Eva Sacconago è che subì abusi sessuali da suor Mariangela Farè da quando aveva 14 anni, restando coinvolta in una relazione con la religiosa. I genitori scoprirono il calvario della figlia leggendo i suoi diari. Eva si è suicidata all’età di 26 anni. La suora ha scontato tre anni di carcere ed è stata liberata il giorno del compleanno della sua vittima. Di seguito ripercorriamo tutto il caso, nel quale è coinvolto anche un prete, don Alessandro Bonura.
La discesa agli inferi di Eva Sacconago iniziò nel 1988 quando, a dodici anni, i genitori decisero di iscriverla al Centro Primavera dell’oratorio di Busto Arsizio, che aveva come responsabile suor Mariangela Farè della congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La suora, che all’epoca aveva intorno ai quarant’anni, iniziò subito a manifestare un interesse particolare per la ragazza e giorno dopo giorno riuscì a conquistare la sua fiducia. Il rapporto diventò sempre più intimo e, di pari passo, crescevano i disagi psicologici di Eva.
Il cambiamento della ragazza fu repentino, lasciò l’attività sportiva, perse peso, si incupì, i genitori le chiesero spiegazioni ma non ottennero risposte. Fu allora che la madre Giovanna decise di violare la privacy della figlia. Frugò nei cassetti di Eva trovando il suo diario. Quando iniziò a sfogliarlo scoprì i racconti degli abusi subiti dalla ragazza. Inoltre, all’interno del diario, erano custoditi anche i bigliettini della suora e alcune lettere. Mariangela Farè si rivolgeva alla ragazzina chiamandola amore e c’erano riferimenti espliciti a baci sulle labbra.
I genitori affrontarono la suora, le chiesero spiegazioni, poi portarono i diari e le lettere al parroco. Il prelato voleva denunciare Mariangela Farè, ma la superiora, come spesso succede in questi casi che coinvolgono il Clero, optò per un trasferimento e la mandò a Catania.
La distanza non fermò l’ossessione di suor Mariangela, le telefonate e i messaggi continuarono. Il rapporto tra lei ed Eva non si è mai interrotto, tanto che la suora, nel 2006, trovò un posto da segretaria alla ragazza presso l’Istituto di Pavia dove lei si era trasferita.
Passano altri anni, nel 2011, Eva rivelò ad un’amica che aveva intenzione di lasciare l’oratorio. I parrocchiani avevano messo in giro brutte voci su di lei e Don Alessandro Bonura.
Il prete, Don Alessandro Bonura, non è mai stato portato in tribunale, eppure sembra che la ragazza e Don Alessandro avessero iniziato una relazione, suscitando la reazione violenta di suor Mariangela. Nel processo di appello, come si legge su Il Giornale, fu rivelato che il 21 giugno del 2011, Eva Sacconago, prima di suicidarsi, mandò un sms al prete scrivendo: “Pinguino mio, ti voglio salutare. Ti voglio bene, non essere troppo triste perché ti guardo ogni volta che cerchi una stella”. In aula Franco Martelli, lo psichiatra che, per conto del Tribunale, ha analizzato gli scritti di Eva, ha detto che la ragazza era alla: “ricerca ossessiva di supporto” senza avere patologie tali “da farle perdere la bussola”. In parrocchia, dove aveva cercato conforto, aveva trovato solo persone che l’avevano portata nel loro letto, come suor Mariangela e Don Alessandro, ha sostenuto il perito psichiatrico.
Di diverso avviso la perizia psichiatrica firmata dalla dottoressa Monica Scotta (riportata da Prealpina.it) che smentisce il rapporto consensuale tra le due: “È riconoscibile in Eva adolescente un disagio psichico relazionale che è perdurato nel corso degli anni, strutturando in età adulta un disturbo psicopatologico inquadrabile in un disturbo di personalità senza specificazione, con tratti dipendenti e tratti borderline. Tale disturbo esordito in età adolescenziale ha inciso pesantemente a livello relazionale. Il disagio psichico relazionale presente nell’adolescenza e il disturbo di personalità in età adulta, che la condurrà al suicidio, hanno condizionato il funzionamento psichico e la capacità di decidere di Eva, ponendola in uno stato di inferiorità psicofisica. Su queste basi il consenso espresso da Eva non può che essere stato un consenso viziato”
Franco Martelli sottolineò la differenza dei due rapporti, i messaggi della suora alla ragazza erano fin troppo espliciti: “Aprimi e bagnami della tua tenerezza”, scriveva Mariangela Farè. Le lettere scritte da Eva Sacconago a Don Alessandro erano più tenere: “Mi sono accorta che quando dormi da me la mia giornata inizia meglio”. Secondo quanto riportato nello stesso articolo del quotidiano milanese, i due erano soliti passare il venerdì insieme.
Suor Mariangela Farè è stata condannata in tutti e tre gradi di giudizio. La Cassazione confermò i 3 anni e mezzo di reclusione. Nella sentenza venne scritto che la suora, nei confronti di Eva, aveva avuto “condotte persecutorie” sfociate in “Violenze sessuali vere e proprie dal 2010 al 2011“. Per i giudici i comportamenti della suora “avrebbero minato la stabilità psichica di chiunque”.
Suor Mariangela Farè ha scontato la pena è ed è uscita dal carcere il 4 settembre 2021, “proprio nel giorno del compleanno della nostra piccola, che coincidenza”, ha detto il padre della ragazza al Corriere della Sera aggiungendo: “Siamo arrabbiati perché non sappiamo dove sia la signora Farè dalla quale non abbiamo mai ricevuto delle scuse personali e che non ci ha mai versato il risarcimento di 50 mila euro previsto dal giudice. Sappiamo che sono state previste pene accessorie. Sappiamo che è libera ma dove e cosa possa fare ancora non ci è dato di saperlo. Siamo preoccupati per quanto possa fare ancora ad altre persone come Eva”.