Ripercorriamo la storia di Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore, la coppia al centro di un caso di omicidio a Caivano (Napoli). Maria Paola fu uccisa dal fratello Michele Antonio Gaglione, perché lui e gli altri familiari erano contrari alla sua relazione con un ragazzo trans. Fu Gaglione infatti a causare l’incidente in cui morì Maria Paola.
Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore si conoscono nella villa di Caivano, a Napoli nord, ma sin dagli inizi, la famiglia di lei ostacola in tutti i modi la loro relazione. Lui è un ragazzo transgender ma, secondo i Gaglione, l’orientamento sessuale di Ciro non è alla base del loro risentimento “Eravamo preoccupati per Paola, ma non per le sue scelte sentimentali o sessuali” – dichiarano i genitori dell’omicida e della vittima – “Nella nostra famiglia non c’è spazio per l’odio verso il prossimo né per la discriminazione per motivi sessuali”. Di diverso avviso, la madre di Ciro, che su Facebook, all’indomani dell’incidente, accusa Michele Antonio Gaglione di aver commesso “deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans”.
I contrasti familiari spingono Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore ad andare a vivere insieme. La ragazza, 18 anni, fa le valige per trasferirsi a casa di Ciro. Questa decisione avrebbe spinto Michele ad inseguire i due fidanzati, la notte tra il 10 e l’11 settembre 2020. Alla guida dello scooter c’è Ciro, dietro di lui Maria Paola. Michele, non riuscendo a fermarli, li insegue sferrando un calcio allo scooter in corsa, incurante delle conseguenze.
Mentre percorrono una curva, il motorino guidato da Ciro, dopo l’ennesimo calcio di Michele, perde aderenza e finisce fuori strada. Paola cade sbattendo contro un tubo per l’irrigazione e muore sul colpo. Ciro, ancora a terra, viene picchiato dall’assassino, che lo accusa di aver “plagiato e infettato” la sorella.
Michele Antonio Gaglione ha sempre detto che non voleva uccidere la sorella “Non ho provocato l’incidente. Volevo solo chiederle di tornare a casa perché aveva fatto le valigie ed era scomparsa, tutta la famiglia era disperata”.
Diverso il racconto di Ciro al Corriere della Sera: “Non volevano che stessimo insieme perché dicevano che eravamo due femmine. Ma non è vero. Io non sono una femmina. Avevo 15 anni quando ho capito di essere un uomo, mi sentivo e mi sento un uomo. E Maria Paola mi ha sempre amato come uomo”.
Nel maggio del 2022 la Corte d’Assise di Napoli ha condannato Michele Antonio Gaglione a nove anni e sei mesi di carcere. La Procura aveva chiesto 22 anni di carcere per l’omicidio volontario di Maria Paola e il tentato omicidio di Ciro. I giudici hanno derubricato i reati in omicidio preterintenzionale e lesioni. All’imputato, in quanto incensurato, sono state riconosciute prevalenti le attenuanti generiche.