Elemental, il film d’animazione Pixar, al cinema dallo scorso 21 Giugno, sta facendo tanto discutere di sé. Diretto da Peter Sohn, già regista de Il viaggio di Arlo e del corto Parzialmente nuvoloso, l’opera rischiava di essere una battuta d’arresto per la casa di produzione.
Proiettato in anteprima mondiale come film di chiusura al Festival di Cannes 2023, Elemental (di cui via abbiamo parlato nella nostra recensione) ha diviso critica e pubblico. Sembrava destinato a diventare un flop perché nel weekend di esordio nelle sale americane il film ha registrato un tiepido debutto nazionale. Ad oggi, però, Box Office Mojo dichiara che ha superato i 310 milioni di dollari. Altre critiche che sono state mosse al nuovo film d’animazione riguardano la complessità della storia. Da altri è stata invece definita noiosa e insignificante, troppo simile a Zootropolis. Al contrario, alcuni critici sono rimasti da subito conquistati, definendolo come uno dei migliori lungometraggi della Pixar.
Elemental, di cosa parla la storia?
In una grande città come quella di Element City, in cui ognuno è libero di essere se stesso, la protagonista, Ember, è veramente libera di esprimersi? La risposta è no, non all’inizio. Perché la città non è concepita per il popolo del fuoco, costretto a ritirarsi in un quartiere lontano da tutta l’acqua che invece muove e dà vita al resto della città. Ed ecco che dal loro punto di vista l’acqua diventa loro nemica, il popolo degli acquatici mal visto e mal sopportato.
I genitori di Ember, emigrati dalla loro Terra del Fuoco in cerca di un futuro migliore, hanno dovuto fare i conti con una società che li ha allontanati e dalla quale loro stessi hanno preso le distanze. Ciò nonostante, hanno aperto un negozio e sono riusciti a costruire una vita per la loro famiglia. Ember nasce e cresce in questo contesto. Per lei è sempre solo esistito il negozio del padre e ha imparato a vivere secondo le regole implicite della tradizione di famiglia. Il suo obiettivo è quello di onorare gli sforzi dei genitori succedendo al padre, ormai anziano, nella guida del negozio. Purtroppo, però, sembra piuttosto incline alla rabbia contro i clienti. E questa è la scintilla che dà inizio alla storia.
Il film della Pixar parla di tradizioni e sogni
Quando una persona con un forte talento creativo è costretta a non seguirlo si sente disconnessa dal mondo, finendo col diventare rancorosa e arrabbiata, alla quale basta la minima scintilla involontaria per esplodere. Ember ha sempre creduto che il suo destino fosse quello di percorrere le orme del padre. Non le è mai stato chiesto se voleva fare altro, i suoi genitori e lei stessa hanno sempre dato per scontato che avrebbe fatto quello. Lei, che per prima sottovaluta la sua fiamma creativa e lascia in profondità la presa di coscienza che non è quello il suo sogno, percepisce la tradizione e le aspettative dei genitori più importanti della sua vocazione, perché i genitori si sono sacrificati per lei e lei deve ripagarli.
Al suo personaggio serviva una spinta esterna per sbloccarsi, una spinta opposta alla sua. Irascibile, chiusa e rassegnata, conosce un ragazzo che fa fluire le proprie emozioni senza timore di mostrarle, che riesce ad entrare in connessione con chiunque, che è libero di scorrere ovunque la corrente lo porti. Tramite l’acquatico Wade conosciamo un contesto diverso, una famiglia che si muove senza problemi ad Element City e che non ha dovuto reprimersi. Una famiglia aperta nella quale tutti sono liberi di esprimersi senza confini imposti, implicitamente o meno.
Una storia d’amore banale e senza antagonisti?
Wade riesce quindi a smuovere la vita di Ember. Tra i due opposti c’è attrazione e si va a delineare quella storia d’amore che ad alcuni è parsa banale. Ma banale non è, perché funzionale alla trama e non fine a se stessa. Qui subentra un’altra critica che è stata mossa nei confronti di questo film d’animazione. È vero che non sono presenti i cattivi a cui siamo abituati, ma non è vero che è una storia priva di antagonisti. In narrativa, l’antagonista è qualcuno o qualcosa che blocca il percorso dell’eroe, che si frappone tra esso e la realizzazione della sua missione. Se analizziamo Elemental da questo punto di vista, per la protagonista Ember> di antagonisti ce ne sono tre: l’acqua che minaccia e danneggia il negozio di famiglia e la loro vita tranquilla, il padre che involontariamente si frappone tra lei e il suo futuro, e il timore che lei stessa prova nell’inseguire il suo sogno creativo.
Non serve un cattivo per far evolvere l’eroe. Nella vita reale non esistono il mostro o la strega cattiva che vogliono ucciderci, troppo spesso siamo noi stessi eroe ed antagonista della nostra storia. Ember trova il modo e il coraggio di sconfiggere i suoi tre antagonisti grazie alla crescita personale incoraggiata da Wade. Ed è per questo che la loro storia d’amore non è banale. Se l’acquatico non fosse mai comparso nella sua vita, lei sarebbe rimasta bloccata, avrebbe ereditato il negozio del padre e probabilmente, prima o poi, avrebbe fatto esplodere tutto con la sua irascibilità. Proprio con quel temperamento che, grazie a Wade, ha capito essere un allarme della sua repressione creativa.
Elemental non è un fallimento
Elemental è un film d’animazione che parla di tradizione, di sogni e della scoperta di sé. Del trovare il coraggio di seguire le proprie aspirazioni, anche tramite il supporto che una persona amata riesce a dare. Mostra che è possibile trovare l’equilibrio tra tradizione, aspettative dei genitori, e il percorso che ognuno di noi è chiamato a fare lontano dalla propria famiglia.
Con il suo gesto finale Ember ringrazia i genitori per gli sforzi fatti e per aver investito su di lei, onora la tradizione, e va a chiudere al tempo stesso due cerchi narrativi. Quello del padre, a cui anni addietro era stata negata una riposta dal suo stesso padre, che finalmente sente di aver concluso il suo percorso e di poter accettare il meritato riposo. E il suo, sconfiggendo il peso delle aspettative e il timore di prendere una posizione diversa rispetto a quella data per scontata. Ora è pronta per una nuova avventura, la sua.