È appena approdato su Netflix l’ottimo Dune di Denis Villeneuve (qui la nostra recensione), che adatta con grande fedeltà, ma anche con qualche inevitabile differenza, la prima metà dell’omonimo capolavoro letterario di Frank Herbert.
Negli anni Settanta si era cimentato invano nella trasposizione cinematografica di questo grande classico della fantascienza il regista franco-cileno Alejandro Jodorowsky, mentre David Lynch, nel 1984, ha cercato di condensare l’intero volume in poco più di due ore di film, con un risultato finale non molto soddisfacente.
Visti i precedenti, Villeneuve ha scelto di andarci con i piedi di piombo, e nel suo film ha adattato soltanto la prima metà della storia, rinviando al secondo capitolo, in uscita nelle sale il 3 novembre 2023, la parte restante delle avventure di Paul Atreides.
Senza fare spoiler sul futuro della saga, a beneficio di chi ha appena visto il film e non conosce l’intera storia, facciamo il punto sui vari filoni narrativi rimasti in sospeso in questa spiegazione del finale di Dune, di Denis Villeneuve.
Il potere del deserto
Dopo aver sconfitto e ucciso in duello il suo oppositore Jamis, il fuggitivo Paul Atreides è diventato a tutti gli effetti un membro di una delle tribù Fremen che vivono nel deserto di Arrakis.
Nell’ultima scena, mentre marcia insieme a sua madre Jessica alla volta della loro base, il Sietch Tabr, assiste a qualcosa di incredibile: a quanto pare, i guerrieri Fremen sono in grado di cavalcare i giganteschi vermi delle sabbie che infestano il pianeta.
“Il potere del deserto”, mormora il protagonista, memore di quanto gli aveva detto suo padre Leto mentre ancora si trovavano sul pianeta natale degli Atreides: “Qui su Caladan avevamo il potere del cielo e del mare, su Arrakis ci servirà quello del deserto”.
Finalmente, Paul è riuscito a scoprire un’arma con cui potrebbe davvero distruggere gli Harkonnen, sfruttando le caratteristiche stesse dell’ecosistema che lo ospita.
Per gli stranieri, il verme delle sabbie è soltanto una misteriosa forma di vita in qualche modo connessa con la Spezia, che attacca qualsiasi macchina o individuo protetto da uno scudo energetico.
Le tribù Fremen, invece, ne conoscono ogni segreto, lo venerano con il nome divino di Shai-Hulud (Creatore), e se ne avvalgono come mezzo di trasporto e come formidabile alleato sul campo di battaglia.
Come dice Chani, la giovane ragazza Fremen interpretata da Zendaya, “questo è solo l’inizio”.
Visioni del futuro
Con la momentanea attivazione dei suoi poteri a seguito dell’esposizione del suo organismo alla Spezia, Paul ha avuto varie visioni del futuro, che di sicuro Denis Villeneuve recupererà e contestualizzerà nella narrazione del secondo film.
Il duello con Jamis e l’incontro con la bella Chani si sono già verificati, ma restano in sospeso almeno altre due premonizioni.
Nella prima, vediamo il capotribù Stilgar istruire Paul nelle vie dei Fremen, così da farlo diventare uno di loro.
In un’altra circostanza, il protagonista afferma con orrore di aver assistito a una crociata in suo nome, con “legioni di fanatici in adorazione del teschio di suo padre”.
In effetti, sullo schermo appare il giovane protagonista con indosso un’armatura dorata, alla testa di un esercito di commando Fremen intenti a combattere all’ultimo sangue contro i fanatici Sardaukar imperiali.
Successivamente, la telecamera indugia in modo particolare su una mano femminile che stringe un coltello bagnato di sangue: si tratta della prima, fugace apparizione di un personaggio molto importante della saga, che ancora non conosciamo.
In seguito, Paul, Chani e sua madre Jessica passano in rassegna le truppe sul pianeta natale degli Atreides, Caladan, e le truppe in armatura inneggiano al suo nome.
Il protagonista farà di tutto per evitare che questo terribile futuro si avveri, perché sa che ne deriverebbe un’ondata di violenza e fanatismo in grado di travolgere l’intera galassia.
Ma il suo destino può davvero essere alterato?
Attenzione ai dettagli: nelle premonizioni, Paul e sua madre hanno gli occhi completamente azzurri, segno che diventeranno completamente assuefatti alla Spezia di Arrakis, proprio come gli indigeni Fremen.
Ma cosa accade quando una Bene Gesserit come Jessica (o un individuo speciale come suo figlio Paul) assorbe nel proprio organismo un enorme quantitativo di Spezia?
L’ascesa di Rabban
Nel frattempo, il malefico e corpulento barone Vladimir Harkonnen è sopravvissuto alla nube di veleno esalata da Leto prima di morire, ed è già in via di guarigione.
A governare Arrakis con il pugno di ferro, però, sarà ora suo nipote Rabban, detto “la Bestia”, e interpretato da Dave Bautista.
“Non hai idea – gli dice il barone, emergendo momentaneamente dal suo bagno di Spezia curativo – di quanto mi sia costato portare qui una simile armata. Ora ho un’unica esigenza: profitto. Quindi spremi Rabban, spremi al massimo”.
Nell’universo di Dune, infatti, l’intero settore del trasporto interstellare è completamente monopolizzato dalla potentissima Gilda spaziale, che da questo momento in avanti inizierà a stringere la propria morsa creditizia sul casato degli Harkonnen, il quale a sua volta si rivarrà sui poveri abitanti di Arrakis.
“E i Fremen?”, chiede Rabban. “Uccidili tutti”, ordina il barone.
Il personaggio di Dave Bautista è un vecchio nemico dei Fremen, e li ha già combattuti prima dell’arrivo degli Atreides, come abbiamo visto all’inizio del film.
Per lui, quindi, sarà un vero piacere intraprendere una volta per tutte una campagna di sterminio contro le tribù locali che da sempre ostacolano l’estrazione della Spezia.
Se vuole sopravvivere, Paul dovrà impugnare le armi e prepararsi a combattere…
Paul è il Kwisatz Haderach?
All’inizio del film, la reverenda madre Gaius Helen Mohiam parla del mitico Kwisatz Haderach, il leggendario messia genetico atteso dalle Bene Gesserit dopo molti millenni di intrighi e manipolazioni dinastiche.
Che sia davvero il nostro Paul? O che si tratti dell’altro nascituro che Jessica porta in grembo? Secondo la tradizione, il Kwisatz Haderach è un autentico superuomo, capace di trovarsi in più luoghi contemporaneamente e di attingere a poteri virtualmente illimitati.
Al momento, Paul Atreides non è certo in grado di compiere questi prodigi e, anzi, non ha nemmeno ancora imparato a padroneggiare appieno il potere della Voce, come abbiamo visto a bordo della navicella degli Harkonnen.
Al tempo stesso, però, in tutta la galassia nessun individuo di sesso maschile della stessa età possiede abilità paragonabili alle sue…
Che fine hanno fatto Gurney e Thufir Hawat?
Nella concitazione dell’attacco a sorpresa degli Harkonnen contro la città fortezza di Arrakeen abbiamo perso le tracce di Gurney Halleck, maestro di Paul, e del computer umano (mentat) Thufir Hawat, capo della sicurezza e dell’intelligence del duca Leto.
Che ne è stato di loro? Gli Harkonnen li hanno catturati al termine della battaglia, o sono in qualche modo riusciti anche loro a scappare nel deserto?
Anche per colpa del taglio di alcune scene decisamente chiarificatrici, girate da Villeneuve e poi rimosse dalla versione finale per esigenze di minutaggio, ci toccherà attendere il prossimo film per scoprire la risposta.
Quel che sappiamo, invece, è che il valoroso Duncan Idaho è stato ucciso dai fanatici Sardaukar dell’impero, proprio come il duca Leto e l’emissaria imperiale Liet Kynes, che era in segreto la vera leader del popolo dei Fremen.