Gli 883 devono il loro nome alla Harley-Davidson Sportster 883, una motocicletta iconica che Max Pezzali e Mauro Repetto amavano particolarmente. Entrambi appassionati di motori, soprattutto del mondo delle due ruote, decisero di chiamare il loro gruppo con un riferimento alla cilindrata di questo modello, lanciato per la prima volta nel 1957 e simbolo della cultura motociclistica americana. Questo legame con i motori, insieme all’influenza della cultura statunitense, emerge spesso anche nei testi delle loro canzoni, dove i riferimenti a viaggi, velocità e libertà sono ricorrenti.
Inizialmente, il duo aveva scelto il nome I Pop, ma fu il produttore Claudio Cecchetto a suggerire di cambiarlo in “883”, ritenendo che fosse più distintivo e legato all’immagine del gruppo. Cecchetto, figura chiave della scena musicale italiana degli anni ’80 e ’90 e già noto per aver lanciato altri artisti di successo come Jovanotti e Fiorello, contribuì in modo determinante al lancio degli 883, facendo di Pezzali e Repetto una delle coppie più celebri del pop italiano.
A proposito della sua passione per le due ruote, come scrive NextMoto, Pezzali disse in un’intervista:
“L’immagine più istintiva, rappresenta la moto come stile di vita, elemento identitario. Dietro una narrativa, un modo di vivere differente il mondo esterno e la strada. Le due ruote non sono più un momento di emancipazione, di libertà, il modo per raggiungere gli amici…”
Fondato nel 1988, il gruppo ottenne fin da subito un successo straordinario, imponendosi nella scena musicale italiana con uno stile pop innovativo, ma capace di attraversare generi come rap, dance, rock e hip hop. Il loro primo album, Hanno ucciso l’uomo ragno (1992), divenne rapidamente un fenomeno di massa, seguito dall’altrettanto popolare Nord sud ovest est (1993), entrambi album che segnarono la generazione degli anni ’90. Le loro canzoni, con testi diretti e a tratti nostalgici, parlavano di giovani alle prese con problemi quotidiani, amori e amicizie, il che ha sancito un forte legame emotivo con il pubblico.
Il successo degli 883 non fu solo musicale, ma anche culturale: con testi che trattavano di temi universali come l’amicizia, l’amore, i sogni e le delusioni, le loro canzoni riuscirono a parlare a intere generazioni, diventando la colonna sonora degli anni ’90 in Italia. Brani come Sei un mito, Nord sud ovest est e Come mai scalarono le classifiche, portando il gruppo a riempire stadi e palazzetti in tutta Italia, con concerti che radunavano migliaia di fan.
Nonostante il grande successo, nel 2003 il gruppo si sciolse, e Max Pezzali che proseguì la carriera come solista. Tuttavia, l’eredità degli 883 è rimasta forte, influenzando molti artisti italiani negli anni successivi, specialmente nel panorama itpop degli anni 2010. Anche oggi, il nome “883” continua a evocare un’epoca di grande creatività e innovazione nella musica italiana, rappresentando il simbolo di un momento irripetibile nella cultura pop del paese.
Alla straordinaria storia degli 883 è dedicata la serie tv Hanno ucciso l’uomo ragno – di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione – che ne racconta la nascita e il successo. Massimo ‘Max’ Pezzali e Mauro Repetto si conoscono sulla fine degli anni ’80, frequentando il liceo Taramelli, dopo la bocciatura di Pezzali al Copernico l’anno precedente: il giovane, grande appassionato della scena punk e post punk anglosassone, sogna un futuro nella musica, e l’incontro con l’intraprendente Repetto sembra segnare il viatico giusto. Sullo sfondo, i primi amori e le amicizie di una vita…
Creata da Francesco Agostini, Chiara Laudani, Giorgio Nerone, Sydney Sibilia e prodotta da Matteo Rovere per Groenlandia, Hanno ucciso l’uomo ragno è ora disponibile in streaming.