Il film Dark Places – nei luoghi oscuri non è tratto da una storia vera, ma è una vicenda per la quale la scrittrice Gillian Flynn ha detto di essersi ispirata soprattutto a diverse comunità online di persone ossessionate da omicidi celebri o fatti di cronaca. Inoltre, la protagonista Charlize Theron ha spiegato che si è immedesimata nella trama, perché da ragazza ha vissuto una situazione simile quando sua madre ha ucciso suo padre, ma ovviamente il film non racconta la sua storia.
Dark Places racconta la storia di Libby Day, una ragazza di circa trent’anni nota alle cronache perché quando era piccola, all’età di sette anni, aveva assistito al massacro della sua famiglia nella loro fattoria in Kansas. Libby era riuscita a sfuggire alla strage, e poi aveva accusato suo fratello maggiore Ben di essere un satanista e di aver sterminato i suoi familiari. Per anni Libby ha vissuto in una sorta di limbo, senza far nulla, sopravvivendo grazie ad un fondo fiduciario che è stato organizzato per lei dopo gli omicidi. La svolta arriva quando un’associazione, The Kill Club, che si occupa a livello amatoriale di delitti irrisolti, si interessa al caso di omicidio di cui lei è stata testimone. Ben Day è stato sottoposto ad un processo iniquo. Non si sa se sia stato lui ad uccidere i suoi familiari, ma anche se non fosse il colpevole, non è detto che sia del tutto innocente.
Gruppi come The Kill Club esistono davvero, spiega Gillian Flynn in un’intervista a Reader’s Digest UK:
“Si tratta d persone ossessionate da omicidi bizzarri, come quello di JonBenet Ramsay. Io stessa sono una fan del true crime e vorrei non esserlo! Non sono particolarmente orgogliosa del fatto che mi lasci coinvolgere da vicende di cronaca e omicidi. L’idea per il gruppo del film mi è venuta quando mi sono chiesto come sarebbe se queste persone si riunissero in convention, come quella che si vede nel film. Una sorta di carnevale dove loro si vedono e si scambiano souvenir o gadget da collezione” .
Comunità come queste esistono anche in Italia, ovviamente, basti pensare a quanto sono stati seguiti casi come quelli del Mostro di Firenze o anche dei cold case come il delitto di Via Poma o l’omicidio di Antonella Veroli. Se anche voi siete appassionati, non perdetevi la classifica sui documentari true crime da non perdere su Netflix.
Un’altra fonte di ispirazione per il film, ha spiegato Flynn, è la musica heavy metal, come Run to the Hills degli Iron Maiden.
“Sono cresciuta con gli Iron Maiden, gli Slayer e i Venom! Scrivere Dark Places è stato divertente, perché ho tirato fuori i vecchi album che avevo e li ho scaricati sul mio iPod. Questo ha evocato bei ricordi della me adolescente, che si riuniva insieme ad altri ragazzi nello scantinato di qualcuno a pogare. In particolare, Run to the Hills degli Iron Maiden è il brano che potrei ascoltare in loop per rilassarmi o fare jogging”
Inoltre, la scrittrice è cresciuta in Kansas, negli anni ’80, dove è ambientata parte della vicenda del film e ha spiegato che un’altra cosa che l’ha ispirata è stata quel fenomeno chiamato Satanic Panic.che ai tempi coinvolse anche il gioco di ruolo Dungeons and Dragons.
“Un’altra cosa che ha suscitato il mio interesse, essendo cresciuta negli anni anni Ottanta, era il Satanic Panic. C’era questa convinzione che il satanismo fosse particolarmente diffuso. Che il tuo vicino di casa potesse essere un adoratore del diavolo, o che la maestra della scuola materna potesse essere coinvolta in qualche sorta di rituale satanico. Ai tempi fu quasi una caccia alle streghe: la gente veniva processata e arrestata per aver detto una cosa. L’idea che qualcuno che conoscessi potesse essere un satanista mi affascinava. Da bambini non facevamo altro che spaventarci a vicenda, indicando case dove pensavamo si svolgessero messe nere.”
Riguardo Charlize Theron, come dicevamo, l’attrice ha ammesso di essersi immedesimata nella storia di Dark Places – nei luoghi oscuri, perché ha vissuto una vicenda simile in famiglia, quando sua madre uccise suo padre. I suoi genitori erano separati e il padre, in particolare, era alcolista. Una sera, dopo un diverbio, l’uomo tentò di fare irruzione nella casa in cui vivevano la sua ex moglie e Charlize e sparò. La madre di Charlize reagì all’aggressione sparando a sua volta, e uccise l’ex marito per legittima difesa. Nella concitazione, anche il fratello del marito, che cercava di calmarlo, rimase ferito. Al magazine E! Online, l’attrice australiana dichiarò:
“Ho vissuto un’esperienza simile (a quella vissuta dalla protagonista del film) nella mia vita. Un evento traumatico che in qualche modo mi ha formata. Nel film il mio personaggio vive questo evento quando ha sette anni e decisamente è qualcosa in cui posso immedesimarmi. Si tratta di qualcosa che ho vissuto nella mia vita. Sono eventi simili, ma mentre quello del film è un omicidio a tutti gli effetti, nel mio caso è stato un incidente, con legittima difesa”