Abbiamo visto in anteprima italiana Oppenheimer, attesissimo nuovo film scritto e diretto da Christopher Nolan che debutterà nelle nostre sale con Universal Pictures a partire da giovedì 23 agosto. Ritorno dietro la macchina da presa del cineasta britannico dopo il semi-fallimentare Tenet, Oppenheimer è il lungometraggio di Nolan che non ti aspetti, diamentralmente opposto e contrario alle sollecitazioni e ai generi cinematografici che il regista ha affrontato negli anni precedenti, ma che mantiene tuttavia intatta la cifra stilistica dell’autore.
Con un cast in stato di grazia composto da Cillian Murphy nei panni del protagonista, Robert Downey Jr., Emily Blunt, Florence Pugh, Matt Damon, Gary Oldman, Rami Malek e tantissimi altri, Oppenheimer forse scontenterà la frangia di spettatori più appassionata ed intransigente del cinema nolaniano, mentre farà molto probabilmente felici i cinefili più incalliti e la critica di settore, che negli ultimi anni non è stata di certo così tenera con il popolarissimo regista. In attesa della nostra recensione completa che arriverà nelle prossime settimane, vi spieghiamo in breve cosa vi aspetta dall’ultimo film di Nolan.
Oppenheimer è il film di Nolan che non ti aspetti
Oppenheimer è il film di Christopher Nolan che non ti aspetti. Sì, perché a dispetto del cinema che il regista inglese ci ha proposto negli ultimi decenni e che lo ha reso uno degli ultimi autori capaci di creare entusiasmo ed evento cinematografico a sé con il suo solo nome, la pellicola in questione rifugge da qualsiasi aspettativa preconcetta, sorprendendo lo spettatore con ammirazione ed occhi sgranati. Oppenheimer è, a tutti gli effetti, un film biografico sulla figura controversa dello scienziato omonimo, considerato il “papà della bomba atomica”, eppure degli stilemi del biopic contemporaneo ha ben poco.
Sarà che nonostante rifugga dal cinema di fantascienza che tutto sommato ha reso celebre Nolan nel mondo intero (basti ricordare Inception, Interstellar e lo stesso Tenet), Oppenheimer è un film nolaniano al 100% nel mondo in cui districa le linee narrative del racconto, tra passato, presente e futuro della narrazione. Un modo, ancora una volta, di fare i conti con il tempo, di giocare con esso ingannando lo spettatore e sovvertendo persino la ben più canonica struttura narrativa del libro di Kai Bird e Martin Sherwin (“Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica”) da cui il film è spudoratamente tratto.
Un anti-biopic coi fiocchi
Non solo la linearità narrativa sulla quale si struttura il lunghissimo film di Nolan (vi avvertiamo, sono tre ore densissime!) si incasella alla perfezione tra le ossessioni stilemiche che hanno reso celebre e distintivo il cinema del regista, ma si configura anche come anti-biopic a tutto tondo. Rifuggendo la classicheggiante struttura del “nasce, cresce e corre” che imperversa da decenni or sono nella realizzazione dei film dedicati alla vita di eminenti personalità realmente esistite, Oppenheimer racconta luci ed ombre del papà della bomba atomica attraverso molteplici angolazioni inedite e momenti temporali sempre differenti e stratificati.
Alternando splendide sequenze in IMAX a lunghe digressioni in abbacinante bianco e nero (merito del direttore della fotografia Hoyte Van Hoytema, in odore di nomination all’Oscar), Christopher Nolan firma il suo film più atipico ed ambizioso, smontando tutti gli elementi e i cliché del cinema biografico attuale (sempre più appiattito su se stesso e senza anima) e regalando al pubblico cinematografico un’opera magna lunga, immersiva, densissima di dialoghi al fulmicotone ed esperienziale nel suo eccellente assetto visivo e sonoro.
Un monumentale film sulle ombre dell’America
Ma più di tutto, Oppenheimer di Christopher Nolan ci ha sorpreso perché si pone la smisurata ambizione di voler raccontare le zone d’ombra e le contraddizioni di un’America di fronte al più grande bivio etico e morale della sua storia: per vincere la Seconda Guerra Mondiale una volta per tutte e consolidare il proprio predominio sia sulle forze alleate che sugli avversari, è lecito usare l’innovativa (e potenzialmente devastante) bomba ad idrogeno ideata dal team dello scienziato americano? Le conseguenze dello sgancio della bomba su Hiroshima e Nagasaki saranno terribili, sulla reputazione dello stesso Oppenheimer e sull’integrità morale dell’America tutta.
Con il suo ultimo film, Christopher Nolan realizza uno spaccato sorprendentemente intimista di una nazione (quella statunitense) avida e vorace, il cui capro espiatorio sarà proprio il controverso scienziato che dà il titolo al film, interpretato da un Cillian Murphy fragile, carismatico e perfetto. A noi il film ha ricordato nel suo incedere narrativo e nelle sue notevoli ambizioni JFK, il capolavoro di Oliver Stone del 1991. Che per Nolan, è un grande complimento.