Per prepararvi alla visione di Forrest Gump (l’ennesima?) vi consigliamo di ascoltare la colonna sonora del film. È un approccio un po’ particolare, d’accordo, ma funziona alla perfezione per immergersi in questo racconto dedicato a un (anti)eroe sui generis. E funziona perché nella soundtrack di questa pellicola c’è davvero un mondo. Così, canzone dopo canzone, da Elvis Presley ai grandi pezzi della contestazione, Forrest Gump, cittadino illustre dell’Alabama, rivive davanti ai nostri occhi. Ed è protagonista assoluto di una grande storia, quella americana, con molte ombre, qualche luce, numerose contraddizioni. Il film di Robert Zemeckis questo è, un’elegia fiabesca intrisa di candore e stupore infantile nei confronti della vita.
Sullo sfondo, 30 anni di avvenimenti che hanno modificato nel profondo il tessuto sociale della nazione più potente del mondo. Narrati dal punto di vista di un uomo che la società “normale” considera imperfetto, quasi inutile, ma che invece riesce a cambiare la vita delle persone che incontra con la leggerezza di una piuma. La spiegazione del finale di Forrest Gump è la risoluzione di un puzzle che parla anche di noi. Quanto possono influire le azioni di una sola persona nella Storia con la “S” maiuscola? Zemeckis non ha dubbi: tutto. E affida questo messaggio a un eccellente Tom Hanks, premiato con l’Oscar per la sua interpretazione. E a proposito di statuette, il film se ne porta a casa sei, tra cui miglior regia e migliori effetti speciali.
Corri, Forrest!
Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Winston Groom, pubblicato nel 1986, Forrest Gump parte nel 1982, quando un uomo di nome Forrest Gump, seduto su una panchina di Savannah in Georgia, inizia a raccontare a diversi sconosciuti la sua vita avventurosa, segnata dagli incontri fortuiti (e non) con le più grandi personalità del XX secolo, da Elvis Presley, ospite a casa sua quando ancora non era famoso, a John F. Kennedy. Passando per John Lennon e Richard Nixon. Forrest nasce a Greenbow in Alabama. Affetto da un ritardo mentale e con la schiena più contorta di un cavatappi, Forrest cresce tra mille difficoltà con la sola madre che lo incoraggia più volte spingendolo a non sentirsi mai inferiore rispetto agli altri.
Schivata l’iscrizione a una classe speciale, grazie all’intercessione della mamma che si concede al preside della scuola, Forrest viene spesso bullizzato dai compagni di classe. L’unica amica a essergli sempre vicino, sin dai primi giorni, è Jenny, di cui il ragazzo si innamora all’istante. È lei a scoprire le straordinarie doti sportive di Forrest che riesce a correre come nessun altro. Quel talento aiuta il giovane a proseguire il suo percorso scolastico con relativa semplicità, approdando addirittura all’Università dell’Alabama dove Forrest assiste ai primi tentativi di integrazione razziale. Se Jenny continua a essere inquieta, con tanto di espulsione dal college, Forrest trova la sua realizzazione nell’esercito.
Tra Vietnam e gamberi
Qui conosce l’amico Bubba e prova a mitigare la delusione per l’impossibilità a vivere una relazione normale con Jenny. I due si vedono per un’ultima volta prima della partenza di Forrest per il Vietnam. Al fronte Forrest si segnala per lealtà e coraggio. Durante un’azione salva la vita al tenente Dan Taylor che però perde le gambe. I due restano legati a doppio filo per i successivi anni, nonostante la rabbia di Taylor per una condizione che lo fa sentire frustrato. Tornato in patria come eroe nazionale, Forrest ritrova la sua Jenny a Washington, ma i due continueranno a vivere separati per molto tempo. Nel frattempo, Gump viene “usato” come ambasciatore in Cina, diventando uno dei celebrati giocatori di ping pong assoldati per distendere le relazioni internazionali tra le due superpotenze.
Guadagna molti soldi che investe nell’acquisto di un peschereccio per gamberi. Tiene così fede alla promessa fatta a Bubba, morto in Vietnam. Sulla nave, ribattezzata Jenny, Forrest si riunisce al tenente Dan e dopo un inizio sfortunato, i due possono finalmente iniziare un fruttuoso commercio in campo ittico. Non sono giorni facili per Forrest che perde sua madre e affida la gestione dell’azienda a Taylor. Un fortunato investimento nella Apple renderà miliardari i due. Gump torna così a Winslow dove riabbraccia l’amata Jenny, sempre più segnata da una vita dissoluta e alla ricerca di un po’ di pace. La donna rifiuta la proposta di matrimonio di Forrest, ma fa l’amore con lui, fuggendo nella notte.
Il finale di Forrest Gump, come una piuma al vento
Jenny resta incinta e decide di dare una svolta alla sua vita, iniziando a lavorare con regolarità. Abbandonato ancora dal suo amore, Forrest decide di dar vita a un’impresa senza precedenti: correre per tutti gli Stati Uniti. In tre anni gira in lungo e largo gli States, diventando quasi un guru per tante persone. Fino a quando, un po’ stanchino, si ferma. La lettera di Jenny, che gli chiede di vederlo con urgenza, lo porta a Savannah. E siamo all’inizio della nostra storia. C’è però un ultimo capitolo da scrivere. Forrest ritrova Jenny e conosce suo figlio Forrest jr., un bambino sveglio e intelligente.
Sfortunatamente, Jenny è affetta da una grave malattia e sceglie di affidargli il piccolo. A questo punto è lei a chiedere la mano di Forrest, che accetta. Alla cerimonia partecipa anche il tenente Dan, ormai sereno e felice dopo l’impianto delle protesi alle gambe. Quando Jenny muore, viene sepolta sotto il grande albero dove da bambina era solita giocare con Forrest. L’uomo si appresta a vivere senza l’amore della sua vita, ma con vicino il loro amato bambino che inizia a frequentare la stessa scuola del padre. Forrest lo attende tutti i giorni alla fermata dello scuolabus. A fargli compagnia, una piuma bianca.
Il lato oscuro di Forrest Gump
Forrest Gump ha due anime ben distinte. La prima è luminosa, edificante e ci parla di un uomo speciale che riesce a ritagliarsi un posto di prestigio nel mondo nonostante le difficoltà della sua vita. La seconda, invece, è oscura, tragica, tenuta al di fuori della scena in maniera studiata. Pensate ad esempio alla madre di Forrest (la brava Sally Field) che per ottenere l’iscrizione del figlio a scuola deve offrirsi al preside (la sequenza è buffa e terribile al tempo stesso visto che il ragazzo è testimone del misfatto).
O al personaggio di Jenny (Robin Wright), tanto limpido nei suoi colori pastello, quanto buio al suo interno, vittima degli abusi da parte del padre. Forrest, poi, è diretto discendente di una stirpe di razzisti purosangue e sebbene la sua vita vada in direzione opposta, resta un inconsapevole stigma. A proposito di razzismo, la famosa scena di Vivian Malone, prima studentessa afroamericana ammessa all’Università dell’Alabama non avrebbe dovuto essere l’unico confronto tra Forrest e le lotte per i diritti civili. Forrest infatti avrebbe dovuto essere coinvolto nella marcia di Selma, rivolgendosi direttamente a Martin Luther King dopo averlo protetto dall’assalto di alcuni pastori tedeschi liberati dai poliziotti contro i manifestanti disarmati. La scena è stata poi tagliata da Zemeckis.
Forrest incontra Kennedy
Forrest Gump è stato uno dei primi film a sperimentare e a migliorare le tecniche CGI, quelle che hanno permesso al prode Forrest di incontrare “sul serio” John Fitzgerald Kennedy, John Lennon e Lyndon Johnson, per citarne alcuni. E che hanno reso alla perfezione la menomazione del tenente Dan. Merito di Ken Ralston, premiato con l’Oscar e di Ricky Jay, artefice della miracolosa sedia a rotelle che dà l’illusione dell’assenza delle gambe di Gary Sinise. La sedia, infatti, aveva un’impercettibile inclinazione che dava la possibilità all’attore di piegare e nascondere gli arti. Quasi una magia.
La malattia di Jenny, l’11 settembre e quel sequel che non vedremo mai
In molti hanno pensato che Jenny morisse di AIDS. E in effetti la vita promiscua della ragazza e l’abuso di droghe lo lasciava presagire. Tuttavia, il personaggio di Jenny non muore nel libro scritto da Winston Groom, ma solo nel sequel, Gump & Co, pubblicato nel 1995, un anno dopo l’uscita del film di Zemeckis e incentrato sulle avventure di Forrest negli anni ’80. E in questo caso si parla di epatite C, contratta a causa della sua tossicodipendenza.
Se lo script, firmato dal premio Oscar Eric Roth resta volutamente ambiguo (si fa riferimento a un virus non meglio identificato), lo stesso Roth ha spiegato in un’intervista che, nella sceneggiatura del sequel di Forrest Gump, la situazione si sarebbe chiarita una volta per tutte, facendo entrare in scena l’HIV (che avrebbe colpito il piccolo Forrest, comprensibilmente contagiato dalla madre). Cos’ha bloccato la produzione del sequel, allora? L’11 settembre. L’attentato alle Torri Gemelle, infatti, ha gettato nella disperazione sia lo scrittore che il regista. “Io e Bob ci siamo guardati negli occhi – ha raccontato Roth a Yahoo Entertainment – e ci siamo detti che quel film non avrebbe avuto senso. Non in quel momento terribile“.
Forrest Gump e il discorso misterioso
Uno dei cardini narrativi di Forrest Gump è la guerra del Vietnam, la ferita delle ferite, che ritorna ossessivamente in alcuni dei film più importanti della Nuova Hollywood. Cadenzata dalle hit più belle degli anni ’60, da Volunteers a For What It’s Worth, passando per Fortunate son (il cui uso cinematografico incessante per sottolineare le azioni dei soldati è stato sottolineato con sarcasmo in un divertente episodio dei Griffin), la storia del Vietnam raccontata in Forrest Gump è fonte inesauribile di sorprese.
Tra i momenti chiave c’è il discorso di Forrest a Washington davanti a migliaia di pacifisti arrivati nella capitale per manifestare contro la guerra. Nel film Gump viene interrotto da un alto militare che stacca il microfono proprio nel momento in cui inizia a parlare. Per molto tempo siamo stati all’oscuro delle parole di Gump, ma qualche anno dopo è stato lo stesso Tom Hanks a rivelarle. Eccole: “Certe volte, quando le persone vanno in Vietnam, tornano a casa dalle loro mamme senza gambe. A volte non tornano proprio. E questa è una brutta cosa. E non ho altro da dire su questa faccenda”. E ora provate a sentirle nella vostra mente quando rivedrete il film.