Chocolat è ambientato nell’anno 1959 nel paesino immaginario di Lansquenet-sur-Tannes. Seppur di fantasia, il luogo in cui è ambientato il film rispecchia appieno quella che era la vita nelle piccole comunità della Francia del post dopoguerra, dove a farla da padroni erano il bigottismo e la vita austera, ostinatamente radicata nella tradizione. Un’epoca in cui il più piccolo cambiamento era guardato con sospetto: lo vediamo anche in Chocolat, quando l’arrivo della cioccolataia Vianne porta una ventata di novità nel contesto retrogrado di Lansquenet, seducendo uno ad uno gli abitanti del paese.
Chocolat, girato in Francia e diretto da Lasse Hallström è uscito nel 2000 ed è tratto dal romanzo omonimo dell’autrice britannica Joanne Harris – racconta l’arrivo della cioccolataia Vianne Rocher (Juliette Binoche) e della figlia Anouk a Lansquenet-sur-Tannes, tranquillo paesino della campagna francese in cui i suoi abitanti conducono una vita all’insegna della tranquillité: ogni cittadino conosce il proprio posto all’interno di una società immutabile, la cui vita è scandita da giornate sempre uguali e dalla messa domenicale tenuta dal giovane padre Henri (Hugh O’Conor). Custode morale dell’esistenza a Lansquenet è il suo sindaco, il conte Paul de Reynaud (Alfred Molina), uomo intransigente e ligio al dovere, con il compito autoassegnatosi di controllare che tutti percorrano la via del pentimento e della restrizione.
Vianne e la sua cioccolateria – aperta proprio durante il periodo della Quaresima – portano una ventata di novità e anticonvenzionalismo in questo rigido contesto rurale, provocando lo sconcerto dei suoi cittadini più tradizionalisti e riaccendendo emozioni ormai sopite da tempo in quelli che decidono di lasciarsi sedurre dalle prelibatezze della sua pasticceria. Ma la donna non è l’unica a mettere in crisi la monotona e antiprogressista esistenza di Lansquenet: a rompere gli schemi ci pensa anche il fascinoso Roux (Johnny Depp), a capo di una comunità di zingari che vive a bordo di chiatte spostandosi lungo la Tannes e appena approdata nel villaggio. Un evento che – in linea con la mentalità conservatrice degli abitanti del paese – porta immediatamente al cosiddetto “Boicottaggio dell’Immoralità“, iniziativa attraverso la quale i negozianti e gli esercenti di Lansquenet rifiutano di servire gli stranieri e alla quale, ovviamente, Vianne non aderisce.