Il film: E la festa continua! (Et la fête continue!), 2023. Regia: Brett Morgen. Cast: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Lola Naymark, Grégoire Leprince-Ringuet, Robinson Stévenin, Yann Trégouët, Alice Da Luz. Genere: drammatico. Durata: 106 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Cinefile.ch, in lingua originale.
Trama: La vicenda di una famiglia di origine armena residente a Marsiglia.
A chi è consigliato? A chi ama il cinema d’autore francese, e in particolare la poetica marsigliese di Robert Guédiguian.
In un contesto produttivo come quello del cinema francese, molto incentrato su Parigi e dintorni, è sempre stato interessante il caso di Robert Guédiguian, che non ha mai perso di vista la sua natia Marsiglia, ambientandoci quasi tutti i suoi film sin dall’esordio nel 1981. Ed è di nuovo lì che ha collocato l’azione del suo ventitreesimo lungometraggio, ennesima riflessione sulla famiglia che è un tema caro al cineasta, dentro e fuori dallo schermo (ha da sempre molti degli stessi membri della troupe e anche alcuni attori, tra cui la moglie Ariane Ascaride). Tema che lui elabora con fare forse prevedibile, ma sempre molto umano e capace di arrivare al cuore, come anche nel caso del film di cui parliamo nella recensione di E la festa continua!.
Una comunità unita
Marsiglia, 2020. La città è stata segnata dagli eventi del 5 novembre 2018, quando due palazzi sono crollati in Rue d’Aubagne, uccidendo otto persone. Questo nel quartiere di Noailles, dove Sarkis gestisce un bar e si innamora di Alice, attrice militante che si impegna per le persone colpite dalla tragedia. Tramite il compagno, Alice entra in contatto con tutta la sua famiglia, di origine armena come molti abitanti della città (e lo stesso Guédiguian, che ha spesso affrontato l’argomento della diaspora nei suoi film), tra cui la madre Rosa, infermiera prossima alla pensione e che molti nella comunità vedrebbero bene come candidata alle prossime elezioni municipali. Un’idea di cui lei stessa in realtà dubita, preferendo starsene tranquilla. Anche perché sta facendo amicizia con Henri, il padre pensionato di Alice che è appena tornato a Marsiglia per passare più tempo con la figlia, e tra i due sembra esserci del tenero…
L’importanza della famiglia
Come accennavamo in apertura, Guédiguian ha una vera e propria famiglia cinematografica, che sullo schermo ha principalmente le fattezze di Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin e Gérard Meylan, quasi sempre presenti – o tutti e tre, o almeno Darroussin o Meylan in tandem con Ascaride – nelle sue opere (su ventitré film, solo due non vedono la partecipazione di nessuno dei tre). Qui interpretano rispettivamente Rosa, Henri e il di lei fratello Tonio, la vecchia generazione che contribuisce alla malinconia del ritratto di una città che si sta riprendendo da un evento tragico e guardando al futuro con non troppo ottimismo. Sul fronte più giovane brillano soprattutto altre due figure ricorrenti nell’universo del regista: Lola Naymark, nei panni di Alice, e Robinson Stévenin, che si cala perfettamente nel ruolo di Sarkis e arriva con il proprio bagaglio di figlio d’arte (suo padre era il grande attore e regista Jean-François Stévenin).
La vita continua
Come un Ken Loach francese, Guédiguian si è sempre interessato ai meno fortunati nella società francese, spesso rifacendosi a modelli letterari come Victor Hugo (citato alla fine dei titoli di coda) per raccontare la storia della propria città, e in particolare del quartiere de L’Estaque, colpito più volte dalla crisi economica. Ed è quel tocco umano a garantire sempre una certa potenza nel suo cinema, non per forza formalmente ambizioso ma eticamente ineccepibile e sorretto da attori che incarnano in modo misurato ma coinvolgente l’anima di una comunità che va avanti con fatica ma anche convinzione, facendo sì che il titolo del film sia tutt’altro che ironico. La festa continua, e con esso il percorso di Guédiguian, limpido e semplice dalla prima all’ultima, sottilmente commovente inquadratura.
La recensione in breve
Robert Guédiguian racconta di nuovo la sua Marsiglia con fare forse prevedibile ma comunque sincero e potente, con l'aiuto dei suoi collaboratori storici davanti e dietro la macchina da presa.
Pro
- Il ritratto della città di Marsiglia è intriso di personalità
- La coerenza etica del regista arriva dritta al cuore
- La famiglia cinematografica di Guédiguian è sempre ottima
Contro
- Chi trova ripetitivo il cinema di Guédiguian difficilmente si ricrederà con questo film
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Voto CinemaSerieTV