La serie: Masters of the Air, del 2024 Creata da: John Shiban, John Orloff. Cast: Austin Butler, Callum Turner, Barry Keogan, Ncuti Gatwa. Genere: Storico. Durata: 55 minuti/9 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Apple Tv+.
Trama: Dal 1943 al 1945, il 100esimo Bomb Group fu protagonista di una grande campagna nei cieli dell’Europa contro le forze del Terzo Reich. Sotto la guida del maggiore Buck Cleven, si conquistò il soprannome di “Bloody Hundredth”.
Correva l’anno 2001 e Lost era ancora di là da venire quando, su HBO, fece il suo debutto Band of Brothers, la miniserie-evento più costosa della sua generazione. Creata da Steven Spielberg e Tom Hanks, vantava nel cast principale Damian Lewis, Donnie Wahlberg e Neal McDonough, ma anche, in ruoli secondari, James McAvoy, Michael Fassbender e Tom Hardy. La storia, basata sul libro di Stephen E. Ambrose, era quella del 506esimo Reggimento Paracadutisti, dallo sbarco in Normandia alla caduta di Hitler.
Nel 2010, a partire dalle autobiografie di Sledge e Leckie, vide poi la luce The Pacific, prodotta da Spielberg e Hanks con Gary Goetzman. Con un cambio di fronte, sotto i riflettori finirono i Marines e il fronte giapponese, da Pearl Harbour a Iwo Jima. Il resto, come si suol dire, è storia, visto che entrambi i titoli sono diventati pietre miliari della tv.
Ora, dopo un’attesa lunga 14 anni, Spielberg, Hanks e Goetzman uniscono le forze con il regista Cary Joji Fukunaga e gli showrunner John Shiban e John Orloff per raccontare un altro volto della seconda guerra mondiale e completare la trilogia. Questa volta si parla dell’aviazione e delle vite dei piloti del mitico 100esimo Bomb Group, a partire dal libro omonimo di Donald L. Miller. L’emittente è Apple Tv+, e il titolo è Masters of the Air: eccovi, finalmente, la nostra recensione.
Una trama ricca di emozioni, e storicamente perfetta
In Masters of the Air c’è ben poco tempo per i preamboli e i preparativi: non ce n’è molto a livello visivo e narrativo, così come, del resto, non ce n’era neppure per i piloti del 100esimo Bomb Group. La storia inizia con una serata libera al pub, all’insegna del ballo, dell’amicizia e delle belle ragazze: il giovane maggiore Buck Cleven e il suo amico Bucky Egan condividono lo stesso soprannome, e ciò è fonte di equivoci e battute, in un clima leggero e conviviale. Di lì a breve, però, tutto cambierà, e i due troveranno a lottare per la vita nei cieli dell’Europa, condividendo molto di più del loro nome: un’esperienza traumatica e indescrivibile, che non può trovare spazio nei resoconti ufficiali.
La prima missione li porterà a Brema, all’assalto dei cantieri navali del Terzo Reich: fin da subito, però, le cose si faranno molto più difficili del previsto, e i due Buck scopriranno che la guerra non ha nulla di nobile o eroico, ed è assai diversa da come l’avevano immaginata. Da quel momento, la serie ci farà affezionare sempre di più a questi ragazzi catapultati sul “fronte dell’aria”, e costretti a combattere con un nemico intangibile nei loro minuscoli abitacoli di metallo.
È impossibile non empatizzare con i protagonisti, e non avvertire un brivido di paura durante le scene di battaglia più concitate : Masters of the Air non si limita a regalarci sequenze maestose e una cura certosina dell’immagine, ma ci conduce dritti all’anima dei piloti del “Bloody Hundredth”. Al tempo stesso, la miniserie conferma il marchio di fabbrica di Band of Brothers e The Pacific: una ricostruzione storica attenta, minuziosa e decisamente fuori dal comune.
Gli ultimi dominatori dell’aria
In linea con la tradizione dei capitoli precedenti, anche Masters of the Air vanta un cast davvero fuori dal comune, che rappresenta senza alcun dubbio il vero valore aggiunto della serie.
Dopo le ottime prove in Once Upon a Time in Hollywood e in Elvis, Austin Butler non sbaglia un colpo e conferma il suo fascino magnetico, riuscendo a conferire calore umano e genuina intensità all’intera narrazione, e rivelandosi un degno erede del superbo Damian Lewis di Band of Brothers.
Il suo carismatico Dale “Buck” Cleven è il vero fulcro della serie, ed emerge in maniera convincente e tridimensionale fin dalle prime puntate.
Non è da meno il coprotagonista Callum Turner, protagonista di una prova tanto taciturna e misurata quanto intensa e memorabile. Non lo è neppure, del resto, la rosa stellare dei personaggi secondari, che spazia dal nuovo Joker Barry Keoghan all’attuale Doctor Who Ncuti Gatwa. Pur ponendo un forte focus sulle avventure dei due “Buck”, o, meglio, di “Buck” e “Bucky”, Masters of the Air dà il meglio di sé proprio come grande racconto corale, che fotografa con sincera onestà e senza alcuna vuota retorica (sia essa pacifista o patriottica) la storia dei piloti americani durante le fasi più spietate della guerra.
Il grande ritorno di Cary Fukunaga
Lo conosciamo per la mitica prima stagione di True Detective e per l’ottima miniserie Maniac, ed è una gioia per gli occhi rivederlo finalmente al timone di una serie tv di qualità dopo le sue recenti esperienze cinematografiche.
Stiamo ovviamente parlando del formidabile Cary Joji Fukunaga, che lascia un segno indelebile sulla messa in scena della serie e sul comparto tecnico-cinematografico, firmando la regia dei primi quattro episodi e regalandoci emozioni davvero inedite, tanto sul piccolo quanto sul grande schermo.
Anche in un settore tutto sommato molto rischioso e pesantemente inflazionato come quello del cinema di guerra, la mano esperta di Fukunaga si sente eccome: le emozioni che traspaiono dalle rapide e incalzanti battaglie aeree di Masters of the Air sono intense e autentiche, e fanno più affidamento sulla verosimiglianza che sulla spettacolarizzazione o su roboanti effetti speciali. L’impressione è quella di ritrovarsi per davvero catapultati nell’abitacolo di un B-17 “Flying Fortress” dell’epoca, in un’esperienza al contempo maestosa e claustrofobica, storicamente rigorosa e genuinamente umana.
La regia di Fukunaga si rivela la chiave di volta per consacrare Masters of the Air tra le migliori serie del filone, e consente alla coraggiosa serie di Apple Tv+ di raccogliere con autorevolezza il pesante testimone dei suoi ingombranti predecessori. Ancora una volta, la piattaforma made in Cupertino confeziona un ottimo titolo, l’ennesimo del suo promettente catalogo.
La recensione in breve
Masters of the Air non tradisce le attese, e ci regala un capolavoro di vivida umanità, rigore storiografico e alta qualità cinematografica che completa nel migliore dei modi la trilogia inaugurata da Band of Brothers.
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Voto CinemaSerieTv