La serie: Tutto chiede salvezza, 2022. Creata da: Francesco Bruni. Cast: Federico Cesari, Andrea Pennacchi, Vincenzo Crea, Lorenzo Renzi, Vincenzo Nemolato, Alessandro Pacioni, Fotinì Peluso, Ricky Memphis, Carolina Crescentini, Filippo Nigro.
Genere: Dramedy. Durata: 45 minuti ca./ 7 episodi. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: Il giovane Daniele, ragazzo sensibile, dopo una crisi psicotica si ritrova nella camerata di un ospedale psichiatrico.
“Non riesco ad aprire gli occhi. Non riesco neanche a chiedere aiuto. Possibile che nessuno si accorga che siamo come una piuma? Basta uno sputo de vento per portarci via”. La recensione di Tutto chiede salvezza, la serie in 7 episodi di Francesco Bruni, liberamente tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, in streaming su Netflix dal 14 ottobre, inizia con le parole di Daniele, il protagonista della storia, dal suo monologo interiore. La storia di un ragazzo che, all’improvviso, si trova in un ospedale psichiatrico per un TSO di una settimana dopo aver avuto una crisi psicotica, è il racconto di un dolore personale, ma diventa qualcosa di universale.
In Tutto chiede salvezza sentiamo chiaramente, per la prima volta, che siamo un po’ tutti così, su quella linea, a un passo dallo stare dall’altra parte. Non c’è un noi e un loro: ma siamo davvero tutti come una piuma, e uno soffio di vento può portarci dall’altra parte. Francesco Bruni firma una serie commovente, ironica, dolorosa a catartica, che aggiunge un altro tassello alla sua poetica iniziata con Scialla e arrivata fino a Cosa sarà.
La trama: quei compagni con cui non hai niente in comune
TSO. Trattamento sanitario obbligatorio. SPDC. Servizio psichiatrico diagnosi e cura. È attraverso queste sigle, fredde, disumante, che Daniele (Federico Cesari), un ventenne con un eccesso di sensibilità, fa la conoscenza con l’ospedale psichiatrico. Dopo una crisi psicotica si risveglia nella camerata di questo posto, insieme a cinque compagni di stanza con cui pensa di non avere niente in comune I medici sembrano dirgli chi è, ma lui sente di non essere quello che dicono. E poi ci sono gli infermieri, che gli sembrano cinici e disinteressati. La madre (Lorenza Indovina) non vuole parlare con lui al telefono. E, una notte, arriva nel reparto una ragazza bellissima e fuori controllo. È Nina (Fotinì Peluso) e lui crede di conoscerla…
Da Scialla a Cosa sarà, un cerchio che si chiude
Tutto chiede salvezza sembra vivere in un continuum con Cosa sarà, il precedente film di Francesco Bruni, film autobiografico che raccontava la sua malattia e la sua rinascita. Entrambi chiusi in un ospedale, entrambi racconti di quell’umana commedia che è fatta di riso e di pianto, di dolore e di ironia. Qui è tutto più delicato e complicato, però, perché stavolta Bruni ci racconta quella malattia che non si vede, quel disagio psichico che spesso viene negato, o additato come stigma.
Se si ha una malattia fisica si è malati, se è di natura psichica si è matti. C’è anche questo nella serie, quella difficoltà di accettare, da parte di tutti, la malattia e di conseguenza la cura. Ma in Tutto chiede salvezza c’è anche il completamento di un arco narrativo iniziato con storie come Scialla, dove c’era già un disagio latente che ritroviamo anche qui. Per Francesco Bruni, per la prima volta alla regia su un soggetto non suo, è un cerchio che si chiude, e un’ulteriore prova di maturità da autore.
Fotinì Peluso, è nata una stella
Quello con Cosa sarà è anche un continuum, perché tornano alcune attrici che avevano contribuito a creare quel mondo. Lorenza Indovina è la madre di Daniele, mentre Raffaella Lebboroni è ancora una volta la dottoressa, diversa da quella di Cosa sarà, ma sempre dotata di quell’umanità che ti fa voler bene ai personaggi. Cosa che con il cinema di Bruni accade spesso. Chi invece è in scena in un ruolo opposto a quello di Cosa sarà è Fotinì Peluso, nel ruolo di Nina, una ragazza totalmente fuori controllo, quando nel film era controllatissima.
Entra in scena e la riconosci subito: gli occhi verdi, il volto fiero, ma stavolta è attraversato da linee nere, quel trucco sbavato che già ci annuncia il dolore. Personaggio sfaccettato e sorprendente, Nina quando entra in scena sconquassa il racconto. Se la sua presenza nella storia sarà ricca di sorprese, non lo è Fotinì Peluso, ormai destinata a diventare una delle star del nostro cinema.
Federico Cesari, bellezza fragile
Ma è tutto il cast ad essere uno dei punti di forza di Tutto chiede salvezza. Federico Cesari, il protagonista, ha una bellezza insolita, carica di fragilità, lavora sulla bocca e sul morso per farci arrivare la tensione, sullo sguardo per comunicarci il suo spaesamento. Accanto a lui c’è il mondo dell’istituzione, un Filippo Nigro in modalità “Cinaglia”, duro, con la mascella serrata e gli occhi di ghiaccio, nei panni del Dottor Mancino, e un Ricky Memphis strepitoso nel ruolo di Pino, l’infermiere ignorante e dai modi rozzi, ma in fondo bonario.
E poi ci sono i pazienti. Andrea Pennacchi è Mario, maestro elementare, colto e sensibile, che però è tormentato dai suoi demoni durante gli incubi notturni. Vincenzo Crea è Gianluca, bipolare e gay, che si invaghisce di Federico, e finisce per diventare suo amico. Vincenzo Nemolato è Madonnina, chiamato così perché invoca sempre la Madonna. E poi c’è Giorgio (Lorenzo Renzi, già visto in un ruolo simile in Matti per il calcio), gigante buono, ma anche iracondo.
Quel superpotere che si chiama empatia
“È tutto senza senso. Se cerchi il senso ti prendono per matto”. Con Tutto chiede salvezza, Francesco Bruni ci vuole dire che il disagio mentale è qualcosa che può capitare a tutti. Capita a chi cerca il senso della vita, a chi porta dentro di sé il dolore per gli altri, o quello di tutto il mondo, a chi ha questo superpotere che si chiama empatia. Lo fa con un film dove i “matti” non sono quei personaggi retti da interpretazioni virtuosistiche come Qualcuno volò sul nido del Cuculo, ma persone normali, come noi.
Così è la vita
Tutto chiede salvezza è un racconto realistico, ma con quel piccolo scarto in più, che ti fa andare oltre, e che ti fa capire ancora meglio la realtà. Vive su uno scorrere naturale degli eventi, eppure è anche pieno di sussulti. È un film a tratti visionario, immaginifico, e non può essere altrimenti, visto che viaggia anche nell’interiorità dei personaggi. Ed è un film commovente, ma mai lacrimevole, perché l’ironia è sempre lì a salvare certe situazioni, a farci fare un sospiro di sollievo, e farci capire che, in fondo, così è la vita.
La recensione in breve
Con Tutto chiede salvezza Francesco Bruni firma una serie commovente, ironica, dolorosa a catartica, che aggiunge un altro tassello alla sua poetica iniziata con Scialla e arrivata fino a Cosa sarà.
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