Il film: Horizon: An American Saga – Capitolo 1. Regia: Kevin Costner. Cast: Kevin Costner, Sienna Miller, Sam Worthington Genere: Western. Durata: 180 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al Festival di Cannes, in lingua originale.
Trama: Un villaggio del profondo West viene attaccato violentemente da un gruppo di nativi americani, in pochi si salvano tra cui una madre con sua figlia. Un mandriano, dopo aver ucciso un bandito, fugge scortando una donna e un bambino. In una tribù di nativi alcuni giovani membri se ne vanno. Una carovana di coloni attraversa vaste lande di territorio in cerca di una zona in cui insediarsi. Questi i vari fili narrativi che vanno a comporre il mosaico western di Horizon.
A chi è consigliato?: A chi cerca un’esperienza western a 360 gradi, che non prevede concessioni alla modernità ma solo un grande e avvolgente abbraccio al classicismo, aspirando grandezza.
Ambizione deriva dal latino Ambire, letteralmente “andare attorno, andare in giro”. E forse questo, nonostante di latino abbia ben poco, è il significato più profondo del western. Un perpetuo vagare tra territori inesplorati, all’interno di una natura non tiranna ma assolutamente indifferente all’uomo. Ma “ambizione”, anche nel significato corrente, è un termine perfetto per descrivere Horizon: An American saga. La tentata opera magna di Kevin Costner, che torna alla regia a vent’anni dal meraviglioso Open Range ed a quasi trentacinque dall’esordio di Balla coi Lupi. Un tentativo di racchiudere una larga fetta di storia americana e di tutto il genere western all’interno di un enorme contenitore composto da quattro film (i primi due già realizzati, il terzo sta terminando le riprese, il quarto non è detto che vedrà la luce) di circa tre ore l’uno.
Si tratta di un progetto sconsiderato, che probabilmente oggi non ha mercato ma che porta con sé il fascino dell’amore incosciente. Quello che Costner ha per un genere, per la storia del suo paese e per il cinema. Un desiderio vivo, che lo ha portato a scommettere tutto pur di realizzare un sogno che aveva nel cassetto da decenni. E se già è difficile potersi esprimere su qualcosa di simile, lo è ancora di più – come vedremo nella nostra recensione di Horizon: An American Saga – Capitolo 1 – senza avere una visione d’insieme dell’opera.
Un western per ghermirli tutti
Il progetto Horizon dovrebbe coprire più decenni del ‘800 americano, attraverso tutta la guerra di secessione e oltre. Un periodo in cui, rubando e trasformando le parole di Massimo D’Azeglio, “fatta l’America, ora bisogna fare gli americani”. A dir la verità pure l’America è tutta da fare, attraverso una colonizzazione del profondo West che ancora doveva essere compiuta. Da qua parte Costner che sceglie più punti di vista sparsi nell’immenso territorio. Abbiamo la vicenda di una madre e una figlia, tra le poche sopravvissute di una cittadina in costruzione annientata da un assalto di nativi americani, che vanno a vivere all’interno di un fortino dell’esercito; un mandriano che, dopo aver ucciso un bandito, decide di dar protezione a una donna e un bambino; una tribù di nativi che deve gestire i propri rapporti interni con una nuova generazione che avanza; una carovana di coloni che deve trovare un luogo dove insediarsi; la storia di un gruppo di uomini che dà la caccia a scalpi di nativi.
Ognuna di queste singole storie, che in questo primo capitolo rimangono quasi sempre distinte ma che immaginiamo trovino punti di contatto nei successivi, rappresenta un’anima del western. C’è l’eterna lotta tra nativi e colonizzatori, la vita dei fuorilegge e dei fuggitivi, la difficoltà di sopravvivere e trovare un equilibrio uomo-natura o ancora quello di creare una società da zero. L’idea di Costner sembra quella di un gigantesco affresco del western che ne copra ogni singola piega e diramazione. Come se l’America stessa nasca dal genere e non il contrario. Un’operazione che non può che rimandare a La Conquista del West (1962) diretto da Ford, Hathaway, Marshall e Thorpe, film a episodi che tentava proprio di ricostruire sia la storia del West che quella del western.
Una bellissima visione incompleta
Horizon ha i classici problemi delle storie a capitoli. Da una parte non tutte le vicende sono forti allo stesso modo, dall’altra si crea un distacco emotivo nello spettatore che si vede portar via i personaggi proprio quando iniziava a legarci. Tutto è poi amplificato dal fatto che nessuna vicenda trova una sua conclusione all’interno di questa prima parte, cosa che di per sé è senza dubbio un difetto e che rende il primo capitolo di Horizon pressoché ingiudicabile. Eppure nel film c’è troppo coraggio, troppa voglia di mettersi in gioco e troppa bellezza per poter banalizzare l’intero progetto. Costner sceglie un impostazione generale molto classica a livello estetico – e a livello musicale, con la bellissima colonna sonora composta da John Debney – che riesce a regalare alcune fotografie dall’impatto straordinario. Non mancano dei tentativi di revisionismo dovuti alla sensibilità contemporanea, anche se – è bene ricordare – si tratta comunque di un autore settantenne alle prese con una storia ambientata nel profondo West di 150 anni fa. Il cast regge tutto abbastanza bene, in particolare Sienna Miller su cui l’occhio del regista pare avere una netta predilezione.
Un discorso a parte lo merita proprio l’attore-regista. Perché, va ricordato, poche cose nel mondo del cinema sono belle come Kevin Costner a cavallo. Portatore di un’armonia e di un fascino che sanno di antico e quindi, in questo caso, di autentico. Costner è perfettamente consapevole di quanto il pubblico voglia vederlo vagare ancora una volta nel west. Ma, a proposito di coraggio, decide di apparire a schermo quasi a un’ora dall’inizio del film per poi non rimanerci a lungo, giusto il tempo di un grande scontro, prima dialettico e poi a fuoco. Sono tutti frammenti quelli che rimangono del primo capitolo di Horizon, colpevole di non trovare una parvenza di compiutezza. Eppure quando il film corre regala momenti impressionanti. Tutta la prima ora ad esempio, che si concentra totalmente sull’assalto dei nativi ad un insediamento di coloni, è di una potenza fuori scala. Senza dubbio rimarrà come una delle cose migliori che vedremo sul grande schermo quest’anno. E forse, in attesa della seconda parte che arriverà in sala tra circa un mese, per il momento può bastare.
La recensione in breve
Horizon: An American Saga - Capitolo 1 ha l'enorme difetto di essere un'opera che non trova una sua compiutezza senza vedere gli altri pezzi del mosaico messo in piedi da Costner. Eppure porta con sé una tale carica di ambizione e bellezza che non può di certo lasciare indifferenti.
Pro
- L’ambizione di essere un’opera magna sul genere western
- Quando il film corre regala momenti di autentica grandezza
Contro
- Non si autosostiene e non è giudicabile senza (almeno) la seconda parte
- Voto CinemaSerieTv