Si è fatto attendere prima di arrivare nelle sale, il sequel di Jumanji. Ma prima che il pubblico avesse modo di vedere Jumanji – Benvenuti nella giungla, uscito alla fine del 2017, c’erano stati altri tentativi di riportare al cinema il racconto d’avventura con protagonista Robin Williams, campione d’incassi nel 1995. Per l’esattezza, alla fine degli anni Novanta la Sony aveva pianificato un sequel ambientato in parte alla Casa Bianca.
La premessa, infatti, ruotava intorno al presidente americano, intrappolato nel mondo di Jumanji dopo aver comprato il gioco per avere qualcosa da fare insieme ai figli. In sua assenza, il perfido vicepresidente avrebbe preso il suo posto nel mondo reale, e per la parte era stato contattato Steve Buscemi. La pellicola, prevista all’epoca per il periodo natalizio del 2000, doveva essere il debutto registico di Ken Ralston, che era stato il supervisore degli effetti speciali per il primo film. Dopo il suo abbandono, l’idea fu accantonata, e nel 2002 il regista Dennis Dugan propose un altro soggetto, che prevedeva il ritorno in scena di Robin Williams. Quest’ultimo rifiutò, e a quel punto la Sony si concentrò su Zathura, altro adattamento di un libro dell’autore Chris Van Allsburg.
L’idea di un sequel diretto di Jumanji rimase poi nel cassetto per diversi anni, fino a tornare nella sua forma attuale con un primo annuncio nel 2015, e l’uscita del film nel 2017, seguito da un terzo capitolo nel 2019 (quest’ultimo ha un legame esplicito con il capostipite tramite un cameo di Bebe Neuwirth). Il regista Jake Kasdan ha confermato che un nuovo film è in cantiere, ma al momento non ci sono informazioni concrete su quando entrerà attivamente in produzione, a causa degli altri impegni degli attori principali Dwayne Johnson e Kevin Hart.