È di scena il Nabucco di Giuseppe Verdi stasera su Rai3 alle 21:20, ultimo appuntamento con la lirica del ciclo dedicato dalla terza rete RAI alla grande opera dall’Arena di Verona. Per gli spettatori sarà possibile seguire l’opera anche in streaming, stasera e per tutto il resto della settimana, grazie al portale gratuito RaiPlay.
L’allestimento e i costumi sono firmati dal regista Arnaud Bernard che “riporta” Nabucco nel pieno del nostro Risorgimento. Sul podio di Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona, Daniel Oren; maestro del Coro, Ulisse Trabacchin. Il commento e la regia televisivi sono, rispettivamente, di Luca Zingaretti e di Fabrizio Guttuso Alaimo.
Composta tra il 1841 e il 1842, il Nabucco – o Nabucodonosor, come originariamente voluto dal compositore – è la terza opera di Giuseppe Verdi, in quattro atti, su libretto di Temistocle Solera. Di seguito, la trama in quattro atti.
Atto I Nabucodonosor, re di Babilonia, ha assediato Gerusalemme. Gli Ebrei e i Leviti, rifugiati nel Tempio di Salomone, invitano le vergini a pregare perchè il Signore li salvi.
Il Gran Pontefice Zaccaria porta però buone nuove: Fenena, la figlia di Nabucco, è stata catturata e verrà usata per far pressioni su suo padre affinchè retroceda con l’esercito.
L’ingresso di Ismaele, nipote del re di Gerusalemme Sedecia, porta però scompiglio: il sovrano di Babilonia si sta rapidamente avvicinando con le sue truppe. Tutti i presenti escono per fronteggiare gli invasori, solo Ismaele e Fenena restano nel Tempio.
Si scopre che i due ragazzi si conoscono molto bene: era stata proprio Fenena, infatti, a liberarlo quando era stato fatto prigioniero a Babilonia, e ora Ismaele farà di tutto per restituire la libertà alla sua amata.
Durante il tentativo di fuga, però, nel Tempio irrompono dei Babilonesi travestiti da Ebrei, capeggiati da Abigaille, l’altra figlia del re Nabucco, che accusa Ismaele di aver tradito il suo popolo per una nemica.
Il giovane potrà salvare gli Ebrei se accetterà di sposare Abigaille ma Ismaele rifiuta; gli fa eco Fenena che ha deciso di convertirsi al dio di Israele.
Zaccaria e gli altri accorsi contro Nabucco fanno ritorno nel Tempio ma Abigaille annuncia l’arrivo di suo padre: il re Nabucodonosor fa il suo ingresso trionfale.
Mentre Fenena implora pietà per il popolo degli Ebrei, il sovrano babilonese si paragona a un Dio. Il sacerdote Zaccaria fa un gesto estremo: tenta di uccidere Fenena ma Ismaele lo ferma e libera l’amata.
Mentre Nabucco ordina la distruzione del Tempio, gli Ebrei inveiscono contro Ismaele.
Atto II Abigaille scopre di essere una figlia illegittima e di non poter aspirare al trono di Babilonia. Nel frattempo Fenena, nominata reggente del padre, sta liberando gli Ebrei.
Il Gran Sacerdote Belo spinge Abigaille a detronizzare la sorella, vista la voce ormai diffusa della morte di Nabucco in guerra.
Nel frattempo Zaccaria, che sta istruendo Fenena sulle tavole della legge, difende Ismaele contro il suo popolo, ricordando a tutti che non ha liberato una babilonese ma una nuova ebrea convertita.
Irrompono però Abigaille e il Gran Sacerdote di Belo, decisi a derubare Fenena della sua corona dopo la morte del re babilonese. Ma Nabucco è vivo! Il sovrano ripudia tanto il dio dei Babilonesi quanto quello degli Ebrei e, in un impeto di follia, si autoproclama divinità. Colpito da un fulmine, il re viene soccorso da Fenena e derubato da Abigaille.
Atto III Abigaille finge di voler salvare il popolo degli ebrei per scrupolo verso sua sorella. Lo stesso Nabucco implora che Fenena venga risparmiata, ma Abigaille ordina che venga riportato nelle sue stanze.
La nuova sovrana nega clemenza verso la sorella e rivendica il proprio ruolo di figlia, ma Nabucco, infuriato per la sua arroganza, la apostrofa come “schiava”. Abigaille, in preda all’ira, distrugge la pergamena che attesta il suo stato di sottoposta. Il sovrano non ha più potere su di lei, chiede clemenza per sè e per sua figlia ma Abigaille lo fa imprigionare.
Nel frattempo gli Ebrei prigionieri, sulle sponde dell’Eufrate, intonano un canto di nostalgia: è il celebre coro Va, pensiero, sull’ali dorate.
Atto IV Nabucco rinsavisce, appena in tempo per vedere Fenena portata al supplizio. Nel tentativo di salvarla cerca di evadere dalla sua stanza ma la porta è chiusa. Solo e disperato, implora il dio degli Ebrei affinché salvi sua figlia: come promessa quella di ricostruire il Tempio di Gerusalemme e di distruggere quelli del dio Belo.
Nel bel mezzo della preghiera, piomba nella stanza di Nabucco il fedele ufficiale Abdallo seguito da un gruppo di soldati: la spada torna nelle mani del legittimo sovrano, che è pronto a riconquistare il trono e a liberare Fenena.
Fatta irruzione nel tempo di Belo, Nabucodonosor ordina la distruzione dell’idolo simbolo del dio babilonese: appena pronunciate quelle parole, l’idolo cade a terra infranto. Il re annuncia che Abigaille si è avvelenata, restituisce la libertà agli Ebrei e ordina la costruzione di un nuovo Tempio per Gerusalemme.
Mentre Ebrei e Assiri rendono omaggio al dio di Israele, entra in scena per l’ultima volta Abigaille, che implora Nabucco di concedere Fenena in sposa a Ismaele e, prima di morire, chiede perdono a Dio.
Tra gli interpreti del Nabucco all’Arena di Verona:
- Sebastian Catana è Nabucco
- Ewa Płonka è Abigaille
- Francesca Di Sauro è Fenena
- Abramo Rosalen è Zaccaria
- Samuele Simoncini è Ismaele