La serie: This Is Going To Hurt, 2022. Creato da: Lucy Forbess.
Cast: Ben Wishaw, Alex Jennings. Genere: Medical drama, commedia. Durata: 45 minuti ca./ 7 episodi.
Dove l’abbiamo visto: In streaming su Disney+.
Trama: Adam è un medico specializzando che lavora nel reparto di ostetricia e ginecologia in un ospedale pubblico di Londra. Cerca di essere un buon medico, e di non fare errori, mentre la sua vita privata va a rotoli.
Una serie che si apre con il protagonista che si sveglia, di soprassalto, al mattino, dentro la sua macchina, a pochi passi dell’ospedale in cui lavora, non può che suscitare da subito la nostra simpatia. Se quell’uomo, poi, è un certo Ben Whishaw, la simpatia aumenta ancora. È così che ci si presenta la serie che vi raccontiamo nella recensione di This Is Going To Hurt, medical drama in sette episodi prodotto dalla BBC e diretto da Lucy Forbes, che trovate in streaming su Disney+. This Is Going To Hurt è tratto dell’adattamento delle memorie bestseller di Adam Kay, che raccontano la sua vita da medico specializzando. Da questa prima scena potete subito capire il tono, particolarissimo, della serie. This Is Going To Hurt è una nuova via al medical drama: dolorosa e divertente, ansiogena e spassosa, prende vita da una storia vera e la dipinge con il tipico humour inglese, un tono tragicomico, e un risultato molto empatico.
La trama: metti una mattina nel reparto di ginecologia
Adam (Ben Wishaw), come detto, si sveglia in macchina, ed è già ora di prendere servizio per il suo turno. Mentre sta per entrare in ospedale, incontra una donna che sta per partorire, e la porta con sé in reparto, prendendo una strada alternativa, che lo farà arrivare prima e far nascere il bambino, ma che gli costerà una ramanzina dal primario (Alex Jennings, The Crown). Che, tra l’altro, lo trova, completamente nudo, nello spogliatoio mentre sta cercando di lavarsi dopo che, in quell’intervento, un parto cesareo, è rimasto completamente ricoperto di sangue e altri fluidi, cosa che gli accade a ogni giornata di lavoro. Lavora infatti nel reparto di ostetricia e ginecologia, o “brats and twats” (marmocchi e idioti), come viene chiamato. Nel corso di una giornata di lavoro, riesce anche a litigare con una partoriente perché lei non vuole farsi operare da una dottoressa di colore e, secondo lui, è perché è razzista. Indovinate come va a finire? Un’altra ramanzina. Una doppia ramanzina.
Ben Wishaw, da James Bond a This Is Going To Hurt
E tutto questo è solo l’inizio. Come avrete capito, This Is Going To Hurt è tutta così, un continuo accadere di fatti narrati senza soluzione di continuità. Il ritmo concitato non è una scelta fine a se stessa, ma serve proprio per far capire le condizioni di lavoro di uno specializzando in medicina nel settore pubblico. L’ironia, lo humour inglese, è la via migliore per raccontare la vita paradossale di un giovane medico. E il tono tragicomico della serie non sarebbe stato possibile senza Ben Wishaw, attore che riesce a incarnare in sé tutto quello che è questa serie. Quel volto tra il rassegnato e l’autoironico, quel continuo schernirsi, quell’aria da un lato surreale, la testa fra le nuvole, dall’altra sagace, intelligente, la testa di chi sa sempre come risolvere le cose.
La simpatia per Ben Wishaw ci è scattata subito la prima volta che lo abbiamo visto alle prese con Daniel Craig, in Skyfall, come responsabile della sezione Q. Il momento della consegna dell’equipaggiamento a 007, che nei vecchi film era un momento un po’ solenne, con Wishaw diventava ogni volta una presa in giro, una distruzione del mito. La scena cult del suo Q è stata quella di Skyfall, alla National Gallery di Londra, quando paragona Bond a una gloriosa nave da combattimento che viene dismessa, nel dipinto di William Turner, La Valorosa Témériere. Cioè un relitto. È da questi particolari che si capisce chi sia Ben Whishaw.
Una nave in fiamme che nessuno ti ha insegnato a guidare
“È come pilotare una nave in fiamme che nessuno ti ha insegnato a guidare” dice invece, sempre a proposito di navi, Ben Wishaw nei panni di Adam all’inizio di This Is Going To Hurt. È un’altra coraggiosa metafora, stavolta del suo lavoro. Un lavoro in perdita, visto che la sua tariffa oraria è inferiore a quelle del parchimetro del parcheggio fuori l’ospedale dove lavora. Sì, This Is Going To Hurt è una serie dove si ride per non piangere, uno spaccato, al di là delle risate, piuttosto fedele di quello che è (è stato, la serie è ambientata nel 2006) il servizio sanitario pubblico britannico. E vuole anche essere un omaggio al lavoro svolto dai medici in tutto il mondo.
E.R. che incontra Steven Knight
“È difficile avere una relazione con il tuo lavoro e il tuo carattere” dice ad Adam una sua collega. La vera chiave di This Is Going To Hurt è il rapporto tra vita lavorativa e vita privata, con la seconda che, come potete immaginare, è destinata a naufragare. Quell’intersecarsi tra vita privata e professionale, nel medical drama, è una delle chiavi di un titolo forte del genere che è Grey’s Anatomy. Ma qui è tutto diverso: se nella celebre serie il rapporto tra lavoro e amore è raccontato con toni da soap opera, e in qualche modo ci racconta che le due cose sono compatibili, qui la chiave è proprio l’incompatibilità tra le due sfere.
Il simbolo di tutto questo è il telefono cellulare di Adam, che porta con sé ovunque sul posto di lavoro. Telefonate, e-mail non lette, e chi ne ha più ne metta: Adam è continuamente diviso tra il fare la cosa giusta al lavoro, far nascere bambini, salvare delle vite, e tenere in piedi la sua vita di relazione che gli sta crollando sotto i piedi. Per questo siamo lontani da Grace Anatomy, e This Is Going To Hurt potrebbe essere un E.R. che incontra uno script di Steven Knight (Piccoli affari sporchi, ma in fondo anche Locke), con l’ironia di un Richard Curtis.
La recensione in breve
Nella recensione di This Is Going To Hurt vi abbiamo parlato di una nuova via al medical drama: dolorosa e divertente, ansiogena e spassosa, prende vita da una storia vera e la dipinge con il tipico humour inglese, un tono tragicomico, e un risultato molto empatico. E con un grande Ben Whishaw.
- Voto CinemaSerieTv