La serie: Transatlantic, 2023. Creata da: Anna Winger, Daniel Hendler. Cast: Gillian Jacobs, Lucas Englander, Cory Michael Smith, Ralph Amoussou, Deleila Piasko, Gregory Montel, Corey Stoll, Moritz Bleibtreu, Alexander Fehling, Jonas Nay, Lolita Chammah. Genere: drammatico, storico. Durata: 50 minuti ca./7 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima stampa su Netflix, in lingua originale.
Trama: Una storia corale che racconta le vicende di un gruppo di giovani ribelli che, nella Francia invasa dai nazisti degli anni ’40, unirono le forze e aiutarono centinaia di profughi e artisti ricercati dai tedeschi a scappare in America.
È una storia realmente accaduta quella raccontata in Transatlantic, la nuova serie disponibile su Netflix in sette episodi creata da Anna Winger (già co-ideatrice di Unorthodox) insieme a Daniel Hendler e basata sul libro The Flight Portfolio della scrittrice Julie Orringer. Una storia che ci trasporta nella Francia degli anni ’40, precisamente a Marsiglia, dove il nazismo sta ormai dilagando e i confini vengono chiusi per impedire l’espatrio di profughi ebrei. Andiamo quindi a scoprire insieme qualcosa in più di questa serie nella nostra recensione di Transatlantic.
La trama: la vera storia di un gruppo di giovani eroi
Marsiglia, anni ’40. Anche in Francia ormai dilaga il nazismo, mentre tutti gli equilibri internazionali devono riconfigurarsi per adeguarsi alla nuova realtà che si sta imponendo. In un clima di incertezza e paura, alcuni giovani ribelli si stanno organizzando dando vita all’Emergency Rescue Committee, una organizzazione che sfida le crescenti restrizioni per aiutare profughi (fra cui intellettuali ed artisti di rilievo) e ricercati dai tedeschi a fuggire negli Stati Uniti. A guidarli, c’è Mary Jayne Gold (interpretata da Gillian Jacobs), una ricca e giovane americana che utilizza i fondi del padre per finanziare le operazioni del gruppo.
A lei e al suo alleato Varian Fry si aggiungeranno un numero via via crescente di giovani eroi che rischieranno la vita esponendosi in prima persona per aiutare oltre 2000 profughi. L’organizzazione troverà la sua base operativa in una villa ai margini della città, dove transiteranno alcuni dei ricercati più celebri del tempo. Artisti, scrittori e mecenati si troveranno quindi a condividere lo splendido rifugio con gente comune, creando un ambiente eccentrico e singolare in cui, sullo sfondo di una tensione che si fa sempre più battente, nasceranno amori intensi e nuove alleanze.
Una ricostruzione alleggerita dal peso del dramma
Transatlantic è una storia corale che mette in scena l’eroismo ostinato di un gruppo di giovani che cambiarono la vita a centinaia di persone, sullo sfondo di una minaccia terrificante che prende forma sotto i loro occhi, giorno dopo giorno. La serie sceglie però di smorzare sin da subito la drammaticità della tragedia puntando su una sfumatura da commedia, sfruttando la presenza di Gillian Jacobs (protagonista di Love e Community), che a colpi di cambi d’abito e strategie seduttive costruisce un ruolo in cui l’obiettivo finale è impastato con una sorta di leggerezza ingenua che l’accompagna in tutte le sue azioni, rendendola un personaggio in bilico fra l’appassionato e l’avventato.
E in questo la scelta di una messa in scena quasi patinata e di una fotografia che esalta la leziosità di ambienti lussuosi e luminosi, contribuiscono a non esasperare la tensione narrativa, che anzi è smorzata da momenti che strizzano l’occhio a un certo tipo di commedia. Il dramma c’è, ma è filtrato da un ottimismo che non sfocia in vera e propria disperazione. Sono l’audacia, l’arguzia, l’idealismo, il romanticismo e il vigore della gioventù a essere al centro di questo racconto.
Una parterre di personaggi realmente esistiti
Un nutrito parterre di personaggi noti che hanno fatto la storia dell’arte, della filosofia e della cultura si avvicenda fra le stanze della villa occupata dai membri dell’Emergency Rescue Committee. Personalità di spicco che vanno da Walter Benjamin, filosofo ebreo tedesco che morì suicida per una overdose di morfina (e che, per tragica ironia della sorte, il giorno dopo avrebbe ottenuto il visto di espatrio), passando da Breton e Chagall. Ma non solo: anche la celebre filosofa Hannah Arendt, autrice del saggio La banalità del male (riflessione sugli orrori e sulle condizioni che resero possibili le azioni inumane dei gerarchi nazisti), il pittore rumeno Victor Brauner e Victor Serge, scrittore e rivoluzionario russo. Conosciamo anche la mecenate e collezionista d’arte Peggy Guggenheim, che grazie ai suoi fondi contribuì a mettere in salvo i suoi protetti.
La recensione in breve
La serie Transatlantic ruota intorno alla vera storia di un gruppo di giovani che, nella Francia occupata dai nazisti degli anni Quaranta, salvarono centinaia di profughi ricercati dai tedeschi. Puntando su uno racconto che non indugia troppo nel dramma mantenendosi su toni da intrattenimento, la serie risulta godibile anche se, al contrario delle imprese dei suoi protagonisti, non memorabile.
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