Di Blade Runner, film del 1982, esistono sette versioni, tutte con particolari unici: la Workprint version, la San Diego sneak preview, la Domestic cut, l’International cut, la US broadcast versione, la Director’s cut e la Final cut. Ne parliamo di seguito, descrivendone le caratteristiche principali e le differenze più importanti rispetto alla versione ufficiale.
La Workprint version (o Workprint prototype) è un’edizione del 1982 lunga 113 minuti. Come si intuisce dal nome è il primo vero prototipo del film. Venne mostrata nel marzo del 1982 in degli screen-test di Dallas e Denver. L’esito negativo di questi ultimi portò alla realizzazione della Domestic cut. Il voiceover di Deckard era già presente ma solo nella parte finale. La Workprint venne riproposta e venduta come Director’s cut nel 1990 e nel 1991 a San Diego e San Francisco, cosa che fece infuriare Scott. Il successo di queste proiezioni convinse però la produzione ad avvallare la realizzazione di una Director’s cut vera e propria.
La San Diego sneak preview è stata mostrata esclusivamente a San Diego nel maggio del 1982. È pressoché identica alla Domestic cut (quindi voiceover compreso), salvo per tre scene aggiuntive (mai viste in precedenza e mai riproposte in futuro): una in cui viene introdotto Roy Batty in una cabina del Vidphone, una in cui Deckard ricarica la pistola dopo che l’androide gli ha rotto le dita e infine una in cui Deckard e Rachel si dirigono verso il tramonto.
La Domestic cut (o US theatrical release) è quella da 116 minuti per il mercato americano e la prima a farsi conoscere veramente dal mondo. Rispetto alle precedenti Scott e Ford inserirono alcune scene chiarificatrici e che sciolsero alcune ambiguità. Poi si decise per l’aggiunta della famosa voce fuori campo di Deckard, registrata da Ford dopo le riprese, in modo da donare quel tocco noir in più. Infine si optò per un finale più consolatorio, con Rachel e il protagonista che scappano (vennero prese degli shot inutilizzati realizzati da Kubrick per l’intro di Shining).
La International cut, lunga 117 minuti, conosciuta anche come Criterion edition (per via della sua inclusione nell’edizione Criterion per il decennale del 1992) o versione unrated, è quella che venne proiettata fuori il territorio americano, contenente alcune imaggini violente in più. Tra cui la scena dove Roy Batty si infila un chiodo nella mano.
La US Broadcast version è un’edizione di 114 minuti che venne montata per il passaggio televisivo del 1986 per la CBS in cui furono tagliate scene violente, di nudo e “profane”.
La Director’s cut del 1992 di 116 minuti, quella che più si avvicina al volere di Ridley Scott, venne autorizzata proprio dopo la distribuzione prima menzionata della Workprint. Il regista lasciò diverse annotazioni alla Warner Bros. che poi diede il compito di implementarle al restauratore Michael Arick. I cambiamenti principali apportati furono tre: la rimozione della voce fuori campo di Deckard, l’introduzione al minuto 42 del sogno dell’unicorno e infine la rimozione dell’happy ending. Inoltre nelle versioni precedenti venivano menzionati sei replicanti per poi mostrarne solo quattro, in questa edizione questo errore venne tolto.
Infine, la Final cut di Blade Runner è un’edizione del 2007 che conta 117 minuti, rilasciata in occasione del venticinquesimo anniversario dell’uscita del film. È l’unica edizione in cui Scott ha avuto completa libertà artistica. Vennero reintrodotte le scene violente presenti nella International cut e allungate altre sequenze (tra cui quella del sogno di Deckard). Inoltre venne fatto un lavoro aggiuntivo a livello di ri-sincronizzazione audio e di restauro digitale di immagine e suono.
Diretto da Ridley Scott, Blade Runner è liberamente ispirato a Il cacciatore di androidi, romanzo di Philip Dick. L’accoglienza al botteghino fu molto deludente, anche a causa dell’uscita di poco successiva di E.T – L’extraterrestre che monopolizzò il box office. Gli anni hanno però ritagliato al capolavoro di Scott un posto nel cuore di milioni di cinefili e un ruolo prima da grande cult e poi da imprescindibile classico.