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Home » Film » La mummia, spiegazione del finale del film con Tom Cruise

La mummia, spiegazione del finale del film con Tom Cruise

La spiegazione del finale de La mummia e delle conseguenze che ha avuto per il famigerato Dark Universe della Universal.
Max BorgDi Max Borg1 Marzo 20234 min lettura
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Sofia Boutella ne La mummia
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È forse il più clamoroso autogol commesso da una major negli ultimi anni: l’annuncio di un intero franchise basato sul concetto dell’universo condiviso prima ancora che il capostipite arrivasse nelle sale. Questo è quanto accaduto il 22 maggio 2017 quando la Universal, il giorno della prima de La mummia, poi arrivato al cinema nel mondo intero qualche settimana dopo, ha postato su Twitter una foto con quello che doveva essere il cast principale del cosiddetto Dark Universe: Tom Cruise (Nick Morton), Sofia Boutella (Ahmanet) Johnny Depp (l’Uomo Invisibile), Javier Bardem (la creatura di Frankenstein) e Russell Crowe (Henry Jekyll/Eddie Hyde). Poi il film è effettivamente uscito, e il pubblico non è stato numeroso quanto previsto dalle aspettative dello studio, e quell’universo – che aveva già un vero e proprio logo nei titoli di testa del lungometraggio – è andato a farsi benedire. Il che rende ancora più affascinante vedere come fosse previsto andare avanti, argomento di cui parliamo in questa nostra spiegazione del finale de La mummia.

Morton Antivirus

Tom Cruise e Russell Crowe ne La mummia

Per sconfiggere una volta per tutte la perfida Ahmanet, Nick Morton compie il sacrificio più estremo accettando di diventare il nuovo ricettacolo degli oscuri poteri di Set, riuscendo così ad assorbire l’essenza vitale della villain e riportare in vita gli alleati defunti. Una vittoria effimera, perché la nuova situazione lo rende oggetto di interesse per Prodigium, l’organizzazione che monitora le minacce paranormali. E così, con fare stoico, parte nel deserto alla ricerca di un modo per tornare umano, mentre una tempesta di sabbia annuncia un futuro burrascoso per lui e, presumibilmente, i membri di Prodigium, capitanati da Henry Jekyll. Quest’ultimo doveva, nelle intenzioni dei produttori, essere una sorta di Nick Fury del Dark Universe, presenza ricorrente capace di collegare le varie storie, aspetto a cui questo film allude con una sequenza dove si vede una collezione di “trofei” associati ai mostri classici della Universal. Ma la vera tempesta è stata un’altra, quella che ha spinto lo studio a fare dietrofront e rendere i progetti autoconclusivi (a cominciare da L’uomo invisibile, uscito nel 2020 e senza la minima traccia di Johnny Depp o altri residui del vecchio franchise nel cast).

Una duplice falsa partenza

Una scena de La mummia

Che l’approccio della Universal fosse claudicante lo suggeriva già un piccolo ma importante retroscena, risalente a qualche anno prima: era infatti l’autunno del 2014 quando uscì nelle sale Dracula Untold, rilettura delle vicende del personaggio che gli dava un’origine quasi da supereroe, adattando il celebre e presunto collegamento tra il vampiro e il guerriero Vlad Tepes. Un film che finiva ai giorni nostri, con Dracula – e l’entità che lo aveva generato – ancora in giro, con il palese intento di continuare (il vampiro più anziano chiudeva il tutto con la frase “Che i giochi abbiano inizio”). Allora il Dark Universe era già attivamente in lavorazione, anche se Dracula non faceva parte dei piani iniziali, e così si decise di renderlo retroattivamente il capostipite del nuovo aspirante franchise, salvo poi ripensarci quando gli incassi non furono particolarmente entusiasmanti. E forse lì c’era il primo indizio su quanto fosse prematuro dare per scontato il successo di un’operazione simile, soprattutto con personaggi i cui esiti commerciali sono sempre stati altalenanti, a seconda della singola incarnazione.

E ora?

Il cast del fantomatico Dark Universe

A quasi sei anni da quel fatidico esordio “ufficiale” con le avventure desertiche di Tom Cruise, il Dark Universe è ormai un lontano ricordo, cristallizzato in quella foto che, forse con fare premonitore, era fin troppo posticcia (gli attori non si trovavano tutti nella stessa stanza). Il villain invisibile creato da H.G. Wells ha avuto il suo momento di gloria con una rilettura moderna a firma di Leigh Whannell, il quale sarebbe al lavoro sul copione per un sequel, mentre Wolfman dovrebbe tornare con le fattezze di Ryan Gosling. Dracula, dal canto, suo, sat per avere il volto di Nicolas Cage in chiave comica nel film Renfield. Per il resto, tutto tace, anche su quello che in teoria era il progetto più promettente, con Bill Condon – grande cultore della versione di James Whale – che era stato contattato per dare nuova vita alla creatura di Frankenstein (con le fattezze di Javier Bardem) e la sua sposa (che doveva avere il volto di Angelina Jolie). Raro caso in cui puntare tutto sul carisma di Cruise si è rivelato un errore fatale…

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