Detenuto in attesa di giudizio, film drammatico del 1971 non è tratto da una storia vera, ma si ispira al reportage Verso il carcere, di Emilio Sanna e ad un doloroso episodio della vita di Lelio Luttazzi, che ne parlò nel libro di memorie Operazione Montecristo. Nel 1970 il conduttore fu arrestato per aver aiutato, senza saperne nulla, l’amico Walter Chiari a contattare quello che poi si sarebbe rivelato uno spacciatore di droga. Il film è diretto da Nanni Loy e interpretato da Alberto Sordi.

Il conduttore e showman fu arrestato per detenzione e spaccio di droga solo sulla base di prove indiziarie, e rimase in carcere, a Regina Coeli, per 27 giorni. Un incubo lunghissimo che si chiuse senza alcun rinvio a giudizio. Ma che di fatto bloccò la carriera, allora lanciatissima, di Luttazzi.
L’errore giudiziario lo spinse a scrivere un romanzo, Operazione Montecristo. Un libro che nel titolo cita il celebre personaggio di Alexandre Dumas, ingiustamente rinchiuso e desideroso di vendetta. L’autobiografia di Luttazzi, e il reportage Verso il carcere di Emilio Sanna, colpirono moltissimo Alberto Sordi. Tanto che l’attore volle utilizzarli come ispirazione per il suo personaggio in Detenuto in attesa di giudizio. Dove peraltro Luttazzi compariva in veste di compositore di alcuni brani della colonna sonora.
Sordi, premiato con l’Orso d’argento a Berlino per la sua interpretazione dolente, nel film vestiva i panni di un geometra romano, coinvolto suo malgrado in un caso legale. In vacanza in Italia, dalla Svezia, con la sua famiglia, infatti, l’uomo finiva in cella con l’accusa, infondata, dell’omicidio colposo preterintenzionale di un cittadino tedesco.
Dopo una lunga serie di angosciose vicende, tra cui un ricovero nel reparto psichiatrico del penitenziario, il geometra Di Noi scoprì che la morte dell’uomo era in realtà legata al crollo di un ponte che la sua ditta aveva costruito. Finalmente libero, tornerà da moglie e figli, ma l’incubo non l’avrebbe mai abbandonato. Tanto da immaginare di essere ucciso dalle guardie che gli chiedevano i documenti prima di espatriare.
La vicenda kafkiana di Lelio Luttazzi fu quindi un modello potente per Sordi e Loy. Lo stesso Luttazzi diresse il suo primo e unico film da regista, L’illazione, del 1972, basandosi sulla sua storia. L’illazione passò in televisione solo dopo la morte del musicista, avvenuta nel luglio del 2010.