La serie: The Consultant, 2022. Creata da: Tony Basgallop.
Cast: Christoph Waltz, Nat Wolff, Brittany O’Grady . Genere: Thriller, commedia. Durata: 8 episodi da 30 minuti.
Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video, in anteprima.
Trama: Un nuovo consulente, Regus Patoff, arriva alla CompWare: dice di essere stato assunto con il compito di migliorare le attività della compagnia. E i dipendenti si trovano a far fronte a nuove esigenze e sfide che mettono tutto in discussione….
Alla definizione “oggetti misteriosi” potete da oggi inserire anche la serie che vi raccontiamo nella recensione di The Consultant, disponibile su Prime Video dal 24 febbraio, con un protagonista d’eccezione come Christoph Waltz. La serie è basata sull’omonimo romanzo di Bentley Little del 2015, ed è davvero un oggetto difficile da definire. E questo è il suo pregio ma anche il suo limite. In un mondo come quello di The Consultant si passa da un racconto vicino al thriller a qualcosa che si avvicina alla commedia e al trattato sociologico. Il problema è che The Consultant non ci sembra scegliere una via e finisce per non essere niente di tutto questo. Però ha un protagonista (o antagonista) d’eccezione: Christoph Waltz.
La trama: Christoph Waltz, misterioso consulente
La CompWare è una compagnia di gaming basata su app: non vende i suoi giochi, ma li rende disponibili per mobile, guadagnando dalla pubblicità. Alla CompWare sembra un giorno come tutti gli altri, c’è anche una scolaresca in visita all’azienda, che conclude la sua visita nell’ufficio del fondatore. All’improvviso, però, si sente uno sparo: uno dei bambini ha appena ucciso il capo. Il giorno dopo, senza che lo sapesse nessuno, un nuovo consulente, Regus Patoff (Christoph Waltz), arriva alla CompWare: dice di essere stato assunto con il compito di migliorare le attività della compagnia. E i dipendenti si trovano a far fronte a nuove esigenze e sfide che mettono tutto in discussione…
Protagonista o antagonista?
Protagonista o antagonista, abbiamo detto. Perché il personaggio più carismatico della storia, nonché l’attore più noto, tecnicamente non è il protagonista, colui attraverso il cui punto di vista assistiamo alla storia, ma è l’antagonista. È il mistero, è il pericolo. E, in questo caso, anche la stranezza. Regus Patoff sembra non essere in grado di salire le scale, sembra non sapere (o almeno così dice) assolutamente nulla dell’azienda, nemmeno cosa produce. Sembra svagato, mentre passa il tempo a divertirsi con i nuovi giochini che ha appena scoperto. E passa tutto il tempo in ufficio, apparentemente senza andare mai a dormire.
Non funziona appieno né come thriller né come commedia
Eppure è sadico, ed è sadico il gioco che si instaura tra capo e dipendenti. Si permette di chiamarli a qualsiasi ora, li licenzia se, dallo smart working, non raggiungono l’ufficio entro un’ora. O se non hanno un buon odore. La serie si segue anche per questo, per capire chi sia quest’uomo, per capire cosa combinerà la prossima volta, per capire dove andrà a parare la storia. Che però non riesce ad enfatizzare la tensione insita nel racconto, e la stempera con un tono da commedia che finisce per non far funzionare appieno la storia né come thriller né come commedia.
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
Perché, in fondo, si ride a denti stretti. Perché non c’è, probabilmente, il giusto scarto tra la finzione e la realtà di un mondo del lavoro in cui i lavoratori sono davvero appesi a un filo, un mondo dove “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” come i soldati di Ungaretti. C’è poco da ridere, insomma, anche perché se i curiosi pretesti con cui Patoff fa fuori i dipendenti possono far sorridere, nel mondo reale di pretesti ce ne sono fin troppi.
Il motivo più importante per vedere The Consultant? Christoph Waltz
Il motivo più importante per vedere The Consultant, allora, è proprio Christoph Waltz, attore che, ogni volta che arriva al cinema o in tv, si trasforma sempre in uno di quei personaggi che “amiamo odiare”. È stato così con l’Hans Landa di Bastardi senza gloria e poi con il Walter Keane di Big Eyes, passando per il personaggio di Carnage. Ogni volta che è sullo schermo, Waltz trasforma la cattiveria in qualcosa di surreale, e l’antipatia in qualcosa che fa il giro e diventa simpatia. Maschera quasi unica nel panorama attuale, Waltz ha quel sorriso stampato, quell’aria impassibile che rende i suoi personaggi una continua, e dichiarata, presa per i fondelli. E la cosa funziona anche qui.
Un altro motivo per vedere The Consultant? Brittany O’Grady
Accanto a lui spiccano i due veri protagonisti della storia, i due anfitrioni con cui ci identifichiamo o sviluppiamo empatia. Sono due vere sorprese. Nat Wolff, attore e cantante, è Craig, faccia da bravo ragazzo e un aplomb alla Zach Braff, un personaggio che vorremmo tutti come amico. Ancora di più ci ha colpito Brittany O’Grady, che è Elaine, assistente del defunto numero uno dell’azienda. Volto irresistibile, enormi occhi neri e capelli corvini (ha sangue afroamericano e irlandese), l’abbiamo vista in The Night Shift e The White Lotus. Brittany O’Grady riesce a mettere in scena un personaggio che riesce a trasmettere sia sex appeal che familiarità, che è attraente ma è anche la ragazza della porta accanto, mettendoci a nostro agio mentre ci conduce attraverso questa strana storia.
La recensione in breve
Come vi abbiamo spiegato nella recensione di The Consultant, in questa serie si passa da un racconto vicino al thriller a qualcosa che si avvicina alla commedia e al trattato sociologico. Il problema è che The Consultant non ci sembra scegliere una via e finisce per non essere niente di tutto questo. Però ha un protagonista (o antagonista) d’eccezione: Christoph Waltz.
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