La maschera di ferro, il film del 1998, è tratto da una storia vera che lo scrittore Alexandre Dumas aveva liberamente rielaborato nel romanzo Il visconte di Bragelonne del 1847. Nel racconto, pieno di colpi di scena, i tre moschettieri liberano dalla prigionia un misterioso uomo intrappolato in una maschera di ferro, scoprendo come si trattasse di Filippo, il gemello del Re Sole (Leonardo DiCaprio).
Allontanato per opera di Luigi XIII dalla madre Anna d’Austria, per timore di una guerra tra fratelli, Filippo è cresciuto in una fattoria per 16 anni fino all’incoronazione del nuovo re. E successivamente, imprigionato. Aramis, Porthos e Athos decidono quindi di sostituire l’inetto sovrano con questo ragazzo di buon cuore. Che nasconde un altro segreto importante. Fin qui il romanzo, che chiude la trilogia dei moschettieri con la morte dei protagonisti. Ma da dove nasce la storia?
Sul finire del 1600 nella Bastiglia era presente un prigioniero obbligato a indossare sempre una maschera di velluto nero, ben fissata con cinghie di metallo. Una misura fatta per renderlo totalmente irriconoscibile. Non si è mai capito chi fosse questo misterioso ospite. Si dice che solo il monarca francese e il governatore della Bastiglia ne conoscessero l’identità. In particolare, quest’ultimo ne aveva monitorato tutti gli spostamenti, dal carcere di Pinerolo, al Forte di Exilles, passando per la prigione dell’isola di Santa Margherita, fino alla Bastiglia.
L’uomo mascherato aveva numerosi privilegi rispetto agli altri prigionieri. Mangiava ottimo cibo e in grandi quantità, inoltre poteva suonare e leggere. Tuttavia, era sempre obbligato a coprire il volto e non poteva parlare con nessuno. L’uomo morì nel 1703 e fu sepolto nel cimitero Saint-Paul-des-Champs, a Parigi, sotto il finto nome di Marchioly.
Nessuna notizia ci è arrivata però circa la sua vera identità. Secondo il filosofo Voltaire l’opzione che potesse essere il gemello del Re non era tanto campata per aria. Sia per le condizioni privilegiate in cui il prigioniero viveva, che per il fatto che non venisse mai ucciso (segno che fosse un personaggio di rilievo). In realtà, sarebbe stato quasi impossibile coprire una gravidanza anomala della regina.
Così in molti, al contrario, sostenevano che potesse essere il padre naturale del Re, che ne aveva ingravidato la madre poiché Luigi XIII, legittimo consorte della regina, era impotente. Così, al fine di eliminarlo dalla vita pubblica del regno, senza tuttavia ucciderlo, Luigi XIV lo avrebbe fatto imprigionare.
Che la questione sia ancora incerta lo dimostrano anche le altre ipotesi sull’identità del prigioniero mascherato. Alcuni sostengono che si trattasse di Nicolas Fouquet, ministro delle finanze di Luigi XIV, in carcere per appropriazione indebita. O Ercole Antonio Mattioli, un informatore del Re.