Titolo episodio: Capitolo 21: Il pirata. La serie: The Mandalorian 3, del 2023. Regia di: Peter Ramsey Cast: Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers.
Genere: fantasy, avventura, azione Durata minuti. Dove lo abbiamo visto: su Disney+, in lingua originale.
Trama: Nevarro viene attaccato dai pirati di Gorian Shard. L’Alto Magistrato Greef Karga chiede aiuto.
Non si può dire che Jon Favreau e Dave Filoni non le stiano provando tutte con The Mandalorian. Questo nuovo ciclo di episodi è un continuo salto nel vuoto, imprevedibile e totalmente sorprendente. Ma a quale prezzo? Superata la metà di stagione, la serie di Star Wars disponibile con un nuovo episodio ogni mercoledì su Disney+ cerca di legare tutto ciò che ha raccontato nelle quattro settimane precedenti, eppure – ancora una volta – non risulta del tutto convincente. Cosa sembra mancare, quindi, a una delle serie di punta del catalogo streaming della Casa di Topolino tanto da farla passare quasi sotto traccia rispetto al buzz e all’interesse a cui ci aveva abituato?
Come vedremo nella nostra recensione di The Mandalorian 3×05, anche il nuovo episodio sembra non avere nulla fuori posto: ci sono una lunga scena d’azione, un ottimo intento di visione nell’intrattenere il proprio pubblico, alcuni piccoli ma importanti passi avanti nella trama generale e una messa in scena divertita e spettacolare a cura della mano di Peter Ramsey (regista di quel gioiello che porta il nome di Spider-Man: Un Nuovo Universo). Eppure, mentre i 41 minuti dell’episodio continuano a scorrere, non si può fare a meno di sentire la mancanza di qualcosa. Genuinità, forse. In quello che viene raccontato e nel modo in cui noi ci approcciamo all’opera.
Come procede la trama
Non è un mistero che gli episodi di The Mandalorian hanno una struttura davvero molto particolare. Come fossero porzioni di una storia più grande, ma autoconclusivi in sé (e non a caso si definiscono “capitoli”), fanno procedere la trama orizzontale di The Mandalorian a piccoli passi, mentre si concentrano, settimana dopo settimana, sulla singola sfida che i protagonisti dovranno affrontare.
Non fa eccezione questo Capitolo 21: Il pirata che riprende la storyline apparsa nel primo episodio della stagione e decide di donare una conclusione alla minaccia dei pirati di Gorian Shard, un personaggio esteticamente bellissimo e interessante che avrebbe meritato più spazio all’interno della serie, pronti ad attaccare il pianeta Nevarro. L’Alto Magistrato Greef Karga (Carl Weathers) è costretto, quindi, a portare il suo popolo lontano dalla città e chiedere aiuto alla Nuova Repubblica, nella figura del capitano Teva. Quest’ultimo, però, si scontra con la severa e rigida burocrazia del nuovo governo: Nevarro è un pianeta non ancora riconosciuto dalla Nuova Repubblica e l’unico modo per proteggerlo è quello di rivolgersi ai Mandaloriani.
Seguirà una battaglia sul pianeta Nevarro che porterà una nuova consapevolezza nel gruppo dei Mandaloriani. Forse è arrivato il momento di riprendersi il pianeta, a qualunque costo. Nel frattempo, di ritorno dal viaggio, il capitano Teva trova il relitto di una nave della Repubblica, scoprendo che il pericoloso Moff Gideon è evaso prima di giungere al processo.
Un episodio di… guerre stellari!
È un episodio che, dopo aver accuratamente preparato il terreno, punta tutto sull’azione e sui combattimenti, regalando – finalmente – una battaglia stellare che non sempre siamo abituati a trovare in Star Wars. La regia di Peter Ramsey, che proviene dal cinema d’animazione, risulta un punto a favore per la riuscita dell’episodio. Ramsey tiene sempre in considerazione la fisica del live action, ma osa con qualche inquadratura che farà vivere agli spettatori il brivido del volo. Sono le sequenze più adrenaliniche dell’episodio, che tra esplosioni ad alta velocità e navicelle che sfrecciano, ricordano quella caratteristica di Star Wars attenta al movimento e al montaggio. Più canonica, invece, la regia quando deve seguire i combattimenti sul terreno. Le dinamiche, viste e riviste all’interno non solo della serie ma della saga intera, sembrano riciclarsi una volta di troppo, rompendo quel sentimento di tensione e trasporto che l’episodio vorrebbe provocare.
L’occasione si dimostra perfetta per riflettere sullo stato del brand. Solo fino a un paio di anni fa, The Mandalorian era considerato l’esempio più nobile di come approcciarsi a Star Wars, diventando un vero e proprio fenomeno della cultura pop. Oggi, la sensazione è che molta della forza della serie sia andata persa. Sia chiaro, la serie di Jon Favreau e Dave Filoni non presenta veri e propri difetti tecnici o strutturali (al netto di qualche rischio, come l’episodio 3 di questa stagione) e consegna al proprio pubblico di appassionato esattamente lo show che ci si aspetta, ma forse il problema è proprio questo. In questa stagione così fedele ai canoni di Star Wars, così riverente nei confronti dell’opera di George Lucas, manca quella scintilla innovativa, oseremmo dire genuina nel portare avanti con convinzione la storia di Din Djarin. In attesa dei prossimi episodi che potrebbero risollevare una terza stagione che ancora si fatica a definire.
Gli elementi interessanti
Non mancano, comunque, alcuni elementi interessanti che raccontano molto della situazione in cui il nostro Mando, Grogu e Bo-Katan si muovono. Sono tutti elementi legati al canone e alla mitologia della saga, che gettano più di qualche ombra sull’instaurazione della Nuova Repubblica dopo la sconfitta dell’Impero. Il nuovo governo appare ancora una volta troppo rigido e chiuso in sé stesso, meno attivo del previsto a scapito dei suoi proclami. È interessante notare come un gruppo di guerrieri reietti, che si basano su un Credo allo stesso modo rigido, a paragone sembrano avere meno sfumature di grigio (cosa che via via si è persa all’interno della serie e che rendeva affascinante il personaggio del Mandaloriano) del previsto, risultando eroi più positivi di chi dovrebbe esserlo davvero. In questo racconto in cui la Nuova Repubblica sembra essere destinata a fallire (e sappiamo, grazie alla Trilogia Sequel, che questo accadrà) avvengono gli spunti più interessanti, non troppo esplicitati – complice la natura della serie, più adatta a un pubblico di tutte le età – che gettano uno sguardo che va oltre il semplice intrattenimento.
Così come risulta sempre più interessante l’apertura verso il gruppo all’interno del racconto. Dal solitario Mandaloriano dei primi episodi la serie si è fatta più corale, abbracciando il popolo dei Mandaloriani e dedicando sempre più spazio ai comprimari. Più che una scelta stilistica (necessaria visto che Favreau non ha intenzione di pensare a una conclusione prossima alle vicende di Din e Grogu) il tutto appare coerente con il cambiamento del protagonista interpretato da Pedro Pascal, sempre meno solo e sempre più inserito in quella che non possiamo che definire famiglia.
La recensione in breve
Il quinto episodio della terza stagione di The Mandalorian (3x05) conferma pregi e difetti di una terza stagione a cui sembra mancare una forte identità. La regia di Peter Ramsey valorizza alcune sequenze, ma predomina un ingombrante senso di già visto, al netto di alcuni passi in avanti sia nei confronti della trama che dei personaggi. Per quanto ancora possiamo accontentarci di queste avventure senza sperare in qualcosa di più avvincente?
- Voto CinemaSerieTv