Nino D’Angelo ha più volte parlato della malattia che ha affrontato in passato, una depressione causata dalla morte prematura di sua madre Emilia e che lo ha portato a mettere in discussione anche se stesso, con un conflitto tra il suo personaggio, quello del cantante dal caschetto d’oro e l’artista che sarebbe poi diventato. Ha spiegato che ne è uscito grazie anche all’aiuto dei figli e alla presenza di sua moglie, che non l’ha mai abbandonato.
“Ho conosciuto la depressione, mi era crollato il mondo sotto i piedi. Non vedevo più niente, non mi curavo di me, dei miei figli, della mia famiglia. Si tratta di una patologia che va curata dai medici, sembra che non passi mai. Bisogna crederci e avere coraggio, questo è il messaggio che voglio fare passare” – ha detto Nino.
Al Corriere del Mezzogiorno l’artista ha spiegato: “Io non sapevo più chi ero, da una parte non potevo più continuare a fare la parodia di me stesso col caschetto d’oro, dall’altro rischiando il nuovo, mi aspettavo che i teatri rimanessero vuoti. Sono stato male, ma mi sono ribellato scrivendo canzoni meno superficiali che all’inizio sono state dei grandi insuccessi”. Quando prova a spiegare la malattia D’Angelo sottolinea: “La depressione non ti fa ridere, non ti fa sognare, si diventa una nullità. È tutto inspiegabile se uno non tocca con mano questa cosa”.
Una condizione che ha trovato terreno fertile nel grande dolore per la morte della madre di Nino, la signora Emilia, scomparsa a 58 a causa di un ictus: “Sono stato un figlio coccolato da tutti, anche se potevano darmi poco. Sono stato il primo figlio maschio e il primo nipote, mia madre era innamorata di me ed era ricambiata da me. La sua perdita è stato il più grande dolore della mia vita. Quando hai successo nella vita ti senti un po’ come se nella vita fosse difficile che capitino certe cose, ma quando capita capisci che quello che hai non vale niente. La vita è una cosa così importante che tutti i soldi del mondo non valgono niente, non valgono quanto la carezza di una mamma Sono andato avanti per tre anni con gli psicofarmaci. Poi, ringraziando Dio, da questa cosa sono uscito più forte”.
Nino ha spiegato più volte che sua moglie Annamaria Gallo lo ha aiutato e gli è stata vicina durante questi periodi durissimi, ma anche la presenza dei figli è stata fondamentale. “Meno male che avevo i figli. Il giorno che ho visto mio figlio con un mio vestito addosso è cambiato il mio mondo. Per non fare stare male i miei figli mi sono ripreso io”
Nino D’Angelo a proposito di questa malattia ha voluto anche lanciare un messaggio a chi ne soffre e non ha il coraggio di farsi aiutare: “Fatelo, se ne esce”. Uno dei momenti più bassi per Nino è arrivato nel 2021 quando sicuramente in molti si sono trovati come lui a dover affrontare il periodo post Covid dopo i numerosi lockdown che, nonostante fossero necessari, hanno minato la salute psicologica di molte persone.