza persone per poter essere rinnovata per una seconda stagione, che ha visto la luce a fine aprile 2023. Un sacco di tempo per una serie di questo tipo, che fa tremare i denti di quei (lo sappiamo che lo sono) pochi affezionati che si sono legati velocemente alla storia di Gus, il ragazzino di dieci anni metà bambino e metà cervo che va alla scoperta del mondo e dei suoi pericoli. Perché Sweet Tooth due anni fa si era dimostrata una piccola perla nascosta nel vasto catalogo di Netflix, capace di azzeccare il tono del racconto e soprattutto i suoi piccoli protagonisti. Il risultato era una fiaba solare, che si proponeva in maniera meno dura e violenta del fumetto di Jeff Lemire da cui è tratta, e che abbracciava un modo di narrare trasversale che funzionava a dovere.
Tutte caratteristiche che, come vedremo nella nostra recensione di Sweet Tooth 2, sono rimaste ben radicate nella serie creata da Jim Mickle, rendendola di fatto un vero e proprio gioiello. Purtroppo forse troppo nascosto e poco trending.
La trama: ibridi contro umani
Le fila riprendono esattamente da dove avevamo lasciato i protagonisti alla fine della scorsa stagione, con Gus (Christian Convery) rinchiuso insieme ad altri suoi simili e Jepperd (Nonso Anozie) appena ripresosi dalle ferite da arma da fuoco pronto a salvare quel bambino a cui, lentamente, si era affezionato. Nel corso dei due episodi che abbiamo avuto modo di vedere, Sweet Tooth 2 non perde più di tanto tempo e procede veloce come un treno, portando in primo piano il conflitto tra Ultimi Uomini, capitanati dal soldato Abbott, pronti a debellare la minaccia degli ibridi. In questo mondo post-apocalittico si gioca la sopravvivenza della razza umana, anche se gli ibridi sono dei bambini che non conoscono la violenza, se non quella che subiscono.
È un conflitto che traina anche i co-protagonisti della storia che si incroceranno (o sono portati a incrociarsi) tra cui lo scienziato Singh (Adeel Akhtar), anche lui sotto ricatto, sarà costretto a condurre degli esperimenti su Gus, scoprendone piano piano le origini (e già nel secondo episodio verremo a conoscenza di parecchi elementi che doneranno una nuova prospettiva alla storia), l’attivista Bear (Stefania LaVie Owen) e, ovviamente, Jepperd. Fulcro della narrazione è proprio un conflitto tra umani e ibridi che non si risolve solo con le armi, la prigionia e gli ideali degli Ultimi Uomini, ma che coincide con gli stessi ibridi. Nel gruppo di ragazzini costretti a darsi una mano a vicenda per sopravvivere e tentare la fuga, comprendiamo la loro condizione di essere freak e vie di mezzo. A cavallo tra l’essere animali e umani, i piccoli devono fare i conti con la loro identità e sentirsi finalmente sé stessi, lontani dalle etichette semplici che quel mondo diroccato sembra non accontentare più.
Il lato oscuro della serie
Due anni possono sembrare pochi, ma se passano tra una stagione e l’altra, soprattutto in questo periodo saturo di prodotti e opere televisive, rischiano di diventare un grosso rischio. Ce ne accorgiamo subito, appena inizia il primo episodio di questa seconda stagione di Sweet Tooth, che il tempo passato nel riprendere le redini della storia e rientrare in quel mondo è davvero tanto. Ed è così che Sweet Tooth ha un avversario ben più temibile della sua qualità (ne parliamo nel prossimo paragrafo) ed è la percezione nei confronti dello spettatore. Perché queste serie così ben realizzate e anche così emozionanti sono sempre più invisibili nel catalogo di Netflix, più attento a portare in primo piano prodotti da grandissimo pubblico. Sweet Tooth si pone nel mezzo: è una serie che si rivolge a tutta la famiglia, ma fa del suo tono sommesso e delicato il suo punto di forza.
Potrebbe non bastare. Quel mondo e quell’interesse nei confronti dei personaggi appare spettro di un passato dimenticato, tanto che ci si mette un po’ – a meno di non essersi preparati con un rewatch – a rientrare nelle dinamiche e nelle relazioni dei diversi personaggi. Il mondo post-apocalittico di Sweet Tooth continua a essere affascinante, ma la sensazione è quella di essersi persi per strada ciò che lo rendeva così speciale e particolare. Non sorprende più, la serie, se non in quei momenti in cui accarezza il cuore dello spettatore, con semplicità e quella visione del mondo pura, ad altezza bambino, che spesso e volentieri viene dimenticata.
Abbiamo bisogno di serie come Sweet Tooth
Se, però, guardiamo alla qualità della serie non possiamo proprio rimanerne indifferenti. Con un look particolare che riesce a far sposare gli effetti digitali con gli animatronics e il live action, Sweet Tooth riesce a regalare un’atmosfera dura, sporca, ma ricca di meraviglia. Il cast funziona a dovere, anche se va detto che i veri fuoriclasse sono i giovani attori, capaci con una battuta, uno sguardo, un modo di porsi a caratterizzarsi nell’immediato. Non fa eccezione la sceneggiatura che, seppur non perfetta, sa costruire una dimensione favolistica irresistibile, con la voce fuori campo che regala una sensazione di piacere narrativo atipica.
Pur adagiandosi su certi stilemi tipici di Netflix (incredibile come le stagioni numero 2 in qualche modo sembrano appiattirsi rispetto al primo ciclo di episodi), Sweet Tooth 2 eleva la qualità della piattaforma streaming, tanto da sperare davvero di poter evitare – per una volta – la triste notizie di una cancellazione. Perché abbiamo bisogno di serie come Sweet Tooth, diverse nella loro semplicità, uniche nel modo in cui emozionano, piacevoli come una tisana calda poco prima della buonanotte.
La recensione in breve
La seconda stagione di Sweet Tooth 2, di cui abbiamo visto i primi due episodi, conferma la qualità fiabesca e delicata della prima stagione, risultando una serie capace di emozionare con poco e dall'apporto visivo riuscito. Spicca il cast dei giovani protagonisti. Gli anni passati tra le due stagioni, però, potrebbero non catturare più il pubblico come un tempo, rischiando che Netflix possa non rinnovare questo gioiello di storytelling seriale.
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