La nota azienda Bauli, specializzata in prodotti dolciari, negli ultimi giorni è stata colpita da una raffica di critiche per lo spot pubblicitario dedicato alla briochina Buondì. Nel video si vede una fatina uccisa come se fosse una zanzara o una mosca. Ma alle polemiche la Bauli ha deciso di reagire con sarcasmo e leggerezza.
Ad ogni modo sono bastati appena 15 secondi di spot per far scatenare un vero e proprio dibattito pubblico. A criticare fortemente questo prodotto pubblicitario è stata la pagina social Æstetica Sovietica, che si occupa di analisi sociale, stereotipi di genere e rappresentazione delle minoranze.
“Direte voi: ma è una fatina! Nemmeno esistono le fatine, davvero stiamo discutendo della violenza su un essere fantastico con le ali ricoperte di polvere magica? La risposta è sì, se la fatina ha le sembianze di una persona, in particolare di una donna.” – commenta la pagina in un post su Instagram – Sì se ci infastidisce il suo tono di voce, e non possiamo prescindere nemmeno dal fatto che si tratti di una voce femminile, in un mondo che fa costantemente tone policing alle donne; sì, se schiacciarla è la seconda cosa che fai quando la contraddici e continua a parlare. (…) A validare la violenza di genere esiste un immaginario assai ricco che abbiamo quotidianamente, un poco alle volta, assorbito“.
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Numerosi i commenti degli utenti a sostegno di questa presa di posizione: “Ma a chi vi rivolgete per fare delle pubblicità così diseducative e violente? Si ammazza una fatina spiaccicandola, mah non ne azzeccate una” scrive qualcuno sul canale YouTube dell’azienda.
“Dopo questo spot, non comprerò mai più prodotti di questa marca” chiarisce un altro utente. A questi commenti i social media manager della ditta Bauli hanno deciso di rispondere in maniera ironica, scrivendo frasi del tipo “DISCLAIMER: Nessuna fatina è stata realmente danneggiata per la realizzazione di questi spot…ad ogni modo noi troviamo lo spot FATAstico”. La reazione della ditta ha portato a numerose repliche avviando un circolo vizioso apparentemente senza fine.
Sotto il loro post c’è chi scrive: “Associare una pubblicità a un crimine realmente avvenuto, forzando l’analogia, è più scandaloso del fantomatico messaggio di odio che trovate nella pubblicità stessa. Analisi pretestuosa a dir poco” o ancora “Ma per piacere… che pesantezza”. Ad ogni modo le polemiche non sembrano placarsi, vedremo come si comporterà la Bauli nel prossimo spot.