La trama de L’ultima notte di Amore ruota attorno alle ultime ore di lavoro dell’assistente capo della Polizia di Stato Franco Amore (Pierfrancesco Favino), che, alla vigilia del pensionamento, rimane coinvolto in una sparatoria a causa di un carico di preziosissimi diamanti. Ad avere la peggio sarà Dino, amico e collega di Franco, il quale dovrà fare l’impossibile per tirarsi fuori dagli impicci, cercando nel contempo di vendicare la morte del collega. Durante l’ultima travagliata notte della sua carriera, Amore potrà contare solo sull’apporto dell’amata moglie Viviana (Linda Caridi); la donna dovrà a sua volta giostrarsi per sviare le interessate attenzioni del cugino Cosimo (Antonio Gerardi) prendendosi cura del giovanissimo figlio di Dino, un bambino di nome Ernesto, che ancora non sa della morte del padre…
La trama del film segue le vicende di Franco Amore, veterano capo assistente della Polizia di Stato che, dopo 35 anni di servizio, è arrivato alle soglie della tanto agognata pensione. Amore è rispettato dai colleghi che però lo considerano un po’ particolare; l’uomo, infatti, in tutti i suoi anni in seno alla Polizia, non ha mai usato la pistola d’ordinanza. Attraverso Cosimo, il cugino della moglie Viviana, Franco fa la conoscenza di Zhu Zhang, un losco uomo d’affari cinese. Franco lo salva da un attacco di cuore e Zhang per sdebitarsi gli offre un lavoro molto ben pagato come capo dei suoi servizi di sicurezza. Come primo incarico, Franco dovrà scortare un grosso carico di diamanti da Malpensa fino al quartier generale di Zhang. Ingolosito dalla prospettiva di una seconda carriera molto remunerativa, Franco accetta, per la gioia della moglie, e chiede al suo collega di pattuglia e amico fraterno, Dino Ruggeri, di accompagnarlo durante la transazione. All’aeroporto, i due sono accolti da Fei Fei, che ha con sé la valigetta coi diamanti, e dal suo fidanzato/guardia del corpo, Chun Ba.
L’atmosfera è tesa; Franco è convinto di essere seguito; una sospetta Alfa Romeo bianca, infatti, li tallona da vicino, e Fei Fei non riesce a trattenere il suo nervosismo. Qualche chilometro più in là, Franco si accorge di avere bucato, e vorrebbe fermarsi a cambiare la ruota; Fei, sempre più in ansia, lo supplica di proseguire; sa che se si fermano, saranno tutti morti. Franco obbedisce di malavoglia, ma arrivato all’imbocco di un tunnel, ridotto ormai a guidare sul cerchione, cede e ferma l’automobile, Dopo pochi istanti, una pattuglia di carabinieri accosta l’auto, per un controllo; Franco, infastidito, cerca di spiegare ai colleghi che si tratta di servizio, e che la faccenda si può chiudere in fretta.
L’agente Daria Criscito, però, è ligia al protocollo, e dopo aver controllato i documenti di Franco e Dino, chiede le generalità degli altri passeggeri. Franco è sempre più disorientato, non capisce il motivo di tanto zelo, ma Fei Fei ha già capito che le cose stanno per mettersi male; intanto l’appuntato, con fare brusco, chiede a Franco di mostrargli il contenuto della valigetta. A quel punto, Chun Bae, spara all’improvviso in direzione dei due carabinieri, che rispondono al fuoco; Dino viene colpito, Franco disarma Chun che viene colpito a morte. Dopo aver trascinato Dino fuori dall’auto, Franco, accortosi che non c’è nulla da fare, lo accompagna a terra, e poi, corre in strada, dove i carabinieri stanno cercando di strappare a Fei la valigetta. La donna viene uccisa, ma Franco riesce a recuperare i diamanti e a gettarli lungo un viadotto sopraelevato.
Arrivato al capezzale di Criscito, Amore usa il suo cellulare per chiamare i soccorsi e, nel mentre, salva un elenco delle ultime chiamate fatte da quel telefono. L’agente, prima di spirare, dice a Franco con amarezza che credeva non avrebbe sparato. Confuso, Amore abbandona la scena del crimine, e chiamata la moglie Viviana, ripara presso una piazzola per tir e si ripulisce, per poi tornare verso casa, in tenuta da jogging, per presenziare alla festa a sorpresa per il suo pensionamento. Pochi minuti dopo, però, Franco riceve la chiamata del suo superiore, il commissario Sarno, che gli comunica la morte del suo collega. Chiamato ufficialmente sulla scena del crimine, Franco ritorna al tunnel in vesti ufficiali e scopre che qualcuno ha messo in mano a Dino la pistola con cui sono stati sparati i primi colpi. Cercando di non dare nell’occhio, Amore cerca di scoprire la talpa; usando il registro chiamate sottratto a Criscito, Franco individua il cellulare di un ufficiale dei Carabinieri, alla guida di un’Alfa bianca. L’uomo, vistosi scoperto, intima a Franco di non coinvolgerlo, o anche lui ne pagherà le conseguenze.
Viviana, intanto, sempre più convinta che la cosa più giusta da fare sia recuperare i diamanti e scappare all’estero col marito, raggiunge Franco al tunnel. In macchina con lei c’è Ernesto, il figlio di Dino, che non sa della morte del padre. Viviana cerca di farsi largo tra le forze dell’ordine, e scorto finalmente Franco, lo convince a farle recuperare i diamanti. Amore, intanto, è posto sotto interrogatorio dal magistrato e dal procuratore, ma riesce a sviare le loro pressioni. Recatasi lungo il viadotto, Viviana tasta a fatica nell’acqua alla ricerca del prezioso sacchetto, ma all’improvviso gli uomini di Zhang le sono alle calcagna; rivogliono i diamanti. Viviana riesce a scappare, ma perde i preziosi. A quel punto, Franco le ordina di partire con Ernesto per la Puglia, dove vivono i parenti di Dino, e mettersi al sicuro.
Senza più nulla da perdere, Franco si dirige a sistemare gli ultimi conti in sospeso; le parole pronunciate da Criscito prima di morire gli hanno fatto capire la verità; dietro a tutto c’è Cosimo, il cognato di Viviana. Franco lo raggiunge con una scusa e, dopo averlo fatto salire, lo pesta a sangue, dopo che questi ha confessato il suo coinvolgimento. Furioso, Franco porta Cosimo al palazzo degli Zhang, e lo costringe a confessare tutto al patriarca, con dovizia di dettagli: saputo dell’affare dei diamanti, il marito della figlia di Zhang, per impadronirsi dell’impero criminale del suocero, ha organizzato il furto con la collaborazione di Cosimo e di una manciata di carabinieri corrotti al soldo di Tito, ‘ndranghetista cugino di Cosimo. Franco allora dice a Zhang che intende tenersi i diamanti, per sentirsi almeno una volta un vero Robin Hood, e se ne va, lasciando l’ex amico al suo destino. L’alba è ormai alle porte, e Franco invia a tutte le pattuglie un ultimo accorato messaggio di saluto, prima di terminare definitivamente il servizio. Mentre i colleghi di tutta la città lo onorano a sirene spiegate, un uomo si avvicina minaccioso alla portiera dell’auto di Franco.
Andrea Di Stefano, in un’intervista al magazine Cineuropa, ha così spiegato la genesi del personaggio di Franco Amore: “Il film si ispira liberamente a un fatto di cronaca, poi, quando ho cominciato a mettere insieme i pezzi della sceneggiatura, ho incontrato agenti delle forze dell’ordine. Il tratto comune a molti di loro era che tutti in qualche modo erano rimasti amareggiati a fine carriera, perché ritenevano di aver dato tanto allo Stato e di non aver ricevuto abbastanza in cambio. Anche la storia del poliziotto innamorato e sposato con una donna vicina alla ‘ndrangheta è una storia vera che ho incrociato durante le mie ricerche. Franco Amore è un poliziotto onestissimo, ma è rimasto escluso da indagini importanti perché temevano che ne potesse parlare con la moglie, e che lei riferisse ai suoi parenti. E lui è ferito per questo; tutti gli agenti di polizia fanno un doppio lavoro, anche molto umile, l’imbianchino per esempio. Quando per arrotondare guadagni 10 euro all’ora, se un criminale te ne offre 500 per mezz’ora di lavoro, è difficile dire di no.” Al link che segue, parliamo delle location di L’ultima notte di Amore.