Netflix annuncia la stretta sulla condivisione delle password: all’interno della lettera agli azionisti in occasione dell’assemblea consuntiva di fine anno, l’azienda proprietaria dell’omonima piattaforma streaming annuncia che entro la fine del trimestre corrente (quindi, ragionevolmente, per la fine di marzo) si arriverà a una implementazione su larga scala dei piani che prevedono un pagamento extra per la condivisione dell’account al di fuori del nucleo familiare, dopo la sperimentazione condotta in alcuni mercati sudamericani.
Nella lettera, Netflix specifica comunque che il proprietario di un dato account potrà, esattamente come accade oggi, continuare a vedere i contenuti della piattaforma in mobilità, sia da cellulare che su televisore; ribadiamo che non sono state chiarite in alcun modo le modalità di implementazione di questa funzione, alla luce delle novità in arrivo.
Al momento, non sono nemmeno noti altri dettagli, né in relazione ai prezzi, né alle effettive tempistiche di attuazione delle modifiche, ma secondo fonti interne all’azienda, l’idea sarebbe quella di proporre, almeno per il mercato statunitense, un prezzo di poco inferiore a quello attualmente richiesto per usufruire del piano con pubblicità lanciato lo scorso novembre (e che in Italia costa 5.49 euro); così facendo, si incentiverebbero coloro che usano account di altri, a crearne uno nuovo, e personale, a costo contenuto.
Greg Peters, appena nominato co-CEO dopo il passaggio di Reed Hastings ad altro ruolo, ha giustificato la scelta, da un punto di vista prima di tutto economico: “Stiamo cercando di abbinare tutte le nostre proposte a quello che può essere il loro prezzo corretto, dal punto di vista delle esigenze di mercato.” Tuttavia, dietro questa decisione, sembrano nascondersi ragioni decisamente più opportunistiche: “Vogliamo dare una spintarella a quelli che noi chiamiamo i casual sharers, cioè tutti coloro che potrebbero pagare per avere un account proprio, ma siccome non devono pagare per averlo, allora semplicemente ne prendono in prestito uno già esistente; vogliamo convincere queste persone a cambiare strategia, magari facendo in modo che la transizione dei propri contenuti da un account all’altro, risulti facile ed immediata.” Già nel corso dei mesi di prova effettuati sul mercato latino, infatti, è stata testata la possibilità di trasferire, dal vecchio account (quello “in prestito”) al nuovo, le informazioni del profilo, le preferenze, e la cronologia di visione.
Proprio dall’esperienza nei paesi sudamericani, Peters ha tratto alcuni possibili insegnamenti: si ritiene infatti, che a causa di questa mossa, si verificherà un’ondata di cancellazioni, almeno sul breve periodo: “Ci attendiamo un certo numero di cancellazioni degli abbonamenti, in tutti i mercati in cui introdurremo la condivisione a pagamento, e la crescita degli abbonati, sul breve periodo, subirà un arresto; ma nel momento in cui, coloro che prima prendevano in prestito un account, attiveranno il proprio, e a loro volta pagheranno l’extra per poterlo condividere con altri, allora ci aspettiamo una crescita complessiva dei profitti, che è poi esattamente lo scopo per il quale sono state e saranno introdotte queste modifiche ai piani e ai prezzi.”