La serie: The Rig, 2023. Creata da: John Strickland. Genere: Thriller, sovrannaturale, drammatico. Cast: Durata: 47–55 minuti ca./6 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video.
Trama: Quando l’equipaggio della piattaforma petrolifera Kinloch Bravo, di stanza nel Mare del Nord, sta per fare ritorno alla terraferma, una misteriosa nebbia fa capolino e interrompe le comunicazioni con il mondo esterno. L’equipaggio sarà così spinto ai limiti della propria resistenza e lealtà e costretto a confrontarsi con forze che vanno oltre la loro immaginazione.
Arriva oggi su Prime Video The Rig, serie tv in sei episodi per gli appassionati di thriller sovrannaturali e che vogliono concludere queste vacanze natalizie con la giusta dose di brividi. Nella nostra recensione di The Rig, vedremo come questa nuova aggiunta al catalogo Prime Video riesca a coinvolgere gli appassionati del genere e giocare bene con le sue ispirazioni senza risultare un blando omaggio a titoli più rinomati. Un attento uso del sound design e una messa in scena curata riescono a consolidare ulteriormente la narrazione di questo thriller ben ritmato, che purtroppo non centra sempre la caratterizzazione dei suoi personaggi.
The Rig, la trama:
La trama di The Rig muove le fila dagli stessi archetipi di “Alien”, “La cosa” e “The Mist”: ci viene presentato un gruppo di operai di una piattaforma petrolifera, tutti in attesa di compiere l’ultima trivellazione prima del loro congedo, ma che si imbattono improvvisamente in una strana nebbia che li isola dal mondo esterno. Inoltre, il loro intervento potrebbe aver risvegliato anche qualcosa di antico e minaccioso, qualcosa che vuole punire l’umanità per aver disturbato l’ordine naturale.
L’incipit parte dunque da questa schiera di personaggi, messi in isolamento in una piattaforma petrolifera del Mare del Nord, la Kinloch Bravo, tagliati fuori da ogni comunicazione e senza supporto esterno. L’equipaggio si ritrova così in balia di una crisi sempre più profonda e in continua evoluzione, tra angosce, lotte intestine e riflessioni ecologiche. Una buona dose di mistero e alcuni inquietanti avvenimenti fantascientifici rendono lo sviluppo di The Rig accattivante sulla carta, anche se l’esecuzione non è sempre all’altezza delle sue premesse.
Un cast ben consolidato, ma non sempre sfruttato al meglio
Il cast di The Rig è composto prettamente da volti giovani e alcuni veterani degni di nota. Non tutti i protagonisti riescono a brillare come dovrebbero, ad alcuni è riservata una caratterizzazione sbiadita e per altri non vi è abbastanza tempo per farli evolvere a dovere. Meritano comunque una menzione almeno gli attori e i personaggi più rilevanti: la severa ma professionale rappresentante della compagnia (Emily Hampshire di “Schitt’s Creek”), che avrebbe desiderato essere una paleontologa, il pragmatico supervisore della piattaforma (Iain Glen), che cerca disperatamente di evitare che i suoi dipendenti esausti e spaventati si facciano a pezzi. Vi è poi il novellino dagli occhi brillanti (Calvin Demba) che aspetta di tornare a casa dalla moglie e dalla famiglia, il robusto comandante in seconda (Richard Pepple), il medico stanco del mondo (Rochenda Sandall), l’ammutinato sconsiderato e brutale (Owen Teale).
“The Rig” si diverte a strizzare l’occhio ai titoli più blasonati ma l’accento viene posto sulla competenza lavorativa del suo cast di personaggi; sono capaci di distinguersi nei loro rispettivi ruoli, ma ognuno di essi è incline all’esaurimento e alla frustrazione che corrompe un’ambientazione già angusta di suo. Più che la natura imperscrutabile della forza che incontrano là fuori, gran parte del fascino della serie sta nel mettere questi personaggi già logori in una pentola a pressione che cambia di intensità a seconda della condizione dei singoli.
Pregi e difetti di una serie ansiogena
Il primo episodio, incentrato sulla presentazione dell’equipaggio, è il piatto forte finora, in quanto riesce a distribuire in modo intelligente le spiegazioni sulle motivazioni dei personaggi e le loro rivendicazioni senza apparire ridondante: in un’ora di narrazione c’è molto spessore riservato ai personaggi. Con l’avanzare degli episodi 2 e 3, il mistero e il pericolo aumentano, ma l’eccezionale sviluppo iniziale dei personaggi perde gradualmente la presa disperdendosi nella suggestiva location. Il lento dipanarsi della trama centrale sembra in contrasto con la promessa della prima puntata, che è propulsiva e risoluta anche nei suoi momenti più tranquilli.
Si è parlato molto del design della produzione e degli effetti visivi dello show: in particolare, questi ultimi sono davvero impressionanti. L’universo narrativo della piattaforma sembra per la maggior parte una location reale, tangibile – sicuramente anche perché alcune sue parti sono state costruite appositamente per le riprese. Tuttavia, dal punto di vista della storia, le enormi dimensioni della piattaforma stessa e del cast fanno sì che alcune delle lotte intestine e della tensione non contengano il mordente necessario. La storia di una base sotto assedio funziona perché si ha l’impressione che i superstiti siano in perenne conflitto l’uno con l’altro, ma la scrittura avrebbe necessitato di una divisione più marcata dei confini stabiliti da questi per restituirci un senso di oppressione maggiore e più d’impatto. Nel complesso, The Rig non è all’altezza di ogni aspettativa: manca una base solida per qualsiasi legame emotivo, ma grazie a un ritmo coinvolgente riuscirà a coinvolgere molti spettatori.
La recensione in breve
The Rig coinvolgerà gli appassionati di thriller, in particolare chi cerca qualche brivido tipico delle svolte sovrannaturali. Un ottimo cast e una produzione curata riescono a sopperire alcune scelte narrative non proprio centrate.
- Voto CinemaSerieTv