Nel salotto informale di Belve, il “pesce – palla” Fedez (“se lo tagli male e te lo mangi, muori. Io sono così, bisogna sapermi prendere”) ha svelato per la prima volta i dettagli della sua infanzia difficile, confessando di aver tentato il suicidio a 18 anni, al culmine di un periodo di forti sperimentazioni con le droghe, soprattutto gli stimolanti della serotonina, come l’MDMA.
Il rapper non fa sconti al suo passato, anche se “mi sembra di parlare di dieci vite fa“, dice, aprendosi senza censure
Ho preso droga per un anno, è stato breve ma intenso. Cocaina poca, soprattutto stimolanti della serotonina, non volevo aumentare la mia aggressività, ero alla ricerca del piacere. Poi, a 18 anni, ho tentato il suicidio, mi sono tagliato le vene, perché questo tipo di droghe, in quanto stimolatori di serotonina, ti rendono più prono alla depressione. Poi ho smesso, anche grazie all’aiuto di chi mi stava vicino. Ora so cosa significa una dipendenza
Una svolta drammatica, ma in qualche modo congrua con il vissuto tormentato del Fedez adolescente di periferia: “In strada devi saperci stare. C’è chi in strada ci nasce, ma non riesce a viverci. Come accade dappertutto, anche per la strada ci sono predatori e prede. Io per un bel po’ sono stato una preda. Cercavo di farmi rispettare, ma poi le prendevo; ne ho prese tante, cercando di diventare predatore“.
Un modo per sfuggire a queste dinamiche? Qualcuno direbbe l’istruzione. Fedez, però, non sembra convinto: “Non è un titolo di studio a determinare il valore di una persona, poi sì, studiare è importante, ma ad esempio mia madre, che è una ‘non studiata’ come me, ha fatto fruttare la mia azienda, come amministratrice delegata, più di quanto abbiano saputo fare figure professionali, dei veri manager: io ho lasciato la scuola in quarta superiore, per aprire un negozio di tatuaggi con la mia fidanzata di allora; ho cercato di fare il recupero anni, ma non avevo abbastanza soldi“.