Andrea Sainato, nato nel 1961 e morto in mare il 29 agosto 2023 a Sapri, era il padre dell’influencer e personaggio televisivo Gianmaria Sainato. L’uomo era un barbiere aveva un’altra figlia, oltre a Gianmaria, ed era sposato Angela Mirabelli, più grande di lui di 16 anni. Tra padre e figlio, per ammissione di Gianmaria, i rapporti non erano idilliaci a causa di un problema “delicato” non meglio specificato.
Andrea Sainato è morto la mattina del 29 agosto, a Sapri, mentre faceva il bagno in mare. L’uomo si era tuffato nonostante il mare fosse agitato ed è stato poi notato da un poliziotto fuori servizio, che aveva visto un corpo esanime in acqua. L’agente ha recuperato Sainato e ha provato a soccorrerlo, in attesa del 118, ma non c’è stato nulla da fare. Il Corriere riporta che sono stati fatti anche degli ulteriori tentativi di rianimazione con il defibrillatore, invano. Al momento in cui scriviamo non è chiaro se Sainato sia annegato oppure se sia stato colto da un malore.
Come riporta Fanpage, a giugno 2023, durante la sua partecipazione a L’isola dei famosi, Gianmaria Sainato aveva parlato del rapporto complicato con suo padre, spiegando che non si parlavano da 11 anni e che i contrasti con Andrea lo hanno portato ad andar via di casa a 18 anni. Ho avuto un passato difficilissimo con mio padre. Non ci ha fatto vivere bene in famiglia. Si tratta di una cosa delicata, che si può risolvere solo se uno decide di volerlo. Abbiamo provato ad aiutarlo, ma non ha mai voluto risolvere. Per me ha la colpa di troppe cose. A meno che lui non deciderà di provare a cercare di risolvere questa sua problematica per star meglio con sé stesso e con noi, fino a quel momento non gli parlerò. Mia sorella gli parla ad alternanza. Ma spesso anche lei non gli parla perché è arrabbiata. Adesso gli direi di curarsi! Mia mamma è molto crocerossina e non l’ha mai cacciato di casa anche soffrendo. Soffre ancora a vivere una situazione di forte disagio.”
“Sono arrabbiatissimo e deluso” – aveva proseguito Gianmaria Sainato – “Sono nato in quel problema e dall’infanzia all’adolescenza ci ho dovuto convivere. Poi a 18 anni sono scappato a Milano. Sono fuggito da quel problema perché non ne potevo più. Sarei il primo a tornare a parlare con lui se si iniziasse a curare davvero”