Dopo tre film particolarmente fedeli nella loro trasposizione ai romanzi scritta dalla Rowling, si arriva al capitolo che presenta le differenze maggiori. Harry Potter e il calice di fuoco, infatti, oltre ad aver acceso molte discussioni anche tra i più appassionati, si distingue per aver preso spesso delle strade alternative rispetto al romanzo.
La causa di questa dichiarazione d’indipendenza, portata a termine sempre sotto lo sguardo attento della Rowling, molto dipende dalle dimensioni del materiale narrativo a disposizione. In effetti Il calice di fuoco salta immediatamente all’occhio per il numero di pagine che, rispetto ai precedenti capitoli, aumentano in modo sensibile.
Una tendenza che si deve soprattutto al piacere descrittivo in cui indugia la Rowling e, ancora di più, all’attenzione rivolta nella definizione meticolosa delle prove cui devono sottostare i prescelti per il Torneo Tre Maghi. Come se non bastasse, poi, ad ampliare ancora di più il corpo del racconto interviene il ritorno di Voldemort e le difficoltà, da non sottovalutare, di una adolescenza che si fa sempre più pressante.
Per tutti questi motivi, dunque, il regista Mike Newell si è visto costretto a condensare, tagliare o revisionare quanto scritto dalla Rowling con uno scarto di cinque anni rispetto alla pubblicazione del libro. Per capire il lavoro svolto vediamo insieme le differenze tra libro e film di Harry Potter e il calice di fuoco.
1. Weasley e i Dursley
Se c’è una questione che è stata chiara fin dalle prime pagine che hanno dato vita all’intera saga, questa riguarda il rifiuto da parte dei Dursley di venire a contatto con il mondo magico. Un atteggiamento che, secondo il film, nasce da una sorta d’invidia provata da Petunia nei confronti della sorella Lily. Nel racconto strutturato dalla Rowling, però, si aggiunge anche un rifiuto per qualsiasi tipo di originalità da parte dei Dursely che, di fatto, rappresentano l’apoteosi stessa della mediocrità.
Per tutti questi motivi, dunque, sembrerebbe che non ci sia stato nessun tipo di contatto tra gli zii di Harry Potter e il mondo legato a Hogwarts. In realtà, però, non è proprio così. Nel romanzo Il calice di fuoco, infatti, i Weasley decidono di telefonare a i Dursley per chiedere il permesso di portare Harry alla Coppa del Mondo di Quidditch. Esattamente come è consuetudine in qualsiasi famiglia di babbani.
Successivamente, però, si recano a casa loro per andarlo a prendere usando la Metropolvere. Un metodo decisamente poco ortodosso per Vernon e Petunia. La presenza dei Weasley, infatti, ha un effetto dirompente sulla loro quotidianità, visto che causano l’esplosione del camino finto. Un episodio, questo, completamente eliminato all’interno del film. Qui, infatti, troviamo Harry già ospite della famiglia di Ron al risveglio da un incubo in cui, per la prima volta, scorge la presenza di Lord Voldemort.
2. La storia di Winky, l’elfo domestico scomparso
Non è insolito che, nel sovrappopolato universo di Harry Potter qualche personaggio sia stato eliminato nella trasposizione cinematografica. Questa volta tocca a Winky, una creatura che, i lettori del romanzo, hanno incontrato durante le prime pagine. Ma chi si nasconde dietro questo nome? Winky è l’elfa domestica di Barty Crouch che è destinata ad avere un piccolo ruolo proprio durante la Coppa del Mondo di Quidditch. Dopo la partita contro gli Irlandesi, infatti, nel campeggio scoppia il pandemonio. Quelli che all’inizio sembrano essere i fragorosi rumori di un festeggiamento, in realtà dimostrano preannunciare l’arrivo dei Mangiamorte. Per sfuggire alla loro sete di distruzione, dunque, Harry, Ron e Hermione scappano nel bosco per rimanere al sicuro. Qui, però, sentono una voce evocare il marchio di Voldemort.
All’arrivo degli uomini del ministero si scopre la piccola Winkye svenuta tra gli alberi con la bacchetta di Harry. A causa di questo l’elfa viene accusata di aver evocato il Marchio Nero. Un accadimento che, com’è stato preannunciato, non viene assolutamente citato nel film. Anzi, tutta la vicenda è riadattata per mettere al centro il personaggio di Harry Potter. Questo, infatti, non riesce a fuggire insieme agli altri ma, travolto dalla folla, sviene.
Al suo risveglio, tra la desolazione del campeggio abbandonato e distrutto dalla furia dei Mangiamorte, intravede una figura minacciosa che evoca il marchio. Quando cerca di capire di chi si tratta, però, questa fugge a causa dell’arrivo degli uomini del ministero e del signor Weasley. In mancanza di Winky, dunque, in questo caso Harry viene inizialmente incolpato per la comparsa del marchio. Accusa che cade immediatamente.
3. Arrivano le Beauxbatons e Durmstrang
Nel quarto capitolo Harry Potter e il calice di fuoco la scuola di magia di Hogwarts viene scelta per ospitare l’ambito torneo Tre Maghi. Per questo motivo vede anche l’arrivo di due delegazioni particolari. Si tratta degli allievi di Beauxbatons e Durmstrang, altre due scuole dedicate alle arti magiche. Per enfatizzare la loro entrata il regista Mike Newell ha orchestrato una coreografia basata sulla grazia delle studentesse della prima e la forza degli allievi della seconda. Questo vuol dire, in sostanza, che la Beauxbatons si presenta come una scuola esclusivamente femminile e la Durmstrang maschile.
Un cambiamento notevole rispetto a quanto scritto dalla Rowling. L’autrice, infatti, non solo fa arrivare le delegazioni il 30 ottobre, ossia solo con un giorno di tempo per mettere il proprio nome nel calice di fuoco. Cosa ancora più importante, le presenta come due scuole assolutamente miste. Particolare, dunque, la scelta di Newell e degli sceneggiatori che, probabilmente, in questo modo hanno voluto accentuare il potenziale di seduzione che i due gruppi hanno sugli studenti di Hogwarts.
4. Il labirinto di Hagrid
Tra tutte le prove che compongono il torneo Tre Maghi la più scenografica è, senza alcun dubbio, quella acquatica. Nonostante questo, però, è l’ultima a custodire il segreto più importante e, soprattutto, diventare il teatro del ritorno di Lord Voldemort. Tutto questo, però, non è noto agli organizzatori e a Silente che, almeno secondo quanto descritto dalla Rowling, affidano l’architettura e la scenografia del labirinto ad Hagrid.
Questo vuol dire che, a differenza di quanto avviene nel film, le pareti non si muovono cambiando costantemente posizione e non inghiottono nessuno. Piuttosto si tratta di un luogo che il guardiacaccia gigante popola di alcune tra le sue misteriose creature più pericolose. Tra queste fanno bella mostra degli schioppodi sparacoda, una sfinge e un molliccio.
5. Malocchio alias Barty Crouch jr.
Il personaggio nuovo che, in un certo modo, catalizza l’attenzione di questo quarto capitolo è Malocchio, chiamato a rivestire il ruolo di professore di Difesa contro le Arti Oscure, già ricoperto dal tormentato Lupin. Gli appassionati della saga, però, sanno perfettamente che dietro le sue sembianze, in realtà, si nasconde Barty Crouch jr.
Il suo scopo, infatti, è d’insinuarsi ad Hogwarts, passare per Malocchio grazie alla pozione Polisucco e mettere Harry nella condizione di arrivare all’ultima prova del torneo per farlo cadere tra le braccia di Lord Voldemort. Ma come è riuscito a fare tutto questo se, di fatto, lui è prigioniero tra le mura di Azkaban dai tempi della Prima Guerra dei Maghi?
Questa, senza alcun dubbio, è la parte mancante più consistente che distacca il film dal romanzo. Tra le pagine del libro, infatti, la Rowling ricostruisce gli avvenimenti che hanno condotto Barty Crouch jr ad Hogwarts e per quale motivo suo padre sembra riconoscerlo, nonostante le sembianze diverse. In effetti Crouch è perfettamente a conoscenza della fuga del figlio cui ha partecipato in modo attivo. Per accontentare l’ultimo desiderio della moglie morente, infatti, accetta di portare a termine uno scambio grazie ai poteri della Polisucco. In questo modo, dunque, la madre si sostituisce al figlio, prendendo il suo posto ad Azkaban.
Una volta tornato a casa, però, Crouch cerca di tenerlo al sicuro e di non farlo tornare nuovamente da Voldemort praticando su di lui l’Imperio. Una tecnica riuscita almeno fino a quando non si lascia convincere dall’elfa Winky a farlo partecipare, nascosto, alla partita di Quidditch rovinata dall’arrivo dei Mangiamorte. A quel punto, dopo aver sottratto la bacchetta ad Harry Potter, evoca il marchio e poi scappa, per timore di essere scoperto. In questo modo, dunque, gli eventi non solo sembrano combaciare alla perfezione ma assumono anche un significato più compiuto.