La memoria è una delle facoltà più preziose dell’essere umano. Una risorsa indispensabile per orientarsi nella società. Ricordare fenomeni come il nazismo è un nostro dovere, perché studiare queste pagine buie della nostra storia non solo ci permette di riflettere sugli episodi che hanno macchiato un passato dolente, ma ci consente altresì di costruire quelle fondamenta affinché, nel qui ed ora, non ricomincino a soffiare simili venti, carichi di odio, di discriminazione e soprattutto di quell’inconsapevolezza di ciò che è stato.
Il cinema, dalla sua parte, ha saputo tenere vivo questo ricordo, proponendo titoli in grado di assumere un vero e proprio status di monumento, in grado di “ammonire”, appunto, a non dimenticare tali oscurità violente, in una società sempre più fluida che ha dimostrato spesso di avere memoria corta, o di non averla del tutto. Poche atrocità hanno sconvolto il mondo come il nazismo; affrontarlo con la speranza di lasciarcelo definitivamente alle spalle è una missione dell’umanità. Per questo motivo, abbiamo deciso di stilare una lista di film che hanno saputo esaminare il tema con estrema lucidità, mostrando e annientando tutte le sue crudeltà. Da Il Grande Dittatore a Jojo Rabbit, passando per Bastardi Senza Gloria e Il Pianista, ecco i 21 migliori film sul nazismo da vedere assolutamente.
1. Il Grande Dittatore (1940)
Il Grande Dittatore è il film sul nazismo per eccellenza, capace di cogliere tutti gli elementi fondamentali della rappresentazione del potere e inscenarli nel modo più lucido possibile. Nel suo lavoro più costoso e di maggior successo, Charlie Chaplin costruisce un’arguta parodia che sbeffeggia Hitler e il suo regime, in un periodo storico in cui la guerra stava entrando nella sua fase più tristemente viva. Proprio su questo, Chaplin dichiarò nella sua autobiografia che, se solo avesse saputo cosa sarebbe accaduto nei campi di concentramento, non avrebbe realizzato questa pellicola, in quanto non sarebbe riuscito a prendere in giro la brutalità omicida dei Nazisti. Il Grande Dittatore rimane un’opera urticante, colma di scene memorabili come quella in cui il tiranno danza con il mappamondo, oppure il discorso all’umanità che a distanza di ottantatré anni fa venire ancora la pelle d’oca.
2. Vogliamo Vivere! (1942)
Nel momento più buio del Novecento, Ernst Lubitsch -regista tedesco naturalizzato statunitense- ricalca la scia di Chaplin, realizzando una brillante satira sul nazismo priva di qualsivoglia retorica. Il titolo è Vogliamo Vivere! in originale To Be or Not to Be, con un rimando all’Amleto di Shakespeare. Varsavia, 1939. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale Joseph (Jack Benny) e Maria (ultima prova attoriale di Carol Lombard) Tura sono due attori di una compagnia teatrale intenzionata a produrre una commedia antinazista, che però viene bloccata dalla censura e dall’invasione di Hitler. Vogliamo Vivere è un film semplicemente incredibile, in cui le divertenti intuizioni narrative di Lubitsch si mescolano con un’amarezza di fondo per una tragedia destinata, in quegli anni, a non avere un esito.
3. Schindler’s list (1993)
Vincitore di sette premi oscar, tra cui miglior film e miglior regia a Steven Spielberg, Schindler’s list vede Liam Neeson nei panni di Oskar Schindler, un imprenditore tedesco che avvia un’azienda sotto la protezione delle SS. Per farlo, si avvale della collaborazione di un contabile ebreo, Itzhak Stern (Ben Kingsley), e di migliaia di lavoratori ebrei, ai quali eviterà i campi di concentramento, salvando loro la vita. Il capolavoro di Spielberg riecheggia ancora oggi nel mostrare tutta la crudeltà di un’umanità in decadenza, con immagini strazianti in un bianco e nero evocativo. Il tutto accompagnato dalla magistrale performance degli interpreti e dalla colonna sonora di John Williams carica di tensione emotiva. Un’opera diventata ormai intramontabile.
4. Il figlio di Saul (2015)
Girato in un piano sequenza impeccabile, Il figlio di Saul è una vera e propria coltellata nello stomaco. Il regista ungherese Laszlo Nemes dà dimensione audiovisiva agli orrori dei campi di concentramento, raccontando con uno sguardo cinico i tormenti psicologici di Saul Auslander, membro del Sonderkommando, un gruppo di prigionieri ebrei costretti a collaborare con le autorità naziste nel massacro degli altri deportati. Un giorno vede un medico uccidere un ragazzo sopravvissuto alla camera a gas. Saul lo identifica come suo figlio, e si mette alla ricerca di un rabbino per dargli una degna sepoltura. Il figlio di Saul ha avuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, il Golden Globe e L’Oscar per il miglior film straniero.
5. Bastardi senza gloria (2009)
Un gruppo soldati americani di origine ebraica, capitanati dal tenente Aldo Raine (Brad Bitt), viene paracadutato in Francia per una missione speciale: uccidere il maggior numero di tedeschi possibile. Con Bastardi senza gloria Tarantino si prende la responsabilità di rileggere la Seconda Guerra mondiale, mettendo in discussione ogni riferimento storico e trasformando la Francia nazista in uno scenario che potrebbe essere tranquillamente quello di un western di Sergio Leone. Come in ogni film del regista, la sceneggiatura è superlativa, ricca di dialoghi pungenti e ben elaborata nelle varie lingue. Iconico è il personaggio di Hans Landa (Christoph Waltz in stato di grazia): una figura nevrotica, complessa e cinica, simbolo della mostruosità nazista.
6. Moloch (1999)
Moloch è la prima opera della tetralogia del potere di Alexandr Sokurov, proseguita con Toro (2001), Sole (2005) e Faust (2011). Ispirandosi ai filmini amatoriali girati da Eva Braun nella bavarese casa di montagna di Hitler, che ritraevano il Fuhrer nei suoi momenti intimi e privati, il regista russo compie una ricostruzione storica encomiabile, mostrando il dittatore nazista come un essere tanto grottesco quanto agghiacciante e completamente dominato dalla follia. Una pellicola sottovalutata e da riscoprire, vincitrice del premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes.
7. American History X (1998)
Rimaniamo negli anni ’90 per parlarvi di un film che con il tempo è diventato un vero e proprio cult. American History X, opera prima del regista Tony Kaye, parla del nazismo dopo il Terzo Reich, descrivendo accuratamente gli ideali violenti e discriminatori di certi movimenti statunitensi di estrema destra. Al momento della sua uscita dal carcere, Derek è un uomo rinato e distante da quelle convinzioni razziste che avevano permeato il suo passato, conducendolo a commettere un omicidio di due afroamericani. Tuttavia, la comunità neo-nazista, così come il fratello minore Danny, lo accoglie in qualità di esempio da imitare. La prima grande interpretazione di Edward Norton.
8. Il Pianista (2002)
Il Pianista è il film che ha consacrato definitivamente Roman Polanski in tutto il mondo, premiato con la Palma D’Oro al Festival di Cannes e con tre premi Oscar: miglior sceneggiatura non originale, miglior regia e miglior attore protagonista a Adrien Brody. Basato sull’omonimo romanzo autobiografico di Wladyslav Szpilman, la pellicola racconta la vita del pianista ebreo durante la Seconda Guerra mondiale, dall’invasione nazista della Polonia alla liberazione dell’Armata Rossa, passando per la cruda realtà nel ghetto di Varsavia e la sopravvivenza al suo esterno.
9. La vita nascosta – Hidden life (2019)
L’ultimo capolavoro di Terrence Malick è un dramma storico sulla resistenza all’odio nazista, immerso in un contesto bucolico dalla natura idilliaca, pura e incontaminata. La vita nascosta – Hidden life segue le vicende di Franz Jagerstatter (August Diehl), un contadino austriaco che nel 1938 si oppone all’annessione dell’Austria alla Germania, per via della sua contrarietà al regime. Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale, è costretto ad arruolarsi nell’esercito, ma rifiuta di combattere per Hitler, perché è troppo pesante la malvagità cui è chiamato a servire. Presentato in concorso al Festival di Cannes, è stato l’ultimo film interpretato da Bruno Ganz e Michael Nyqvist.
10. Arrivederci ragazzi (1987)
Scritto da Louis Malle e premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia, Arrivederci ragazzi è un must che non poteva assolutamente mancare in questa lista. Francia 1944. Il piccolo Julien (Gaspard Manesse) viene mandato in un collegio di provincia che nasconde ragazzini ebrei sotto falso nome per permette loro di sfuggire alle persecuzioni del Reich. Qui stringe amicizia proprio con uno di loro, Jean (Raphael Fejto). Il rapporto tra i due viene troncato dall’arrivo della Gestapo, che arresta il direttore del collegio e tutti i ragazzi che proteggeva.
11. Adam Resurrected (2008)
Se volete recuperare una pellicola originale sul tema del trauma dei sopravvissuti all’Olocausto, non potete perdere in alcun modo Adam Resurrected di Paul Schrader, con Willem Dafoe e Jeff Goldblum ai suoi massimi storici. Primi anni ’60. Adam Stein, ex clown ebreo durante la Seconda guerra mondiale, è diventato un paziente di un ospedale psichiatrico che accoglie sopravvissuti ai campi di sterminio. Profondamente turbato dallo shock del conflitto bellico, egli rivive con sgomento il ricordo delle oppressioni naziste che ha dovuto subire durante quegli anni bui.
12. La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler (2004)
La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, diretto da Olivier Hirschbiegel, è il secondo film tedesco dopo Pabst (1955) a maneggiare in primo piano la figura del dittatore nazista, raccontando gli ultimi giorni della sua vita attraverso lo sguardo della sua segretaria, Traudl Junge. Bruno Ganz ci regala la più sorprendente e riconoscibile interpretazione di Adolf Hitler, dipinto come un essere barricato ormai nel suo bunker, in preda alle sue paranoie, sprofondato nelle sue alienazioni mentali e in continua perdita di contatto con la realtà. Tutto questo mentre l’esercito russo si accinge a conquistare Berlino.
13. Vincitori e vinti (1961)
Vincitori e Vinti di Stanley Kramer è uno straordinario ritratto storico sul terzo dei dodici processi di Norimberga, tenutosi nel ’48, quando già erano in atto tutte le premesse per la Guerra Fredda. Quattro giudici che hanno appoggiato arditamente il regime nazista sono imputati per “crimini di guerra e contro l’umanità”. A presiedere il tribunale è Dan Haywood (Spencer Tracy), un giudice statunitense chiamato a raccogliere prove e ascoltare le testimonianze di uno degli accusati, Ernst Janning. Vincitori e Vinti rimane ancora oggi uno dei drammi giudiziari più potenti di sempre, la cui canonica struttura processuale diventa un acceso dibattito etico-politico capace di porre interrogativi e di scuotere la mente dello spettatore.
14. L’ultimo metrò (1980)
Francois Truffaut è stato uno dei protagonisti assoluti del cinema francese (e non) dagli anni ’50 fino ai primissimi anni ’80. Proprio in questo ultimo periodo della sua carriera ci ha regalato alcune delle sue opere più brillanti. Tra queste, spicca L’ultimo metrò, con la presenza nel cast di Catherine Deneuve e Gerard Depardieu. Nel 1942 Parigi è occupata dai nazisti. L’ultimo metrò è il mezzo che i parigini devono prendere per circolare in sicurezza prima del coprifuoco delle 23.00. L’ultima possibilità di tornare a casa per gli amanti del cinema e del teatro, e proprio di un teatro e di chi lo fa continuare ad esistere che il film si occupa.
15. Operazione Valchiria (2008)
Operazione Valchiria racconta i preparativi dell’attentato del 20 luglio 1940 ai danni di Hitler, organizzato da un gruppo di ufficiali tedeschi con l’obiettivo di rovesciare il regime nazista. Brian Singer si dimostra abilissimo nel dare vita ad un’opera capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo, trascinandolo in un vortice di tensione e suspense, nonostante si sappia fin da subito come va a finire la storia. Nel cast un Tom Cruise in ottima forma, affiancato da Kenneth Branagh, Bill Nighy e Tom Wilkinson.
16. Ida (2013)
Prodotto da Andrea Occhipinti e diretto dal regista polacco Pawel Pawlikowski, Ida è una piccola perla di rara bellezza, premiata con l’Oscar per il miglior film straniero. Polonia, 1962. Anna è una giovane orfana che vive in un convento, in procinto a prendere i voti come suora. Un giorno viene convinta dalla madre superiora ad andare a trovare l’unica sua parente in vita, la zia Wanda. L’incontro tra le due segna l’inizio di un viaggio in cui riscoprire le radici delle loro famiglie, morte durante la Seconda Guerra mondiale.
17. Fuga per la vittoria (1981)
Durante la Seconda guerra mondiale, il capo di un campo di prigionieri di guerra organizza a Parigi una partita di calcio tra ufficiali nazisti e prigionieri inglesi, che diventa un’opportunità di fuga per questi ultimi. Ispirato alla cosiddetta “partita della morte”, tenutasi a Kiev nel 1942 tra tedeschi e ucraini, Fuga per la Vittoria non è solo il più grande film sul calcio mai realizzato (grazie alla presenza nel cast di veri professionisti come Bobby Moore e soprattutto Pelè, oltre che Sylvester Stallone, Michael Caine e Max Von Sydow), ma anche un appassionante esempio di monumento storico e politico. Diretto da John Huston.
18. Freaks Out (2021)
Secondo lavoro di Gabriele Mainetti, Freaks Out è uno dei film italiani più ambiziosi degli ultimi anni, dove il gusto fiabesco si intreccia ad uno sfondo storico ben preciso. Roma, 1943. Dopo l’armistizio firmato da Badoglio, la capitale è diventata luogo di occupazione da parte dei nazisti. In questo scenario di morte e distruzione si svolgono gli spettacoli del Circo Mezzapiotta, di proprietà dell’ebreo Israel, nel quale si esibiscono quattro freaks: Matilde (Aurora Giovinazzo), Cencio (Pietro Castellitto), Fulvio (Claudio Santamaria), e Mario (Giancarlo Martini). A causa dell’inasprirsi del conflitto, decidono di partire per l’America, ma durante il viaggio finiscono per lavorare al Zirkus Berlin di Roma, gestito da Franz (Frank Rogowski), un nazista sopraffatto da deliri di onnipotenza che vede nei superpoteri dei quattro protagonisti una possibilità per rovesciare le sorti del Terzo Reich.
19. Il generale Della Rovere (1959)
Basato sull’omonimo romanzo breve di Indro Montanelli (anche sceneggiatore dell’adattamento), Il Generale Della Rovere è uno dei film più belli di Roberto Rossellini, premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia ex aequo con La Grande Guerra di Mario Monnicelli. Genova, 1944. L’Italia è occupata dai tedeschi. Emanuele Bertone (Vittorio De Sica) è un truffatore che un giorno viene arrestato dalle SS, con l’accusa di essersi fatto versare dei soldi dai parenti dei deportati. L’ufficiale nazista che lo interroga decide di usare la sua abilità ladruncola per tessere imbrogli per propri fini.
20. Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
Testamento poetico di Pier Paolo Pasolini, Salò o le 120 giornate di Sodoma è un film dove la fine del nazifascismo sul campo di battaglia nasconde un suo proseguo nella villa di campagna in cui giovani ragazze e ragazzi di famiglie partigiane vengono sottoposti ad ogni genere di tortura. L’inferno dantesco dell’opera pasoliniana diventa una rappresentazione del pensiero nazista e della sua continuazione in un’epoca successiva pervasa da un consumismo dilagante che, proprio come il regime, oggettifica corpi e coscienze. Uscito postumo a poche settimane dall’oscuro omicidio del regista.
21. Jojo Rabbit (2019)
Non potevamo che terminare con uno dei titoli più sorprendenti dello scorso decennio. Jojo Rabbit, scritto e diretto da Taika Waititi, è un pungente racconto di formazione su come un’ideologia tossica possa modificare i pensieri e la visione del mondo di un popolo, conducendolo a sviluppare un cieco senso di fanatismo. Jojo è un ragazzino membro della gioventù nazista indottrinata brutalmente dal regime. Ha un amico immaginario: nientemeno che Adolf Hitler (interpretato dallo stesso Waititi). Un giorno scopre che la madre (Scarlett Johansson) nasconde una giovane ebrea (Tomasin McKenzie) in soffitta. Jojo sarà costretto a fare i conti con il suo ingenuo nazionalismo, mantenendo il segreto per far rimanere in vita sua madre. Vincitore del premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.