Bones and All di Luca Guadagnino è finalmente arrivato nelle sale cinematografiche italiane, dopo il passaggio in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022. Il film, con Taylor Russell e Timothée Chalamet protagonisti, è basato sul romanzo omonimo del 2015 a cura della scrittrice americana Camille DeAngelis. In questo articolo cercheremo di analizzare le differenze tra il libro e il film di Bones and All, valutando le modifiche apportate alla sceneggiatura da Luca Guadagnino e il suo braccio destro David Kajganich, con cui il regista collabora dai tempi di A Bigger Splash.
Le linee guida del romanzo e dell’adattamento di Bones and All sono le stesse: seguiamo il viaggio di Maren (Taylor Russell), una giovane ragazza abbandonata dalla famiglia, che deve cercare di fare i conti con un difetto mostruoso che porta con sè fin dalla nascita: il cannibalismo. In quello che diventa un vero e proprio viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti, Maren entra in contatto con altri outsiders con cui condivide questa condizione fisiologica irredimibile, come il giovane e intrigante Lee (Timothée Chalamet) e il vecchio e inquietante Sully (Mark Rylance). In entrambe le versioni della storia, Maren dovrà convivere con i suoi demoni e imparare a conoscersi appieno; tuttavia, questo percorso di introspezione nel sè avviene in maniere differenti nei due media.
Il rapporto con la famiglia
Molte delle differenze tra il libro e il film riguardano il rapporto di Maren e Lee con le rispettive famiglie. Nel libro di Camille DeAngelis, Maren ha trascorso l’infanzia con la madre ed è proprio da questa che viene abbandonata al compimento dei sedici anni, spingendola a rintracciare il padre mai conosciuto per trovare maggiori risposte sulla sua natura da cannibale. Nel film, al contrario, Maren viene cresciuta dal padre (André Holland) e intraprende il suo viaggio nell’America centrale per andare a conoscere la madre, interpretata da Chloë Sevigny.
Anche la backstory di Lee è leggermente diversa rispetto al film di Guadagnino. Quello che nella pellicola diventa un tratto essenziale della figura di Lee e del suo approccio al cannibalismo – l’aver ucciso il padre, anch’esso un eater – è infatti un dettaglio che manca nel romanzo, dove l’attenzione del lettore viene spostata più che altro sulle difficoltà che la vera natura di Lee ha fatto nascere in famiglia e sul rapporto burrascoso con la madre e la sorella.
Il personaggio di Sully
Anche il legame di Maren con Sully viene trattato in maniera diversa nel film: in entrambi i casi, il personaggio è presentato come sospeso tra le figure di mentore empatico e antagonista inquientante. Nel romanzo di DeAngelis viene però rivelato che in realtà si tratta del nonno di Maren, dettaglio che è stato completamente omesso. Per il resto, le modalità in cui avvengono gli incontri tra i due sono praticamente le medesime e Sully conserva in ambedue le versioni il suo tratto forse più caratteristico: la treccia umana, composta dalle ciocche di capelli che preleva dalle sue vittime.
Il significato del cannibalismo
Nel libro di Camille DeAngelis, il cannibalismo di Maren ha soprattutto a che fare con l’approccio della ragazza all’amore e all’intimità. Dalla babysitter che si è mangiata da piccolissima, ovvero la persona con cui passava la maggior parte del tempo, alle prime cotte mangiate ai campi estivi o durante pomeriggi passati insieme a fare i compiti, il romanzo ci svela come il cannibalismo assuma nella psiche di Maren la forma di un impulso irrefrenabile che le fa mangiare le persone a cui tiene o si affeziona. Al contrario, nel film di Guadagnino, il cannibalismo di Maren non è connesso alla sfera dell’attrazione fisica ed emotiva, ma è una fame compulsiva che accomuna tutti gli eater.
Inoltre, leggendo il cannibalismo nel film di Guadagnino da un’altra prospettiva, questo potrebbe anche essere visto come metafora della queerness. Infatti, sia Maren che Lee ci vengono presentati come sessualmente fluidi: naturalmente, non è un qualcosa che ci viene esplicitato, bensì dobbiamo coglierne le sfumature, ravvisabili soprattutto nel vestiario e nel character design dei personaggi, oltre alla maniera in cui si approcciano alle varie vittime. Se pensiamo poi all’epoca in cui il film è ambientato, ovvero gli Stati Uniti dell’era reaganiana, possiamo stabilire ulteriori connessioni tra il viaggio di Maren e Lee e il dilagarsi dell’omofobia attorno alla crisi dell’AIDS.
La storia d’amore tra Maren e Lee
Il film di Luca Guadagnino, come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione di Bones and All, si concentra prettamente sull’aspetto amoroso del legame tra Maren e Lee, avvicinandosi per toni e dinamiche raccontate al genere del teen drama. Nel libro di Camille DeAngelis, sebbene tra i due ragazzi si instauri un rapporto di vicinanza innegabile, non viene mai lasciato trasparire che possano effettivamente essere considerati fidanzati, per cui non consumano un rapporto fisico fino alla fine del libro, quando Maren mangia Lee. Lo stesso regista ha invece affermato durante le attività di promozione stampa che, nel suo adattamento, si è interessato molto di più “alla possibilità di amare all’interno della natura di queste persone“. “Maren e Lee si amano così profondamente, ma… sono talmente abbruttiti dalle loro vite che non riescono a trovare la possibilità di vivere l’amore“, ha detto Guadagnino. “Per me, questo sentimento ha una corrispondenza con tutto. Succede a ognuno di noi“.
Il significato del titolo:”Bones and All”
Passiamo a una delle modifiche più significative che l’adattamento per il cinema ha apportato alla trama di Bones and All. Nel romanzo, gli eater consumano ogni viscera del corpo delle loro vittime: da qui, deriva il titolo “bones and all”, fino all’osso. Tuttavia, piuttosto che focalizzarsi sulla descrizione dell’atto cannibile, l’autrice lascia spazio alla caratterizzazione del desiderio carnale che gli eater provano prima dell’atto e su quello che sentono poi, a pasto completo. Chiaramente, Luca Guadagnino ha deciso di mostrare un po’ più dell’orrore corporeo che accompagna gli atti ferini, mostrandoci come gli eater squarcino la carne con i denti, strappandola via dalle ossa e disfacendosi poi dei cadaveri. Nel film, scopriamo però che per Maren e Lee il consumo totale di un corpo è impossibile, qualcosa su cui non avevano mai riflettuto prima dell’incontro in un bosco con il cannibale Jake (Michael Stuhlbarg), che fa intravedere loro nuove possibilità. Egli domanda ai ragazzi se abbiano mai consumato un pasto completo, descrivendo l’atto come una sorta di rito di passaggio con connotazioni quasi spirituali per gli eater. Questa nuova interpretazione della dicitura bones and all deriva dalla mente dello sceneggiatore del film, David Kajganich.
Assieme al regista Luca Guadagnino, il team creativo ha pensato di rielaborare il concetto del fino all’osso per trasformarlo in qualcosa di più simile a quando si parla di vero amore a un adolescente. Diventa così un concetto particolarmente astratto, che i giovanissimi Maren e Lee – costretti a vivere in isolamento senza potersi mai legare veramente a qualcuno – ritengono assolutamente improbabile. Non possono pensare che ci sia una persona con cui sia facile entrare in sintonia totale, che possa vederli, accettarli e amarli, ma non si sono resi conti che è proprio questo che diventeranno l’uno per l’altro. Spetta al pubblico decidere alla fine del film se la relazione di Maren e Lee si è evoluta fino a quel punto, se la giovane protagonista ha consumato il pasto completo come simbolo di un amore totalizzante.
Il finale di Bones and All
Come abbiamo visto nella nostra spiegazione del finale di Bones and All, ci sono delle differenze tra il modo in cui il viaggio di Maren viene portato a compimento nel film rispetto a come viene raccontato nel libro. In entrambi i casi, Lee muore, ma cambia completamente la dinamica: nel libro di DeAngelis, questo avviene perché Maren lo mangia dopo che lui le ha fatto delle avances fisiche – come sappiamo, gli impulsi cannibali di Maren tendono a esplodere quando il concetto di attrazione fisica e di legame amoroso viene chiamato in causa. Al contrario, nel film, Lee viene ridotto in fin di vita dopo aver tentato di salvare Maren da Sully, che ha aggredito la giovane. Nei suoi ultimi istanti, Lee implora Maren di mangiarlo fino all’osso, di consumare il pasto completo – concetto a cui li ha introdotti Jake nella foresta – rendendolo essenzialmente una parte di lei. È il culmine sanguinoso e tragico della loro storia d’amore e la più grande modifica apportata all’adattamento da Kajganich e Gudagnino.
Dopo la morte di Lee, il romanzo si conclude con Maren che cerca di rifarsi una vita, ma ricade vittima dei propri impulsi quando un uomo si avvicina insistentemente a lei. Guadagnino e Kajganich hanno invece scelto di portare la storia in una dimensione diversa e incapsulando il concetto del fino all’osso in un’inquadratura di Maren e Lee che si tengono abbracciati in una distesa erbosa, un riferimento al fatto che Lee sarà sempre parte di Maren.