In occasione delle celebrazioni per il centenario dalla nascita della Disney Brothers Cartoon Studios fondata nel 1923 da Walt Disney e suo fratello Roy, festeggiamo i 100 anni di una delle major hollywoodiane più influenti di sempre non con i titoli e i lungometraggi animati che hanno fatto il successo incredibile dell’attuale Walt Disney Pictures, bensì con quei classici che invece, per una ragione o per l’altra, ad oggi vengono considerati molto meno rispetto a capolavori imprescindibili e che ancora oggi fanno scuola.
Nella nostra classifica alternativa, abbiamo scelto per voi i 20 classici d’animazione i Disney più sottovalutati di sempre, quelli che oggi molti tendono a dimenticare ingiustamente rispetto ad altri più blasonati. Spesso e volentieri un vero peccato, perché questi gioiellini del presente e del passato targato Disney hanno molto più da dire di quanto non ci si aspetti e di quanto non ci si…ricordi!
1. Il Gobbo di Notre Dame (1996)
Nel pieno della vitalità artistica del Rinascimento Disney degli anni ’90, la major produce uno dei suoi capolavori più umani, adulti e dimenticati di sempre. Il 1996 è l’anno del 34° classico d’animazione Disney, diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise (la stessa coppia che aveva dato vita cinque anni prima al goticissimo La bella e la bestia) ed ispirato liberamente al romanzo ottocentesco di Victor Hugo. Il risultato finale è Il gobbo di Notre Dame, adattamento per tutta la famiglia che, tra numeri musicali degni di Broadway e tanta leggerezza e comicità, non si nasconde quando vuole raccontare temi serissimi quali la diversità, la xenofobia e l’integralismo religioso. Un piccolo capolavoro animato forse troppo bistrattato negli anni successivi alla sua uscita perché inauditamente audace e complesso per un pubblico infantile che aspettava sì il mandatorio lieto fine, ma non immaginava di trovarsi di fronte ad una rilettura molto dark del romanzo di Hugo.
Tra le guglie del campanile della cattedrale di Notre Dame è confinato il campanaro deforme Quasimodo. Vent’anni prima il giudice Frollo, ossessionato dall’idea di ripulire la città dai gitani, aveva ucciso la madre di Quasimodo. Per questo venne punito con l’obbligo di prendersi cura del bambino. Da allora Quasimodo vive rinchiuso nel campanile sotto la sorveglianza del suo dispotico tutore, sognando di potersi unire alla gente che anima la piazza. Un giorno, durante la Festa dei Folli, Quasimodo trova il coraggio di uscire. Nella piazza conosce Esmeralda, la donna che cambierà la sua vita.
2. Pocahontas (1995)
Un anno prima de Il Gobbo di Notre Dame, un altro gioiellino ad oggi piuttosto dimenticato e che alla sua uscita nel corso del 1995 fece storcere il naso alla maggior parte del pubblico ed anche ad una buona fetta di critica di settore. Stiamo parlando di Pocahontas, medaglia d’argento di questa classifica di classici Disney sottovalutati, diretto da Mike Gabriel ed Eric Goldberg ed ispirato ad una delle leggende indiane fondanti della storia degli Stati Uniti d’America. Non manca nulla al 33° classico d’animazione, dai simpatici animaletti che sorreggono il ruolo di “comic relief” ad un tappeto musicale sontuoso; eppure Pocahontas si merita la seconda posizione in questa lista perché spezza una regola fino ad allora apparentemente d’oro della casa di produzione: qui, a differenza dei suoi illustri precedenti, non c’è un lieto fine e questo alla sua uscita sconcertò buona parte del suo pubblico di riferimento, che infatti lo premiò con incassi al di sotto delle aspettative. Ma che a posteriori, fu un atto di grande coraggio contenutistico.
Nel 1607 un gruppo di avventurieri britannici, di cui fa parte John Smith, sbarca nel Nuovo Mondo. In Virginia la giovane indiana Pocahontas, figlia del capo Powhatan, è promessa sposa a Kakoum, coraggioso guerriero. I rapporti tra i coloni britannici e gli indiani si fanno sempre più tesi, e potrebbero sfociare in scontro. Dall’incontro di Pocahontas e John Smith nasce l’amore che alla fine salverà la pace tra inglesi e indiani.
3. Atlantis – L’impero perduto (2001)
Che il duo di registi formato da Gary Trousdale e Kirk Wise sia tra i più sottovalutati nella storia della Disney è ormai un dato di fatto. Non solo i due detengono la medaglia d’oro di questa classifica, ma si accaparrano anche la terza posizione con Atlantis – L’impero perduto. Rielaborazione in chiave avventuristica e steampunk del mito immortale del regno sommerso, il film viene spesso etichettato come un fallimento. Lo fu di certo al box-office e e nella ricezione del pubblico nel lontano 2001, ma l’animazione spigolosa ed evocativa ispirata all’opera del fumettista Mike Mignola ed un ritmo da action movie di grandissimo impatto ed immersione narrativa lo rendono un classico d’animazione Disney degno di essere riesumato e celebrato come si dovrebbe.
Milo, esperto linguista e cartografo, cerca di convincere i suoi colleghi di conoscere il mistero che avvolge la fine di Atlantide. La fonte di Milo è purtroppo un manoscritto perduto, ma presto gli si presenta ha l’opportunità di dimostrare la sua teoria.
4. Fantasia 2000 (2000)
Chiariamoci subito: nulla potrà mai superare o anche soltanto avvicinarsi alla rivoluzione artistica e cinematografica del Fantasia del 1940. Ma ben sessant’anni dopo il debutto di uno dei più grandi capolavori nella storia del cinema d’animazione, la major prova a rinverdire la grande eredità (anche e soprattutto musicale) del capostipite e realizza Fantasia 2000; ogni segmento animato e musicato (sono in totale sette) è diretto da un regista differente, nella migliore tradizione del classico che sessant’anni prima fece tremare il cinema internazionale. Sarà pure meno efficace e meno nostalgico del precedente, eppure Fantasia 2000 è tuttavia una gioia assoluta per gli occhi e per le orecchie. E tanto basta.
“Sinfonia n. 5”: c’è una grande controversia tra due gruppi di oggetti diversi per forma e per colore che rappresentano l’eterna lotta del Bene contro il Male. “I pini di Roma”: un gruppo di balene prende il volo quando una supernova esplode nel loro habitat naturale. “Rapsodia in blu”: viene seguito l’intrecciarsi delle vite di vari personaggi nella Manhattan degli anni d’oro del jazz. “L’intrepido soldatino di stagno”: un soldatino affronta enormi pericoli per salvare una ballerina. “Il carnevale degli animali”: cosa succede se a un fenicottero viene dato uno yo yo? “L’apprendista stregone”: torna Topolino nei panni dello stregone. “Suite l’uccello di fuoco”: la Natura viene evocata dal re della foresta.
5. Il pianeta del tesoro (2002)
Un solo anno dopo l’uscita nelle sale di Atlantis – L’impero perduto, un altro flop commerciale investe la Walt Disney Feature Animation e getta la major d’animazione in uno dei suoi periodi più bui. Il film in questione è lo sfortunatissimo Il pianeta del tesoro, diretto dalla coppia d’oro Ron Clements e John Musker (La sirenetta, Aladdin). Ispirato al romanzo d’avventura “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, rilegge il classico della letteratura per ragazzi in chiave fantascientifica e con uno spiccato gusto per le atmosfere steampunk. Ad oggi, e a oltre venti anni di distanza, è uno dei gioiellini più sottovalutati nella storia Disney.
Jim, un ragazzo di quindici anni, vive con sua madre in una città portuale. Un giorno inciampa su Bill Bones, un uomo gravemente ferito che Jim non riesce a salvare dalla morte, ma che gli affida una sfera contenente una mappa del tesoro. Il dottor Doppler organizza una spedizione a bordo del Rls Legacy, un fantastico galeone dello spazio. Grazie al cyborg Silver, cambusiere dell’astronave, Jim diventa un provetto pilota. Ben presto, però, il ragazzo scopre che Silver è un pirata che medita un ammutinamento…
6. Le avventure di Ichabod e Mr. Toad (1949)
Facciamo un salto molto indietro nel tempo ed arriviamo alla fine degli anni ’40 con Le avventure di Ichabod e Mr.Toad. Questo classico d’animazione Disney è composto da due segmenti narrativi differenti, uno molto più celebrato, l’altro invece generalmente dimenticato. Il primo “episodio” è ispirato al celebre romanzo di Kenneth Grahame “Il vento tra i salici”, mentre il secondo è una rilettura più leggera (ma non per questo meno affascinante) del racconto “La leggenda della valle incantata” di Washington Irving. Il mito del Cavaliere Senza Testa rivive con Le avventura di Ichabod e Mr. Toad, entrando di diritto tra i momenti più dark ed adulti dell’intera produzione animata Disney.
Il ricco e generoso Taddeo Rospo ha l’abitudine di cacciarsi spesso nei guai a causa della poca importanza che dà al denaro e delle sue strane e incontenibili manie. Così, quando si mette in testa di avere una fiammante auto rossa, nemmeno gli amici Tasso Mc Tass, Topus Water Rat e Talpino Sweet Mallow riescono a salvarlo dall’accusa di furto e dal carcere. Nel secondo episodio, Ichabod Crane è invece uno strampalato insegnante che, arrivato in nuova città, finisce per invaghirsi di Katrina Van Tassel, la ragazza più bella e ambita. Ciò gli attira però le ire del bullo Brom Bones, che lo terrorizzerà con la storia del cavaliere nero senza testa.
7. Tarzan (1999)
Il decennio del Rinascimento Disney si chiude idealmente con il sottovalutato Tarzan. 47° adattamento cinematografico e televisivo del romanzo di Edgar Rice Burroughs da cui il protagonista titolare, ha dalla sua un comparto artistico di grandissimo pregio, i tempi narrativi di un film d’avventura della migliore tradizione ed una colonna sonora originale con canzoni inedite cantate interamente da Phil Collins, anche in italiano. E per la trascinante “You’ll Be in My Heart” il musicista riceverà anche l’Oscar.
Un neonato rimasto orfano dei genitori viene allevato con amore nel cuore della giungla africana da un gruppo di scimmie. Il mondo pacifico di Tarzan, così si chiama il bambino, viene sconvolto dall’arrivo di una spedizione di esseri umani e dalla scoperta di appartenere alla loro razza. Ma insieme ai cattivi umani arriva anche la bella Jane.
8. Taron e la pentola magica (1985)
Tratto dal primo della serie di romanzi fantasy di Lloyd Alexander dal titolo “Le cronache di Prydain”, Taron e la pentola magica a suo tempo fu uno dei flop commerciali e di critica più clamorosi nella storia dell’animazione Disney, tanto che fu un punto di non ritorno che portò allo sviluppo negli anni successivi di una formula narrativa e tecnica che fece poi la fortuna della Casa di Topolino: il racconto musical alla Broadway. Poco riuscito e macchinoso, Taron e la pentola magica (diretto dal duo formato da Ted Berman e Richard Rich) è tutto sommato un fantasy animato ricco di suggestioni e di immagini adulte ed orrorifiche; in primis quelle relegate al villain Re Cornelius, forse troppo dark per un pubblico di piccini della metà degli anni Ottanta…
Il giovane Taron deve custodire, per conto del vecchio saggio Dalven, la maialina Evy, un animale molto speciale poiché in grado di individuare la pentola magica, che doterà chi lo possiede di un esercito di guerrieri immortali. Il crudele re Cornelius farà di tutto per rapire Evy, trovare la pentola ed impossessarsi del regno con il suo esercito di morti viventi…
9. Basil l’investigatopo (1986)
Un anno dopo il tonfo commerciale ed artistico di Taron e la pentola magica, arrivano incassi confortanti con il simpaticissimo ed originale Basil l’investigatopo. Diretto da Burny Mattinson, David Michener, John Musker e Ron Clements, è un liberissimo adattamento della serie di libri per ragazzi “Basil of Baker Street” di Eve Titus, a sua volta omaggio alle più grandi storie del detective Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle. Il risultato è un mix irresistibile di primissime esperienze di animazione al computer, un’incalzante colonna sonora originale composta da Henry Mancini ed un villain, ispirato al personaggio letterario di Moriarty, semplicemente da antologia.
A Londra al 221/B di Baker Street, potete incontrare due celebrità: una è Sherlock Holmes, l’altro è il topo Basil. Investigatore dalla formidabile logica deduttiva. Basil deve ritrovare un costruttore di giocattoli scomparso misteriosamente. Dopo varie avventure, Basil, aiutato dal fedele Dawson, assicura alla giustizia il colpevole e sventa un complotto ai danni della regina.
10. Le avventure di Bianca e Bernie (1977)
Gli anni ’70 si chiudono in grandissimo stile per Casa Disney: nel 1977 debutta sui grandi schermi di tutto il mondo l’ottimo ma forse oggi un po’ troppo sottovalutato Le avventure di Bianca e Bernie, 23° classico d’animazione Disney e primissimo di questa lista ad aver ricevuto l’onore di avere un sequel diretto (tredici anni dopo, lo ritroveremo più avanti in questa classifica). Ispirato alla serie di romanzi per ragazzi pubblicata da Margery Sharp, il film diretto da Wolfgang Reitherman, John Lounsbery e Art Stevens è avvincente, misterioso, angoscioso ed ha consegnato alle generazioni future una delle figure femminili più cattive dell’eredità disneyana: la terrorizzante Madame Medusa!
I topolini Bianca e Bernie, due topolini in missione per conto della Società di salvataggio, devono ritrovare la piccola Penny, scomparsa da un orfanotrofio. Unico indizio, un messaggio dentro una bottiglia, che li porterà fino alla palude del Diavolo, casa della malvagia madame Medusa.
11. La principessa e il ranocchio (2009)
Metti gli anni ’20, la musica travolgente del jazz, la sfavillante New Orleans al suo massimo splendore e la fiaba “Il principe ranocchio” dei Fratelli Grimm. Mescolate gli ingredienti ed ecco a voi il film d’animazione La principessa e il ranocchio. Diretto dalla coppia d’oro John Musker e Ron Clements, è stato il temporaneo ritorno all’animazione tradizionale di Disney dopo l’exploit del tridimensionale. Tra le principesse Disney più amate, forse Tiana è un po’ troppo dimenticata, ma le canzoni originali curate da Randy Newman rimangono ancora irresistibili!
Tiana, figlia di una sarta che sbarca il lunario facendo la cameriera, vive a New Orleans, nel quartiere francese, negli anni ’20, quando la capitale della Louisiana è attraversata dall’esplosione dello swing. Sarà con grande stupore che scoprirà che il ranocchio che chiede un bacio è un principe. Con lui avrà inizio un’avventura formidabile nei bayou del sud.
12. Bianca e Bernie nella terra dei canguri (1990)
Secondo lungometraggio in ordine di uscita cronologica del cosiddetto “Rinascimento Disney” (1989 -1999) e primo classico della major hollywoodiana ad essere sequel diretto (il primo capitolo del 1977 lo abbiamo trovato più in alto nella classifica), Bianca e Bernie nella terra dei canguri è anche la primissima pellicola della Casa di Topolino ad aver integrato nella tecnica di animazione il CAPS (Computer Animation Production System), sistema di produzione che digitalizza fasi quali l’inchiostrazione, la pittura ed il compositing. E il risultato si vede tutto nei straordinari panorami mozzafiato dell’Australia immortalati nel dimenticato sequel diretto da Mike Gabriel e Hendel Butoy.
Il ragazzino australiano Cody, amante degli animali, trova legata su una roccia che sovrasta un precipizio un rarissimo esemplare di aquila dorata. Mentre taglia le corde che la tengono prigioniera, Cody precipita nel vuoto e viene salvato dal volatile. A legare il rapace è stato Percival, perfido bracconiere, che vuole catturarlo e distruggere le sue uova perché acquisti maggior valore. L’aquila dona a Cody una delle sue penne dorate, ma quando Percival trova il ragazzo in possesso della piuma, vuole costringerlo a rivelare dove si trova il nido dell’uccello. A salvare Cody ci pensano due topolini, Bianca e Bernie.
13. Oliver & Company (1988)
Siamo nel 1988, anno particolarmente importante per la Walt Disney Pictures. Un anno prima del successo strepitoso de La sirenetta, il regista George Scribner firma Oliver & Company, adattamento in chiave “animale” del celebre romanzo di Charles Dickens “Oliver Twist”. Ebbe un ottimo successo commerciale, tanto che fu il classico d’animazione che convinse la Disney a far uscire ogni suo lungometraggio a cadenza annuale. Tradizione che ancora oggi rispetta come un orologio svizzero!
Il gattino Oliver, solo e affamato in mezzo al traffico di New York, aiuta il cane Dodger in alcuni piccoli furti. Il cane però prende la via della fuga lasciandolo senza refurtiva. Oliver, per nulla scoraggiato, lo raggiunge nella sua squallida soffitta, dove fa l’amicizia con una banda di quattro zampe unica ed irresistibile…
14. Red e Toby nemiciamici (1981)
Gli anni ’80 si aprono con il poco fortunato Red e Toby – Nemiciamici, adattamento del romanzo per ragazzi “The Fox and the Hound” di Daniel P. Mannix e diretto dal trio formato da Richard Rich, Ted Berman e Art Stevens. 24° classico d’animazione Disney, ha una sua importanza nel canone ufficiale perché ultimo lungometraggio della casa di produzione ad utilizzare una tecnica d’animazione totalmente tradizionale. A partire dal film successivo, Taron e la pentola magica, la CGI entrerà prepotentemente dietro le quinte, anche se non si vede.
Il cucciolo di volpe Red e il cagnolino Toby si incontrano nel bosco e diventano amici inseparabili. Il segugio però viene addestrato dal suo padrone per la caccia, e ben presto si rende conto che tra le prede ci sarà la sua amica volpe. Quando Toby si trova in grosse difficoltà (è caduto nelle grinfie di un orso), Red non esita a intervenire per tentare di salvargli la vita…
15. Musica Maestro (1946)
Facciamo un incredibile salto indietro nel tempo torniamo agli anni ’40. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, moltissimi animatori della Disney erano arruolati nell’esercito, tanto che la produzione di lungometraggi venne temporaneamente accantonata. L’unico modo per produrre film da portare al cinema era realizzare film “collettivi” di più registi, ognuno che si occupava di un segmento narrativo differente. Nasce così, sulla stregua di due enormi successi come I tre caballeros e Saludos Amigos, Musica Maestro, diretto da Hamilton Luske, Clyde Geronimi, Jack Kinney, Robert Cormack e Joshua Meador.
Dieci sono i segmenti di cui si suddivide la struttura narrativa di Musica Maestro: il primo è I Testoni e i Cuticagna, seguito da Palude Blu (sulle note del Clair de Lune di Claude Debussy), Quando i gatti si riuniscono, Senza te, Casey at the Bat, Due silhouette, After You’re Gone e Gianni di Felto e Alice di Paglia. Ma i due capitoli per cui il film collettivo è ancora ricordato sono senza dubbio Pierino e il lupo, e La balena che voleva cantare all’Opera.
16. Lo scrigno delle sette perle (1948)
Due anni dopo il modesto successo di Musica Maestro, arriva un altro film collettivo dell’epoca: Lo scrigno delle sette perle. Diretto da Hamilton Luske, Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Jack Kinney, non raggiungerà mai il successo de I tre caballeros o Saludos Amigos, ma ha il vanto di approcciarsi alla struttura episodica e musicale di Fantasia utilizzando la musica folk e la musica pop. I risultati sono altalentanti, eppure al contempo affascinanti.
Il film è un vero e proprio assemblaggio di sette cartoni animati: “Giovannino, seme di mela”, “Paperino carioca e un loro esotico amico”, “Pecos Bill”, “Il calabrone” (con musica di di Rimskij Korsakov), “Little Toot” (su un piccolo rimorchiatore), “Alberi” e “Once Upon a Wintertime” (una storia romantica su un paesaggio invernale). Campionario del puro stile Disney, una sorta di aggiornamento delle vecchie “Silly Symphonies” con un occhio a “Fantasia”.
17. Mulan (1998)
36° lungometraggio Disney d’animazione ed ispirato alla leggenda cinese di Hua Mulan, il film con la protagonista titolare è diretto in tandem da Barry Cook e Tony Bancroft. Tra i primi esempi di cinema Disney in cui la protagonista femminile non è una principessa in periclolo, ma invece veste le armi del guerriero, si mescola con i soldati maschili e si finge uomo per scompigliare le carte e firmare un cartoon particolarmente femminista. Ottima la colonna sonora, che dopo anni passa dalle mani di Alan Menken a quella di Jerry Goldsmith.
Ai confini estremi della Cina il feroce condottiero unno Shan-Yu sta muovendo le sue truppe per invadere il paese. L’imperatore allarmato emana un proclama con cui chiede ad ogni famiglia di mandare un uomo a combattere. Mulan, una giovane donna, si sostituisce all’anziano padre nella chiamata alle armi. E salverà la Cina dall’invasione degli Unni.
18. Ralph Spaccatutto (2012)
Grandissimo omaggio al mondo dei videogiochi di ieri e di oggi, Ralph Spaccatutto è un film d’animazione digitale diretto da Rich Moore e con un super-cast vocale capitanato da John C. Reilly, Sarah Silverman e Jane Lynch. Alcuni dei personaggi di contorno del viaggio tra i vari mondi giocabili che costituisce la struttura narrativa del 52° classico d’animazione Disney appartengono veramente a videogames esistenti. Il film ebbe un ottimo successo di pubblico, che convinse la Walt Disney Animation Studios a realizzarne un sequel, Ralph Spacca Internet, che troveremo proprio qui di seguito nella nostra classifica.
Ralph è il protagonista cattivo di un videogioco a 8 bit predisposto alla distruzione di tutto ciò che incontra, edifici e case comprese. Stanco di trascorrere le sue serate da solo e di essere considerato da tutti come colui da evitare a causa della sua malvagità, decide che è arrivato il momento di dimostrare che anche nel suo cuore sono insite qualità da eroe buono e per farlo si intrufola all’interno di vari giochi moderni. Il suo obiettivo è vincere una medaglia ma accidentalmente scatena una minaccia mortale per tutto l’universo dei giochi che lo costringe ad accettare l’aiuto della “procuraguai” Vanellope prima che arrivi il game over.
19. Ralph Spacca Internet (2018)
57° classico d’animazione Disney e sequel diretto di Ralph Spaccatutto, arriva dopo sei anni dall’uscita nelle sale del primo capitolo Stavolta però, il film digitale firmato da Rich Moore e Phil Johnston convince molto di meno rispetto al precedente, anche se il viaggio dei due protagonisti nel mondo di Internet è esilarante e ricco di citazioni e cameo, così come la sequenza intera in cui il robusto personaggio interpretato da John C. Reilly incontra una pletora di principessa Disney, vecchie e nuove.
Insieme alla sua compagna di avventure Vanellope von Schweetz, Ralph rischia tutto viaggiando per il World Wide Web alla ricerca di un pezzo di ricambio necessario a salvare Sugar Rush, il videogioco di Vanellope. Finiti in una situazione fuori dalla loro portata, Ralph e Vanellope dovranno fare affidamento sui cittadini di Internet che li aiuteranno a navigare in rete nella giusta direzione.
20. Strange World – Un mondo misterioso (2022)
Fanalino di coda dei classici d’animazione Disney più sottovalutati è Strange World – Un mondo misterioso, arrivato nelle nostre sale proprio un anno fa, nel 2022. Diretto da Don Hall su sceneggiatura originale di Qui Nguyen, è stato uno dei più grandi flop commerciali nella storia della major hollywoodiana, tanto che gode di una cattiva nomea e di pochissimo apprezzamento di pubblico e di critica. Peccato, perché Strange World tutto somato riesce a rinverdire il cinema d’avventura puro e duro, inserisce sottotesti ecologisti di grande pregio e ha tra i suoi personaggi il prmo apertamente LGBTQ+ nella cronistoria degli Studios d’animazione.
Una grande avventura in una terra ignota dove vivono creature fantastiche attende la famiglia Clade, fatta di grandi esploratori, che si trovano di fronte alla possibilità che loro ultima e di gran lunga più importante missione possa trasformarsi in un fallimento.