Una famiglia riunita nell’enorme villa di un eccentrico zio ricco, una serie di quiz da risolvere, un’eredità contesa, un assassino che verrà scoperto nel finale e un cadavere ambulante. Questi sono gli ingredienti principali di Caccia all’eredità, il film polacco sulla falsariga di Knives Out, diretto da Sylwester Jakimow, a metà strada tra avventura per tutta la famiglia e giallo, che è appena arrivato su Netflix.
La trama del film è ambientata nella tenuta di Władysław Fortuna (Jan Peszek) dove sono riuniti tutti i suoi parenti, desiderosi di intascare al più presto la loro parte di eredità. Fortuna è stato un conduttore televisivo molto popolare negli anni ’70, ma anche inventore geniale ed eccentrico, e tra proprietà immobiliari, soldi e brevetti ha accumulato un patrimonio strabiliante. Il suo obiettivo però, più che distribuire i suoi averi, è quello di riunire i suoi parenti, che si sono un po’ allontanati, Per questo decide di fingersi morto e attirare i parenti nella villa col pretesto dell’eredità, poi si rivela più vivo che mai e spiega loro che se vorranno mettere le mani sui suoi brevetti (molto richiesti) dovranno partecipare ad una serie di quiz. Dopo qualche ora però, lo zio Wladyslaw viene trovato morto… stavolta per davvero!
Il finale di Caccia all’eredità: ecco chi è l’assassino e perché ha ucciso lo zio Wladyslaw
La spiegazione del finale di Caccia all’eredità è nella motivazione che spinge Gustaw, il compagno di Natalia, ad uccidere Wladislaw: vendicare sua nonna. Ai tempi in cui Wladi era conduttore del quiz La ruota della verità, una concorrente, dopo aver sbagliato una domanda, andò in depressione e tentò il suicidio. Il quiz fu chiuso e il nipote della signora, che era appunto il piccolo Gustaw, fu affidato ad un orfanotrofio. Da adulto Gustav tenta di avvicinarsi a Wladislav per vendicare sua nonna, e proprio a questo scopo conosce la scrittrice Natalia, parente del conduttore, ma se ne innamora. Quando finalmente Gustav si ritrova a confronto con Wladislaw, questi nega di aver indotto appositamente sua nonna a dare una risposta sbagliata, e Gustav, che pure era disposto a perdonarlo, lo uccide in un impeto di rabbia.
Come si scopre nell’ultima scena del film, quel vecchio filmato contenuto nella chiavetta USA racchiusa all’interno del gioco d’ingegno risolto da Henryk, effettivamente il conduttore provò a suggerire la risposta esatta alla donna – ovvero Fuoco Verde, un film con Grace Kelly – toccandosi il papillon verde che aveva al collo. La signora, equivocò il suggerimento e rispose Papillon, titolo di un altro film molto famoso, che però era sbagliato.
Che fine hanno fatto l’eredità e i brevetti: la Fortuna di avere uno zio pazzo, ma generoso
Alla fine del film – di cui abbiamo parlato nella recensione di Caccia all’eredità – supponiamo che l’eredità di Wladislaw Fortuna vada all’orfanotrofio, come c’era scritto su quel testamento redatto per scherzo, che di fatto resta l’unico. Nessuna traccia dei brevetti delle invenzioni di Wladislaw, quelli sì destinati ai parenti, ma del resto Fortuna aveva anche detto che i brevetti erano tutti custoditi nella sua testa.
Ai parenti di Wladislaw resta però un’eredità affettiva e soprattutto nuovi slanci di vita, che non sono poca roba. Natalia e Gustaw si sposano in carcere, e lei pubblica un nuovo romanzo inspirato a ciò che ha vissuto, dal titolo Il vecchio e il male. La famiglia di Dawid e Zosia ritrova un affiatamento che sembrava perduto, anche con i figli Jezefina ed Henrik. La coppia gay formata da Karol e Karol, adotta un cane akita (la stessa razza resa celebre dal film Hachiko). Infine, il maggiordomo, che veniva pagato bene da Wladislaw, ha abbastanza soldi da parte da acquistare tutta la tenuta e permettersi un maggiordomo, a sua volta.
Per cercare di riunire i suo familiari, Wladislaw aveva telefonato a tutti, prima dell’incontro in villa, e fingendo di dover fare un sondaggio, si era fatto dire tutti i fatti loro e aveva indagato nelle loro vite. Questo è evidente sin dall’inizio del film, quando il maggiordomo invita la combriccola a pranzo, e ognuno di loro mangia un piatto diverso (c’è chi ha l’hamburger, chi gli spaghetti, chi il sushi) come se lo zio avesse tenuto presente le preferenze di ciascuno.