Fino a questo punto il rapporto tra la versione letteraria e quella cinematografica degli eventi legati alla saga di Harry Potter, è sempre stato fondato su un rispetto della materia ed una giusta forma di adattamento. Questo vuol dire, in sostanza, che i fan dei romanzi scritti dalla Rowling non hanno avuto troppi motivi per lamentarsi delle trasposizioni cinematografiche. Almeno fino all’arrivo in sala del film Harry Potter e il Principe Mezzosangue.
La pellicola, infatti, ha suscitato un sollevamento di critiche basate sulla scelta di andare ad intervenire in modo invasivo sul materiale originale, eliminando intere sezioni fondamentali del racconto e, addirittura, inserendone alcune completamente inventate. Il risultato ha portata ad un insieme poco centrato, soprattutto per chi ha come punto di riferimento iniziale il romanzo.
Cambiamenti che, dunque, in alcuni casi hanno tolto l’enfasi e la forza emotiva costruita dalla Rowling. In altri, poi, hanno lasciato dei “buchi” narrativi risolti troppo velocemente e in modo superficiale. Per comprendere meglio di cosa stiamo parlando andiamo a guardare più nel dettaglio le 8 differenze tra libro e film di Harry Potter e il Principe Mezzosangue.
1. L’attacco alla tana dei Weasley
Per registrare la prima grande differenza all’interno del film bisogna aspettare le vacanze di Natale. Almeno nel mondo di Hogwarts. Tra gli appassionati della saga è molto famosa la scena dell’attacco dei mangiamorte alla tana dei Weasley. Si tratta di una sequenza molto lunga che va ad interrompere la tranquillità famigliare cui partecipano anche Harry ed altri membri dell’Ordine della Fenice, come Lupin e Tonks.
La minaccia si presenta con una sorta d’immobilità sospetta e la corsa nel campo di grano di Harry e Ginny sulle tracce dei mangiamorte. Una scena che termina con la completa distruzione della casa. Bene. Questo momento indubbiamente spettacolare non corrisponde a nessun tipo di racconto fatto dalla Rowling. In sostanza, dunque, gli sceneggiatori l’hanno scritto in modo del tutto autonomo, inserendolo in una struttura ben definita. In se la cosa non sarebbe negativa se non comportasse un effetto collaterale, ossia la cancellazione di altre sottotrame che, per l’evoluzione successiva del racconto, sono fondamentali.
2. L’amore tra Tonks e Lupin
In questo sesto romanzo la Rowling presta molta attenzione alle vicende personali dei suoi personaggi. Un aspetto che garantisce al libro una prospettiva più umana ed intensa. Per questo motivo, dunque, tra le pagine de Il Principe Mezzosangue, troviamo un racconto attento e profondo della relazione nata tra Lupin e Tonks.
Una storia scandita soprattutto dal timore dell’uomo di confrontarsi con la maledizione della sua condizione. Una paura che si riflette come un’ombra sul futuro al suo pensiero di potarla trasmettere anche a degli eventuali figli. Per questo motivo, dunque, il rapporto con Tonk vive e si sviluppa attraverso una serie di tomenti interiori, fughe e ritorni. Una sorta di amore impossibile dal quale, però, non si può sfuggire.
Un caleidoscopio di emozioni che scompaiono completamente dal film, riassumendosi solo nella personalità schiva di Lupin. Eppure sono essenziali per comprendere ciò che accadrà successivamente e per quale motivo Harry si prenderà cura dell’unico figlio della coppia dopo la loro scomparsa.
3. Il bacio tra Harry e Ginny
Continuiamo a parlar d’amore con la fatidica scena del bacio tra Harry e Ginny, la sorella più piccola di Ron. Questo momento ha dato adito a non poche discussioni. Molti fan della saga, infatti, non hanno apprezzato la scelta della scrittrice a favore della giovane Weasley. D’altronde il personaggio era stato poco rilevante fino a quel momento, fatta eccezione per la Camera dei Segreti. In molti, dunque, avrebbero preferito come coppia Harry ed Hermione. Un’opzione che, passati alcuni anni, anche la Rowling ha abbracciato, ammettendo, forse, di aver commesso un errore.
Al di là di questo, la realizzazione e l’ambientazione del fatidico bacio tra i due ragazzi è completamente diversa rispetto al libro. Nel film, infatti, vediamo i due da soli nella stanza delle necessità per nascondere il libro di pozioni del Principe Mezzosangue. In quel momento è la stessa Ginny a prendere l’iniziativa baciando Harry mentre ha gli occhi chiusi.
Nel romanzo, invece, la Rowling costruisce il tutto con maggior naturalezza dando al momento la leggerezza e il romanticismo tipico di un amore giovanile. Così, dopo aver vinto una partita di Quidditch, Harry decide di allontanarsi momentaneamente dai compagni e, preso dall’euforia, si avvicina a Ginny e la bacia in modo istintivo. Esattamente come dovrebbe essere.
4. Ron divorato dalla gelosia
Se c’è un elemento che definisce il personaggio di Ron durante tutto il sesto romanzo è, senza ombra di dubbio, la gelosia. Soprattutto nei confronti della sorella Ginny. È un sentimento che lo divora portando a manifestare chiaramente il suo disappunto per la relazione che ha con Dean Thomas. E non risparmia nemmeno Harry. Quando, infatti, capisce che tra i due sta nascendo un sentimento, inizia a mettere in discussione il rapporto con l’amico.
Come se non bastasse, poi, la sua gelosia ricade anche su Hermione quando viene a conoscenza di un bacio tra la ragazza e l’atletico Krum incontrato durante il Torneo Tre Maghi. Ed è proprio questa notizia che lo spinge, quasi per ripicca tra le braccia della stucchevole Lavanda. Una serie di emozioni, dunque, che nel film scompaiono completamente o vengono accennate in modo casuale e del tutto irrilevante. La stessa storia con Lavanda, infatti, viene attribuita ad una sorta di volubilità adolescenziale.
5. L’anello di Gaunt
C’è un mistero che aleggia per tutta la trasposizione cinematografica e che Yates, nonostante abbia a disposizione un intero film, non accenna a chiarire. Si tratta dell’anello di Gaunt, ritrovato da Silente, e della maledizione esercitata da questo sul Preside di Hogwarts. Di fatto nel film vediamo solo la mano annerita del mago ma non ne conosciamo le cause e mai le sapremo. Almeno non attraverso le immagini.
E dire che si tratta di un aspetto importante visto che successivamente si avrà molto a che fare con gli Horcrux. Al di là di questo, poi, spiegherebbe anche il motivo per cui Silente si sia accordato con Piton per la sua morte. Il mago, infatti, sapeva perfettamente di non poter sopravvivere alla maledizione che lo stava avvelenando. Comunque, per avere maggiori spiegazioni a riguardo, è essenziale ricorrere al romanzo della Rowling.
6. L’arrivo dei Mangiamorte
Uno dei momenti centrali e più drammatici del sesto romanzo è rappresentato dall’arrivo dei Magiamorte all’interno delle mura di Hogwarts. Si tratta di un avvenimento sconvolgente con cui la Rowling decide di completare il definitivo cambio di rotta della sua narrazione. Questo vuol dire che non esistono più luoghi inviolabili dove potersi sentire al sicuro. Il tempo di difendersi e lottare è arrivato. Per questo motivo, dunque, la scrittrice costruisce le fasi di una dura battaglia che si svolge all’interno della scuola. Un momento intenso che culmina con la morte di Silente.
Nella trasposizione cinematografica, invece, si è deciso di eliminare ogni forma effettiva di combattimento, riducendo il tutto ad una serie di distruzioni. In questo caso ad avere un peso riguardo alla scelta fatta è stato il timore di Yates di ripetersi. Il regista, infatti, sapeva che avrebbe realizzato anche i due capitoli finali de I doni della Morte, dove era presente una grande battaglia di resistenza all’interno delle mura di Hogwarts. Realizzare una scena simile prima avrebbe rischiato di togliere enfasi alle fasi conclusive della storia.
7. L’addio a Silente
Il fulcro di questo capitolo è la morte di Silente, apparentemente avvenuta per mano di Piton. La scomparsa del Preside di Hogwarts, del mago più potente del suo tempo e dell’unico vero mentore che Harry abbia avuto dal suo ingresso nel mondo magico sembra spegnere la luce di ogni speranza. Nonostante questo, però, accende la consapevolezza dei più giovani che, nel dolore e nella solitudine, trovano la spinta per compiere il loro destino e del mondo cui appartengono.
Per questo motivo, dunque la Rowling dedica molto spazio al momento attraverso la descrizione del funerale con cui tutta la scuola offre il suo omaggio a Silente. Una scena capace di riassumere epicità, commozione e aspettative per il futuro. Pagine che vengono completamente cancellate dalla regia di Yates. Al suo posto inserisce la scena delle bacchette alzate al cielo e volte ad illuminare l’oscurità che li minaccia. Indubbiamente una scelta efficace ma che, comunque, riduce il senso del momento e dell’evento. Soprattutto in vista del futuro.
8. Chi è il Principe Mezzosangue?
Questa è la questione aperta fin dall’inizio cui la Rowling offre una risposta esaustiva. David Yates, invece, non fa altrettanto. Nel libro questa figura misteriosa è al centro del racconto fin dall’inizio. Tanto che in molti hanno pensato l’appellativo si riferisse allo stesso Voldemort. In realtà dietro questo nome si cela Piton. A spiegare il tutto è lui stesso. Da ragazzo, infatti, il mago si faceva chiamare così perché sua madre era una babbana e il suo cognome era Prince. Ecco, dunque, spiegato il principe mezzosangue.
Nel film, invece, tutto questo non viene considerato lasciando un notevole vuoto narrativo. Da questo momento, infatti, il ruolo di Piton diventa sempre più chiaro e centrale giocando ancora su una forte ambiguità. La direzione finale, però, è del tutto imprevista e rappresenta una delle sorprese più preziose che la Rowling regalerà ai lettori nel capitolo conclusivo I doni della morte.