Da uno a dieci, quanto vogliamo bene a LOL? La risposta la conosciamo tutti. Il programma di Prime Video, prodotto da Endemol Shine Italy, che è giunto alla terza edizione e sarà in streaming dal 9 marzo, ha un posto davvero importante nelle nostre vite. La prima edizione, infatti, è apparsa in streaming sulle nostre smart tv e i nostri tablet e pc nell’aprile del 2021, in un momento molto particolare. Erano ancora i mesi della pandemia e, se non quelli del primo lockdown, eravamo ancora limitati da zone rosse e arancioni e chiusure: non potevamo uscire, non potevamo andare al cinema, non potevamo vederci, non potevamo mangiare fuori e ridere insieme. Tutto questo mentre le notizie ci bombardavano togliendoci ulteriore tranquillità. E allora quel primo LOL è stato una ventata di freschezza, di leggerezza. Per qualche ora abbiamo riso, ci siamo divertiti, non abbiamo pensato più a niente. E, visto che lo vedevamo tutti, è stato un po’ come stare insieme. LOL è stato il programma giusto al momento giusto. E lo è ancora LOL 3, perché anche oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di comicità e di leggerezza.
Fedez e Frank Matano sono gli “host”
La prima sorpresa è graditissima. A presentare la conferenza stampa di LOL 3 è una nostra vecchia conoscenza, la grande Serena Dandini. “Stare in un programma di comici dove non si può ridere è come assistere a un gol di Totti e non poter gridare: gol” ci suggerisce. Accanto a lei, come presentatore, anzi come “host” (già, oggi si dice così) c’è Frank Matano, che presenterà il programma assieme a Fedez. La sua metafora di LOL è un’altra. “Si potrebbero chiudere 10 veneti in uno studio e chi bestemmia esce…” “La risata di Matano sembra un motorino smarmittato o un asino che raglia”, lo accoglie Serena Dandini. In questa edizione Matano ha impersonato Fedez e non è stato facile, ci sono volute tre ore di make-up. In un breve montaggio abbiamo potuto vedere già qualcosa, e anche quest’anno possiamo scommettere che ci sarà da divertirsi.
LOL 3: I concorrenti
Ma ecco i concorrenti. Essere belli e simpatici insieme, si può fare. A lui è successo: è Cristiano Caccamo. È stato manager al Grand Hotel di Rimini prima di diventare assessore di un comune romagnolo, ma per fortuna solo per finta. È Paolo Cevoli. Se la sua voce ricorda qualcuno di familiare non sbagliate: oltre che un talento comico è una doppiatrice. È Marta Filippi. Dopo Antonio Di Pietro è il molisano più famoso del mondo. È Herbert Ballerina. Che non si dica che LOL non ha a cuore la cultura. Lui è laureato e fa parte dei The Jackals. È Fabio Balsamo, il terzo Jackal che arriva a LOL. È qui anche per sfatare gli stereotipi sui napoletani, di porterà la sua versione, un napoletano contemporaneo. Prima di diventare una brillante attrice ha studiato lingue, ed è per questo che è diventata una perfetta bulgara. È Marina Massironi. È un attore di pregio, viene dalla compagnia I cantatori calvi figli della cantatrice calva (ce lo presentano davvero così). È Nino Frassica, nome storico della comicità italiana. Un’influencer e una nuova comica pronta ad esplodere. È Brenda Lodigiani. Sono da anni la coppia più bella del mondo, ma non sono Celentano e la Mori. Sono Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Signore e signori, questo è il cast di LOL 3.
Se Fedez si chiama Ramirez
E con loro si comincia a ridere. Sembra di essere un po’ già a LOL, un po’ nel “Teatro nel teatro” di Pirandello, con una fanfara e le signorine del Cacao Meravigliao che sbucano dalla platea, fantomatici giornalisti che improvvisano domande e microfoni che, all’improvviso, cambiano la nostra voce mentre parliamo. E cominciano a uscire le prime gag che sono andate in scena a LOL 3. Appena entra Fedez nella casa, Nino Frassica lo chiama Ramirez. “Pensavo si chiamasse Ramirez” commenta il comico. “Serena Dandini è anche dentro LOL, ma è stata bravissima, non si è fatta vedere mai. Ha vinto Serena Dandini”. Nino Frassica è stato un concorrente micidiale a detta di tutti. L’entrata di Luca e Paolo, vestiti come le gemelle di Shining, è stato un altro pezzo da Novanta di LOL 3. “Durante la prova costumi ci siamo fatti la pipi addosso dal ridere” commenta Paolo Kessisoglu. “I concorrenti che mi hanno fatto più paura soni proprio Luca e Paolo”, commenta Brenda Lodigiani. “Ho avuto un moto di felicità e rabbia, non mi aspettavo di vederli proprio lì”. “Non mi ricordo chi dei due ha messo la parrucca in mezzo alle gambe e ha tirato su la sottana. Lì mi sono detto: è finita” commenta ridendo Paolo Cevoli.
In studio non si può ridere, ma senti chi ride fuori
C’è un retroscena interessante, che ci racconta Marta Filippi. In studio non si può ridere, ma l’audio dello studio dove ci sono gli host è aperto, e, oltre alla battuta di chi è in gara si sentono le risate degli host e di chi è fuori. Per cui il rischio è doppio. E quest’anno, a ridere, c’è Frank Matano. E come fare non ridere quando Herbert Ballerina si inventa un Edward mani di pane, uno che ti fa con la mano “batti un cinque cereali!”.
Fare o non fare i cavalli di battaglia?
Ma come si sono regolati i concorrenti, hanno improvvisato o hanno portato in scena i loro cavalli di battaglia? “Per me è stato facile, non avendoli!” dice Brenda Lodigiani, che però porterà in scena un’esilarante esibizione di Victoria dei Maneskin. Anche Caccamo risponde sorridendo “io non ho repertorio”. “Ma perché, chi ce l’ha qua?” interviene Fabio Balsamo. A proposito di cavalli di battaglia Marina Massironi accenna un attimo di Natolia, con la sua inconfondibile voce atona.
Un esperimento sociale, o come la scuola di teatro
“Il bello di LOL è che è un esperimento sociale tra i comici, un gioco gerarchico, un senso di inadeguatezza continuo” spiega Frank Matano. “Viverlo da comico, stare in mezzo ai comici per sei-sette ore è davvero una prova fisica”. “Per me è stato come tornare alla scuola del Teatro Stabile” aggiunge Paolo Kessisoglu. “Per la maggior parte del tempo il lavoro somiglia molto alle improvvisazioni che si fanno a scuola di teatro, mi sembrava di tornare a fare cose che non facevo da tempo. Il gioco vero è non ridere, ti concentri su cose brutte, pensi ad altro, fai le facce: ma dopo sei ore è dura. Ha ragione chi dice che è un esperimento sociale”.
Eroi di cui avevamo bisogno: Riposaman
All’improvviso in platea, tra i giornalisti, si leva la voce di Aldo Franciasculli della rivista Molluschi e trattori. Fa una domanda per Herbert. “Come ti è venuto in mente di fare questa cosa?” È Maccio Capatonda. “Oggi mi sentivo un po’ giornalista, volevo estrarmi da questa banda di matti e mettermi in un’altra banda di matti” scherza, con il suo solito fare apparentemente serio. Ci sarà anche lui, in LOL 3, non come concorrente ma al solo scopo di far ridere gli altri. E per loro sarà durissima. “Quando mi hanno chiesto di fare la terza edizione ho detto che volevo fare un ingresso in grande stile” spiega. “Quando mi hanno premiato per la vittoria l’anno scorso sono rimasto lì, per un anno, dentro un divano. Come il protagonista di Castaway”. “In realtà ci sono rimasto per due ore” confessa. “Volevo dare l’impressione di stare tantissimo là dentro e che loro non se ne fossero accorti”. La cosa che ci fa ridere ancora di più è che Herbert aveva assicurato agli altri: “Maccio non c’è sicuramente, l’ho sentito ieri”. Maccio ha inventato un personaggio straordinario, un omaggio a Lillo e Posaman: è il suo successore. “È Riposaman, ha il potere di avere la supervoglia non fare un c.., è un eroe dei nostri tempi” ha svelato Maccio. “È l’impermanenza delle cose: quando lo chiamano va a riposare. E dorme per tutto il tempo necessario perché il problema venga risolto. Qual è la kryptonite di Riposaman? La cocaina!”.
Quanto la comicità è messa a dura prova dal politicamente corretto?
Ai concorrenti viene chiesto quanto oggi la comicità è messa a dura prova dal politicamente corretto. “LOL dura sei ore, ne passi altrettante prima con gli avvocati per capire che cosa non puoi dire” risponde sorridendo Luca Bizzarri. “Io avrei ammazzato un parente per far ridere uno di loro. Quindi non mi sono sentito limitato dal politicamente corretto. Ho visto tanti LOL esteri dove vanno abbastanza pesante. Sapevo che dovevo giocarmele tutte, e mi sono giocato anche Bizzarri in mutande. Ma non ha avuto effetto”.
Quanto conta l’improvvisazione?
Frank Matano ha spiegato anche quanto si preparino le gag e quanto conti l’improvvisazione. “In preparazione ti confronti con gli autori” racconta. “Non sempre funzionano le gag di repertorio, il numero deve funzionare per l’estemporaneo. Allora l‘improvvisazione è nella reazione degli altri, che non sanno cosa ti sei preparato”. In tanto divertimento c’è stato anche un momento di serietà e di solidarietà per i doppiatori, che lavorano senza un adeguamento del contratto da due anni. “Sostengo lo sciopero del doppiaggio, che sta andando avanti da due settimane” spiega Marta Filippi, che è anche doppiatrice. “C’è un contrato fermo da due anni. Il doppiaggio è un prodotto di eccellenza, un valore aggiunto, non una scelta imposta ma un’alternativa”.