Tra i protagonisti dell’ultima puntata de Le Iene Show c’è anche Genny Terremoto, ovvero Gennaro Panzuto, spietato boss di camorra che è diventato collaboratore di giustizia. Panzuto ha deciso di raccontarsi a Giulio Golia, spiegando che la sua sfida è quella di non morire da delinquente. Il video quello della sua storia ha ricevuto molti commenti sui social.
Le sue parole fanno capire come Gennaro Panzuto stia lottando contro i suoi demoni. “Entrai come braccio armato di mio zio, poi nel 1998 arrestarono mio zio (Rosario Piccirillo ndr)”. Così a venticinque anni diventa il boss dei Piccirillo. “Mi chiamano Terremoto per le mie colluttazioni. Ero molto rispettato nel quartiere, subito ha avuto empatia con me”. Per lui poi è iniziata una guerra contro il clan avversario: “Hanno ucciso tutti i miei migliori amici“. Da lì Napoli è stata colpita a fuoco diventando come dice lui “una nuova Beirut“.
Arriva il pentimento: “Nulla mi giustifica. Non ho mai ammazzato o ferito una persona che non faceva parte di quel contesto, questo non mi assolve. Non ho mai ucciso donne o bambini”. Oggi spera di poter fare qualcosa: “Voglio provare a far capire a quei giovani che ora sono come ero io, che potrebbero diventare degli animali anche loro. Se riuscissi a salvarne qualcuno sarebbe come aver salvato me stesso. Vorrei essere un valore aggiunto per la società, non un valore perso. Quando morirà non lo farò da delinquente”.