Dal 6 luglio sul catalogo Netflix è disponibile La ragazza della palude, pellicola del 2022 tratta dall’omonimo romanzo best-seller di Delia Owens e diretta da Olivia Newman. Il film segue la storia di Kya Clark (interpretata da Daisy Edgar-Jones), una ragazza piena di risorse abbandonata dalla propria famiglia all’inizio degli anni ’50 che cresce in totale solitudine nella natura selvaggia della Carolina del Nord. Grazie anche all’aiuto dell’amico Tate Walker (Taylor John Smith), che le insegna a leggere e scrivere, con il passare degli anni, Kya diventa un’eccezionale naturalista e illustratrice, ma rimane comunque un’emarginata all’interno nella sua comunità.
La narrazione si apre con la scoperta, nella palude, del corpo del Chase Andrews (Harris Dickinson), quarterback con il quale Kya aveva avuto una relazione finita male e della cui morte, infatti, la ragazza viene immediatamente accusata, anche a causa di alcune prove apparentemente incontrovertibili. A prendere a cuore il suo caso sarà un avvocato ormai in pensione, Tom Wilton (David Strathairn) che la difenderà con passione fino all’ultimo. Se siete arrivati alla fine del film, conoscerete il suo epilogo, se Kya riesce a vincere il processo in tribunale e, soprattutto, se è davvero lei la responsabile dell’omicidio del ragazzo. Vale comunque la pena ripercorrere gli ultimi atti della pellicola, nella nostra spiegazione del finale de La ragazza della palude.
Kya viene giudicata colpevole?
Nel corso del processo a suo carico, Tom Milton, riesce a dimostrare che Kya non può aver commesso l’omicidio di Chase Andrews. L’avvocato presenta infatti la prova che la ragazza, al momento del crimine, si trovava in un hotel in un’altra città, per incontrarsi con i propri editori. Quindi, per poter assassinare Chase, Kya avrebbe dovuto prendere un autobus nel cuore della notte, rintracciare il ragazzi, arrivare sul luogo dell’omicidio, e tornare indietro per poi svegliarsi nel suo albergo al mattino. Non essendo presenti testimoni che abbiano visto la giovane salire su quel pullman e non venendo alla luce altre prove concrete che la colleghino al fatto, la giuria finisce per dichiararla non colpevole. Dopo essere stata scagionata da tutte le accuse, la ragazza torna finalmente a casa e trova Tate ad aspettarla, pronto a iniziare un nuovo capitolo della loro vita insieme.
Come finisce La ragazza della palude?
Rientrata presso la propria comunità, la gente del posto si rende conto che il processo di omicidio era stato intentato contro la “ragazza della palude” ingiustamente: Kya, infatti, aveva sempre rappresentato un bersaglio facile, perché considerata dai cittadini un’emarginata. Il film fa poi un salto in avanti di molti anni, e vediamo Kya e Tate vivere felici nella casa di lei, in mezzo alla palude, e invecchiare insieme fino alla morte della donna, all’età di 60 anni. Tuttavia, a questo punto il mistero rimane ancora irrisolto. Chase è stato assassinato? E se sì, chi è il responsabile?
Chi ha ucciso Chase Andrews?
Dopo la morte di Kya, Tate passa in rassegna le sue cose e trova un quaderno pieno di poesie e disegni. Sorride mentre sfoglia le pagine, godendosi le parole e l’arte della sua amata perduta, fino a quando non trova qualcosa nascosto in uno degli angoli del libro: la collana di conchiglie che Kya aveva regalato a Chase durante la loro relazione e che quest’ultimo non toglieva mai. Ma che, come aveva fatto presente la stessa madre di Chase durante il processo, non era stata rinvenuta al collo del ragazzo quando questi era stato trovato morto. Capiamo quindi, che era stata proprio Kya ad assassinare Chase, assicurandosi poi di costruirsi un alibi – soggiornare fuori città – per depistare le indagini. Nonostante visibilmente sconvolto dalla scoperta, Tate decide di gettare la collana nella palude, in modo che nessuno possa mai scoprire la verità.
La ragazza della palude non spiega mai esplicitamente il movente dell’omicidio, ma, attraverso i momenti di quotidianità dei ragazzi che vediamo durante il film, è chiaro che Chase stava diventando violento; cresciuta con un padre altrettanto aggressivo, Kya era probabilmente stanca di essere vittima: la natura le ha aveva infatti insegnato che, “in natura, il predatore deve morire”. Al link che segue spieghiamo se La ragazza della palude è tratto da una storia vera o no, secondo l’autrice.