Ancora non abbiamo deciso se Paolo Virzì sia un grande pessimista o un ottimista. Ci sono momenti nei suoi film in cui sembra che i personaggi riescano a trovare una pace a lungo attesa. Poi però ti accorgi che quell’attimo di quiete è appunto solo una frazione di secondo. Come il bagno che Valerio Mastandrea si concede al termine di La prima cosa bella. O il bacio scoccato al vicino di casa dalla Caterina di Caterina va in città. Attimi, appunto, che però pesano quasi quanto una storia.
Allora in questo nostro approfondimento vogliamo provare a tracciare la geografia umana dei film di Virzì, splendido (neo) sessantenne del nostro cinema che in trent’anni di carriera ha saputo raccontare i grandi cambiamenti del nostro paese. E soprattutto le piccole trasformazioni di un’umanità alla ricerca di sé stessa. Guardando con disincanto la sua ultima fatica, Un altro Ferragosto, forse l’ago della bilancia fa pendere i piatti verso il pessimismo. Tuttavia, niente è ancora perduto.
Una polifonia incasinata
![Un altro Ferragosto (Regia di Paolo Virzì)](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/03/Paolo-Virzi-sul-set-di-Un-altro-Ferragosto.jpg)
Sarà forse per l’amore sperticato e mai nascosto che proviamo per la grande commedia italiana che Paolo Virzì occupa un posto speciale nel nostro cuore. Un amore, quello per l’autore livornese, nato proprio nei primi anni ’90, in occasione dell’uscita di Ferie d’agosto, seguito da quel gioiello di Ovosodo (a oggi il film che preferiamo). Non volevamo perderci l’occasione di buttare giù delle riflessioni sparse sulla forza di un autore che al netto di qualche inciampo rappresenta uno testimoni più vitali del cinema italiano.
Un regista che sa leggere bene in ogni piega dell’animo umano, che come i grandi romanzieri fa della molteplicità delle voci dei suoi personaggi (tutte le voci) una forza trascinante. I suoi personaggi saranno anche deludenti e un po’ stropicciati, disillusi, scassati. Eppure, quando meno te lo aspetti, lasciano intravedere quel briciolo di luce che non serve a dare speranza, ma a sentire meno gli affanni della vita. Inutile cercare di tratteggiare dei confini definiti e definitivi, quindi. Ogni eroe dei suoi film è anche antieroe. Ed è dotato di raziocinio e follia in egual misura. Ferisce e cura, taglie e ricuce lo strappo. Non possiamo né vogliamo analizzare qui tutti i film prodotti da Paolo Virzì, ma addentrarci nella sua cinematografia individuando quelle grandi maschere che l’hanno caratterizzata.
Le donne di Virzì
![La prima cosa bella](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/03/La-prima-cosa-bella.jpg)
Nella conferenza stampa di presentazione di Un altro Ferragosto, Sabrina Ferilli ha detto una cosa sul film che può essere facilmente estesa a tutta la cinematografia di Virzì. “Qui le donne sono tutte malinconiche ma mai rassegnate né vinte“. In effetti, la poetica di Virzì è molto legata al femminile e alla sua potenza creatrice/distruttrice. Per il regista livornese le donne sono amiche, amanti, complici, a volte anche streghe da cui liberarsi, ma rispetto agli uomini, più meditabondi e statici, rappresentano l’elemento d’azione principale. C’è nell’autore un amore incredibile rivolto alle sue “personagge“, anche quelle ombrose e decadenti.
Prendiamo ad esempio una delle sue attrici feticcio, Sabrina Ferilli, che ha iniziato la sua carriera proprio con Virzì ne La bella vita, film che bene inquadrava l’angoscia esistenziale di una donna a caccia d’amore (nelle persone sbagliate). Ferilli è stata anche la villain di Tutta la vita davanti, perfida caporeparto, dall’animo graffiato, di un’azienda in cui altre ragazze venivano vessate senza sosta. E, naturalmente, la Marisa di Ferie d’agosto e Un altro Ferragosto, personaggio che ha saputo condurre in maniera magistrale a 28 anni di distanza, seguendo una parabola che l’ha portata verso un finale dolente ma bellissimo.
Come Sabrina Ferilli anche Micaela Ramazzotti ha dato corpo a due dei ruoli femminili più belli di Virzì, Anna Michelucci di La prima cosa bella e Donatella Morelli di La pazza gioia. Madri, legate da un rapporto problematico con sé stesse e con i figli, che sono agli antipodi, che hanno mescolato affetto e caos, senza rendersi conto degli esiti del loro amore.
Gli uomini di Virzì
![Una scena corale di Ferie d'agosto](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/03/Una-scena-corale-di-Ferie-dagosto.jpg)
In questa mappa maschile, invece, partiamo dal duo dei protagonisti di Ferie d’agosto, il Ruggero Mazzalupi del grande Ennio Fantastichini e il Sandro Molino di Silvio Orlando. Antitetici? No, molto di più, anche se pervasi dalla stessa inquietudine. Padre di famiglia risolto, in realtà disperatamente innamorato della cognata Marisa, Ruggero, titolare di un’armeria, è impastato di ombre e dolore. Ma fa una grande cosa quando toglie di mano la pistola a sua figlia Sabrina che tenta di togliersi la vita per una delusione d’amore. Sandro, invece, non è un padre (non ancora), manca di passione. O forse sta lì, da qualche parte, pronta a esplodere. Il suo è il capitolo più importante di Un altro Ferragosto, che si chiude proprio quando Sandro aggancia finalmente tutto quello che gli era sfuggito fino a quel momento.
Uno dei personaggi “brutti” più belli scritti dalla coppia Virzì-Bruni è quello di Giancarlo Iacovoni, folle padre della protagonista di Caterina va in città, magnificamente interpretato da Sergio Castellitto, delirante, rassegnato e depresso, che riesce a trovare il suo senso lasciando indietro la sua vita a bordo della moto.
E che dire di Valerio Mastandrea in La prima cosa bella, rattrappito e dolorante per le botte prese in testa dalla vita che però riesce a separarsi dalla madre e così facendo trova il bandolo di una matassa intricatissima, sotto lo sguardo vigile di una sorella sveglissima (la deliziosa Claudia Pandolfi) e di una compagna di grande valore (Fabrizia Sacchi). E il meraviglioso Guido di Tutti i santi giorni, un uomo intero e ricco d’amore. Lo ricordate Luca Marinelli? Tutte le mattine portava il caffè a letto alla sua Antonia (Thony), raccontandole vita, morte e miracoli del santo del giorno. Un rituale buffo che in realtà mostrava il gigantesco mondo di affetti di questo ragazzo esperto di storia e letteratura antica, finito a fare il portiere di notte.
I giovani
![Ovosodo](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/03/Ovosodo.jpg)
Qualche giorno fa bighellonando sui social abbiamo letto una frase che diceva più o meno così, l’Italia i giovani li odia. Se c’è una cosa che il cinema di Paolo Virzì ha dimostrato negli anni è come figlie e figli siano decisamente migliori dei loro genitori. O semplicemente diversi da loro. Questo non vuol dire che a un certo punto delle loro vite non possano incontrarsi e provare a parlare la stessa lingua, da una prospettiva nuova. E lo dimostrano La prima cosa bella e in parte anche Un altro Ferragosto. Fin dagli albori del suo cinema, però, c’è in Virzì un amore appassionato verso le giovani generazioni. Portatrici di un messaggio di speranza non stereotipato. Anzi, genuino e verace.
Prendiamo tre personaggi chiave dei suoi film. Piero Mansani, l’eroe di Ovosodo, Sabrina Mazzalupi, graffiante grillo parlante di Ferie d’agosto e la dolce Caterina Iacovoni di Caterina va in città. Sono adolescenti (e già per questo inquieti e alla ricerca del proprio posto nel mondo) che hanno il dono di raccontare quel dolore, senza paura di farsi male. Piero lo fa con parole soavi, seguendo le orme di un’insegnante fragile che però non lo abbonderà del tutto. Sabrina invece ha un vocabolario limitato, ma pensieri molto più ricchi di quello che sono soliti attribuirle. E la nuova Sabry di Un altro Ferragosto è altrettanto struggente. Caterina, infine, voce che trova il suo senso nel coro, esprime sé stessa e il terrore per il futuro imparando ad amare.
A questo quadro aggiungiamo anche la Marta di Tutta la vita davanti. Laureata in filosofia teoretica e impiegata nel call center di un’azienda molto strana. Cos’hanno in comune? Per prima cosa, la capacità di non perdere mai il sano senso della riflessione ironica. In un momento della vita in cui in teoria dovrebbero sbocciare, fanno i conti con catastrofi di ogni genere e specie. La morte di un genitore, l’inconsistenza delle proposte lavorative, i primi amori, una famiglia di infelici.
Non combattono le avversità con il piglio dei guerrieri, anzi. Restano a mollo in quel mare un po’ torbido, ma ne escono puliti. Anche in Un altro Ferragosto c’è un personaggio giovane che cattura il nostro cuore. Ed è quello di Tito, il nipote acquisito di Sandro Molino che dell’uomo non è solo amorevole assistente, ma anche confidente. Egli diventa la memoria di Sandro e di conseguenza il custode di qualcosa che rischia di essere perduto per sempre. Non avevamo dubbi che Paolo Virzì affidasse questo compito a un bambino.