“Sottovalutare, valutare una persona o una cosa meno di quello che effettivamente vale“. Come possiamo applicare questo concetto a un film o più in generale a un’opera d’arte. Ogni creazione, infatti, ha un valore intrinseco che non si può negare. Indipendentemente dal successo ottenuto. Anche perché, come avvenuto tantissime volte nel mondo dello showbiz, un film può apparire difficile e respingente nel momento della sua uscita, ma conquistare fama imperitura negli anni a venire. Insomma, è un discorso delicato e complesso che tuttavia non ci impedisce di giocare un po’, parlando di tutti questi film che negli ultimi 30 anni hanno ottenuto meno di quello che meritavano (o valevano). Detto che il periodo preso in considerazione sia ampio e che i nostri prescelti sono solo un campione limitato, e che tutte e tutti voi avete in mente il film (quel film) che avrebbe dovuto essere accolto in pompa magna (e invece no), eccovi i 10 film più sottovalutati degli ultimi 30 anni.
10. Locke, Steven Knight (2013)
Con un autore come Steven Knight (il padre di Peaky Blinders e di un’altra valanga di serie e film di successo) e un’interprete come Tom Hardy è assurdo che Locke non abbia avuto grande risalto internazionale. Ma di questo il nostro approfondimento parla, di opere che nonostante il loro potenziale non hanno sfondato come avrebbero meritato. Tant’è. Girato in sole otto notti e con una trama all’apparenza esile, Locke racconta la storia di un uomo che vede svanire la sua vita mentre a bordo di un auto parla al telefono con una serie di persone. Prima con la donna (Olivia Colman) che sta per dargli un figlio. Poi con il figlio e la moglie (Ruth Wilson) a cui confessa il tradimento. Infine, con il suo datore di lavoro che lo licenzia in tronco. La nottata si chiude con il vagito di un neonato, ascoltato al telefono. Il motivo dell’insuccesso forse è da addurre a una storia scarnificata e alla “povertà” delle location. Tutte cose che ce lo hanno fatto amare.
9. The Last Duel, Ridley Scott (2021)
Strano ma vero, anche Ridley Scott ha firmato un film incompreso. Ci riferiamo a The Last Duel del 2021, con Matt Damon, Adam Driver, Ben Affleck e Jodie Comer. Siamo nella Francia del XIV secolo. Qui, durante la Guerra dei Cent’anni, il cavaliere Jean de Carrouges (Damion) sfida lo scudiero Jacques Le Gris (Driver), colpevole di aver abusato della moglie di Jean, Marguerite. Come Rashomon il film è composto dai tre flashback dei protagonisti che raccontano la storia (e la verità) dal loro punto di vista. Ingenerosa davvero la risposta del pubblico, che non si è fiondato in sala per vederlo. Peccato.
8. Grace of my heart – La grazia del mio cuore, Allison Anders (1996)
Ogni volta che lo rivediamo cadono lacrime abbondanti dagli occhi. E sebbene non sia un motivo sufficiente a donare fame imperitura a un film, Grace of my heart – La grazia del mio cuore di Allison Anders è davvero uno dei film più sottovalutati degli ultimi trent’anni. Francamente, senza motivazione plausibile. Prodotto da Martin Scorsese, la storia raccontata da Anders è quella di una cantautrice americana che dopo aver messo il suo talento a disposizione di tante popstar, decide di cantare in prima persona. Attraversa così varie fasi della vita, passando dal grande successo a lutti terribili. Nella vicenda di Edna, la bravissima Illeana Douglas (doppiata da Kristen Vigard nelle parti doppiate), si vede in trasparenza quella della grande Carol King. Solo la colonna sonora firmata da Burt Bacharach ed Elvis Costello vale da sola la visione.
7. Babylon, Damien Chazelle (2022)
Dopo l’uno-due da brividi di Whiplash e La La Land Damien Chazelle sembrava un predestinato. Un talentuoso e giovanissimo autore di storie che non aveva paura a sognare in grande. Poi qualcosa si è inceppato nel meccanismo. Babylon in particolare del 2022 ha raccolto molto meno rispetto a quello che avrebbe meritato. Sarà stata anche una storia ingorda, sbalestrata e fuori dalle righe, ma il racconto della Hollywood dei grandi inizi era piuttosto verosimile e avrebbe potuto essere sostenuto di più. Anche solo per i venti minuti della folle sequenza iniziale, un party-orgia nella villa di un celebre tycoon. Nei primi giorni di programmazione ha portato a casa solo 5,3 milioni di dollari. Molto al di sotto delle aspettative.
6. Frankenweenie, Tim Burton (2012)
Dolcissimo, tenero, ma anche nero e gotico. Insomma, Tim Burton al 100%. Eppure Frankenweenie all’epoca della sua uscita, e parliamo del 2012, non colpì più di tanto l’immaginario collettivo. E anche in questo caso è un vero peccato, perché la nuova rielaborazione del mito di Frankenstein, raccontato attraverso la storia di un ragazzino che riporta in vita il suo cane, ha un tocco lieve che forse Burton ha perduto negli anni a venire. Ci sembra quindi quanto mai colpevole che questo gioiellino in stop motion sia passato sotto silenzio.
5. Before Midnight, Richard Linklater (2013)
Ve li ricordate Jesse e Celine, alias Ethan Hawke e Julie Delpy? Ci siamo innamorate e innamorati di loro nella trilogia di Richard Linklater iniziata con Prima dell’alba, proseguita con Before Sunset e culminata in un ultimo capitolo, Before Midnight, che è passato quasi inosservato. Forse perché immortala i due protagonisti nella fase finale della loro storia. Quando, ormai coppia da anni e con due gemelle, devono fronteggiare una crisi profonda, che li porta a un passo dalla separazione. Pur accolto benissimo dalla stampa, il pubblico non si è lasciato ammaliare.
4. Steve Jobs, Danny Boyle (2015)
Fatichiamo a comprendere come un film come Steve Jobs, diretto da Danny Boyle, scritto da Aaron Sorkin e interpretato da Michael Fassbender non sia stato celebrato a sufficienza. Non abbiamo una risposta diretta. Forse il pubblico non ha amato il ritratto di quest’uomo scostante perché lo ha ritenuto troppo poco celebrativo rispetto al ruolo ricoperto dal geniale imprenditore nell’immaginario di tutti. O forse la verità che è un autore come Sorkin sfida sempre spettatrici e spettatori con monologhi e dialoghi fluviali e complessi. A ogni modo, è sempre un bel vedere.
3. Il viaggio di Arlo, Peter Sohn (2015)
La vita è quella cosa che succede mentre sei impegnato a fare altri progetti. Rubiamo la frase di John Lennon per parlare di quella grande variabile chiamata caso che ha un ruolo essenziale per decretare il successo o meno di un film. Prendete Il viaggio di Arlo, film Pixar diretto da Peter Sohn, la cui sfortuna è stata uscire in sala poco dopo Inside Out. Insomma, un confronto che avrebbe ucciso artisticamente chiunque. E che ha pesato anche su questa deliziosa storia di formazione e di amicizia tra un piccolo umano e un cucciolo di dinosauro. Perfetta per i bambini, ma anche per gli adulti che non perdono la capacità di sognare e di farsi sorprendere. E dire che noi speriamo anche in sequel, chissà.
2. Jackie Brown, Quentin Tarantino (1997)
Sottovalutato, non apprezzato o considerato solo un Tarantino minore? Anche in questo caso il confine tra queste tre opzioni è sfumato. Resta il fatto che Jackie Brown è uno di quei film di Tarantino che non figurano quasi mai nella lista dei preferiti dei fan ed è un vero peccato. Oltre ad aver riportato in auge la splendida Pam Grier, eroina di decine di pellicole blaxploitation degli anni ’70 (la più nota è Foxy Brown, va da sé), Jackie Brown è un thriller riuscito.
1. Animali notturni, Tom Ford (2016)
Tom Ford ha impresso (e imprime) il suo marchio di stile nella moda e nella cosmesi, ma come gli artisti rinascimentali non esita a sperimentare tutte le forme di comunicazione e di espressione artistica. Dalle passerelle al cinema il salto è stato indolore, anzi quasi trionfale. Dopo il debutto registico in A single man, che valse l’Oscar come migliore attore protagonista a Colin Firth, Ford si è ripetuto nel 2016. Animali notturni, adattamento del romanzo di Austin Wright Tony & Susan, è stato presentato in concorso alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e si è aggiudicato il Gran premio della giuria. Il film è un raffinatissimo incastro di racconti, che mescola realtà e rappresentazione, in cui ogni dinamica tra i personaggi è vivisezionata con eleganza. Avrebbe meritato destino migliore.