Non mi va, dei Colla Zio è la canzone della band di cinque giovani presentata al Festival di Sanremo 2023, che si dipana in discesa libera tra ripetizioni ossessive, doppi sensi, citazioni di cultura generale decontestualizzate attraverso cui l’io narrante esprime tutta la sua incertezza esistenziale, attraverso il prisma di una relazione amorosa: un testo il cui significato – come confermato dagli stessi autori – si presta a diverse letture, da quella più superficiale (la narrazione di un amore non corrisposto? mai iniziato?) a quella più profonda ed esistenziale (dove il “non mi va” è un muro eretto contro la sofferenza in generale.) è un inno generazionale, alle difficoltà e alle incertezze dell’essere giovani in un mondo costantemente in mutamento e caratterizzato da una frenesia di vita spesse volte ineluttabile
La canzone si apre e si chiude allo stesso modo, con l’invocazione dolorosa di un male dell’anima che non si riesce più a sopportare e la cui unica cura sembrerebbe quella data dall’amore di una donna che però preferisce altre compagnie; l’io narrante, allora, non può far altro che perdersi nel vortice dei pensieri sconnessi, prima recriminando su quello che gli altri hanno in più di lui, o rimuginando sul passato e su possibili errori fatti, per poi lasciarsi andare a un momento di pura autocommiserazione; in quel piccolo spiraglio si infila il tarlo del desiderio sessuale ossessivo e persistente, concretizzato in istantanee dirette (Mi piace la tua bocca), o celato attraverso doppi sensi che vogliono riaffermare il senso di possesso (Mi piace la spada nella roccia, mi chiamano Artù all’università).
Ad aleggiare sempre, però, un costante senso di inadeguatezza, di fronte alla consapevolezza che l’oggetto del proprio amore si sta allontanando (Se non so dove sei, se mi pensi, ogni tanto c’è un altro che sfiora i tuoi sensi) allora l’unica risposta possibile è il rifiuto (Non mi va), oppure un più completo e totale abbandono all’irrazionalità del desiderio carnale, espresso senza più filtri né metafore, con crudezza, a cui segue un ultimo appello (Non ho fame finché sei sfinita, minchia, ma che sesso mi fai, ma che sesso mi fai, ogni tanto c’è un altro che sfiora i tuoi sensi. Resta qui un’altra notte con me? )
Un ultimo tentativo di recuperare quello che si è avuto o si è creduto di avere, perché l’alternativa è insopportabile e nemmeno più contemplabile. Ora il rifiuto della sofferenza è totale e definitivo:
Non mi va
Non voglio stare male
Cos’hanno più di me?
Non voglio stare male, male, male
Non voglio stare male
Cos’hanno più di me?
Non voglio stare male, male, male
Non voglio stare male
Cos’hanno più di me?
Non voglio stare male, male, male
In un’intervista al quotidiano Avvenire, i cinque giovani dicono della canzone: “Non mi va è nata in periodo di pandemia e parla di insicurezza, di tutte le insicurezze che abbiamo, qui in particolare in rapporto a una relazione amorosa; chi si atteggia in modo altezzoso o spavaldo quando approccia una ragazza, lo fa proprio perché è insicuro. Ma nel ritornello si dichiarano con molta sincerità i dubbi e le paure che abbiamo. Non mi va si riferisce a quando sei investito da una difficoltà e ti fermi, ma poi si sviluppa come un inno alla vita, un desiderio di andare oltre e rompere l’argine dell’inerzia e arrivare alla fine a non stare male.”
Ancora, ad Adnkronos:”Questo è un brano ‘mare e monti’ nato durante la pandemia. Lo abbiamo scritto in parte in una casa in montagna e in parte al mare, durante l’isolamento della pandemia. Parla di una relazione ma il vero tema è la fragilità, l’insicurezza. Sul presente, sul futuro e sull’amore. Non è un inno all’amore ma un inno alla vita.”
I Colla, zio sono un gruppo formato da cinque giovani milanesi, catapultato sul palco del Festival di Sanremo 2023 dopo le selezioni di Sanremo Giovani dello scorso anno, dove ha ben impressionato con Asfalto. Andrea “Armo” Arminio, Andrea “Mala” Malatesta, Francesco “Glampo” Lamperti e Tommaso “Petta” Manzoni, 5 ragazzi milanesi tra i 20 e i 25 anni, hanno raccontato così, sempre ad Avvenire, la loro ascesa: “Prima eravamo un gruppo più esteso di amici che suonavano e cantavano nelle piazze per passione, poi abbiamo cominciato a scrivere le prime canzoni e a proporle in qualche localino milanese, prima del Covid; poi siamo stati notati da alcune persone che hanno cominciato a scommettere su di noi, ed abbiamo conosciuto il modo professionale di fare la musica. Poi ci siamo iscritti ad Area Sanremo perché era una possibilità concreta.”
E ora, i Colla Zio vogliono prendersi Sanremo. Come? Forse, con una colletta; come dichiarato dagli stessi componenti ai microfoni di Raiplay, il nome del gruppo deriva dall’espressione gergale milanese “Colla, zio?”; (Facciamo una) colletta, zio?, laddove ‘zio’ è appellativo gergale per indicare un amico.