Sembrerebbe un’impresa impossibile, ma il panorama del cinema horror italiano può ancora regalarci sorprese di distinta fattura e, in vista della notte di Halloween, siamo qui per presentarvi una lista esclusiva di titoli davvero meritevoli. Tra zombie movie e ghost stories, passando per drammi psicologici contorti e impennate di violenza inaspettate, ecco i 10 migliori horror italiani recenti, che potreste tenere in considerazione per una maratona di orrore puro e tutto Made in Italy!
1. A Classic Horror Story (2021)
La trama di A classic horror story, diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli, vede cinque sconosciuti condividere un camper per recarsi nella stessa meta in campagna. Sfortunatamente, il loro camper si schianta nel cuore della notte, dando vita a una serie di scenari sempre più bizzarri e raccapriccianti. Tra sette, strane simbolgie, tradimenti e molti riferimenti ai film horror più amati di sempre, i due registi danno il via a una storia insolita e intrisa di sangue, che è stata apprezzata anche all’estero: a luglio 2021, infatti, il New York Times ha inserito A Classic Horror Story tra i 5 migliori film horror da guardare in streaming. Di A Classic Horror Story abbiamo parlato anche nel nostro approfondimento dedicato agli horror più spaventosi da vedere su Netflix.
2. Oltre il guado (2013)
In Oltre il guado, un biologo (Marco Marchese) si reca in una remota catena montuosa in Italia per studiare la fauna selvatica. Utilizzando telecamere da lui stesso posizionate, raccoglie dati giorno per giorno, rivedendo materiale d’archivio, studiando il comportamento della fauna selvatica e andando a caccia di animali sempre più sfuggenti. Un giorno decide di avventurarsi oltre il fiume e, una volta attraversato, si rende conto che questo aumenta la sua portata e lo lascia bloccato sull’altra sponda. Vagando sempre più a fondo nella foresta, trova un villaggio abbandonato ed entra nelle sue mura. Ciò che trova all’interno è molto più inquietante di quanto potesse immaginare: il buio lo avvolge e qualcosa, nascosto nella notte, inizia a perseguitarlo. Il film di Lorenzo Bianchini risulta particolarmente inquietante grazie all’atmosfera di isolamento che accerchia i personaggi. Mischiando il gotico e l’omaggio ai grandi film italiani di genere, si eleva specialmente grazie a una colonna sonora e alla fotografia convincenti.
3. In a Lonely Place
Thomas (Luigi Busignani) crede che solo la conoscenza della nostra identità possa sconfiggere la morte e donare l’immortalità a chi la possiede. Questo è il grande dono d’amore che ha progettato per Teresa (Lucrezia Frenquellucci), la ragazza che ha sempre amato segretamente. Ha allestito tutto in un grande albergo abbandonato: lui la sta aspettando, sorridente, illuminato dalla luce del tramonto; ma per Teresa, la conoscenza e la scoperta della sua identità genereranno solo spavento e angoscia. Nel film In a Lonely Place di Davide Montecchi, il formato cinemascope aumenta il senso di disagio che si crea fra due personaggi che si scambiano costantemente di ruolo. Tra preda e predatore si sviluppano scontri violenti con un linguaggio che solo la location abbandonata può percepire chiaramente.
4. Morituris (2011)
Il controverso Morituris, diretto da Raffaele Picchio, non è mai stato distribuito al cinema ed è uscito direttamente in versione DVD nel 2014: si è trattato del primo caso di censura cinematografica in Italia dopo ben 14 anni – l’ultimo film ostacolato dalla censura fu Totò che visse due volte del 1998. Morituris è stato ritenuto “un saggio di perversività e di sadismo gratuiti” dalla Commissione di revisione cinematografica, bannato per la violenza e la perversione dilaganti nel girato. Nel film, mentre guidano, tre giovani incontrano due affascinanti donne e le convincono ad andare con loro a un rave party in una località remota. Una volta lì, le donne si rendono conto che non c’è nessun rave e che gli uomini le hanno irretite per picchiarle e violentarle. Tentano quindi di fuggire, solo per scatenare accidentalmente un branco di gladiatori zombie che attacca l’intero gruppo.
5. Rabbia Furiosa: El Canaro (2018)
Ispirato a uno dei più efferati e violenti crimini commessi a Roma negli anni ’80, Rabbia Furiosa: El Canaro è la storia di Fabio, un piccolo delinquente di quartiere, conosciuto come “Er Canaro” che subisce anni di abusi e maltrattamenti da parte di Claudio, un boss locale della malavita. Portato alla disperazione e sull’orlo della follia, compirà un terribile e sanguinoso atto di vendetta. Il film di Sergio Stivaletti, con Riccardo De Filippis e Virginio Olivari protagonisti, si configura come una versione diabolica in netto contrasto con l’impianto rigoroso di Dogman di Matteo Garrone, uscito lo stesso anno. Il regista qui sporca l’obiettivo, preme sull’acceleratore e trasforma la parabola del Canaro Pietro De Negri in una spirale horrorifica senza fondo.
6. The Nest – Il Nido (2018)
Samuel è un ragazzo paraplegico che vive con la madre a Lake Manor, in una villa isolata dalla quale gli è espressamente vietato di isolarsi. Quando arriva Denise, una giovane cameriera, Samuel trova finalmente la forza di opporsi alle costrizioni della madre e di aprirsi a un nuovo mondo. Con echi shyamalaniani, The Nest di Roberto De Feo, qui all’esordio nella regia di un lungometraggio, si intromette in una casa che sembra contenere un male nascosto da tempo, ma generato da una insostenibile tensione familiare che ci costringe ad osservare un disfacimento programmatico e che culmina nel suo aspetto più positivo, ovvero un finale deliziosamente congegnato.
7. The End – L’Inferno Fuori (2017)
Claudio Verona (Alessandro Roja) è un giovane e cinico uomo d’affari che, un giorno, rimane chiuso nell’ascensore del suo ufficio romano prima di un importante incontro con un cliente. Presto, questo fastidioso ostacolo si trasformerà in un incubo; infatti, fuori da quella gabbia metallica, un virus mortale ha iniziato a infettare e trasformare le persone in zombie estremamente violenti e pericolosi. Claudio deve uscire da questo spazio claustrofobico, ma sembra che l’ascensore sia il posto più sicuro della città. The End – L’inferno fuori di Daniele Misischia si traduce in spunto vincente per ambientare in una singola location una battaglia intestina di un uomo solo contro il mondo, contro l’inferno che si è creato per la sua mancanza di empatia. Gli zombie diventano qui un elemento accessorio per rimuovere le corazze di un ispirato Alessandro Roja.
8. Il demone di Laplace (2017)
Presentato in anteprima al Fantasia International Film Festival di Montreal nel 2017 e diretto da Giordano Giulivi, Il demone di Laplace si ispira all’omonimo concetto di determinismo causale formulato da Pierre-Simon Laplace, con particolare focus sul tema del libero arbitrio nella trama. Nel film, un misterioso professore invita un gruppo di scienziati nella sua casa su uno scoglio in mezzo all’oceano e li costringe a partecipare a strani esperimenti per sopravvivere alla notte. Il demone di Laplace di Giordano Giulivi si immerge nel thriller, horror e nell’elegante noir italiano. Dal ritmo teso e una fotografia in bianco e nero degna di nota, che ricalca un tono inquietante alla William Castle, il film è una sorta di slasher raffinato, con poche ma incisive uccisioni e un uso mai gratuito del gore.
9. Caleb (2020)
Nel film di Roberto D’Antona, Rebecca è alla ricerca di sua sorella, una giovane giornalista scomparsa mentre indagava su una serie di sfortunati eventi, e che incontra un uomo affascinante dallo sguardo tenebroso in una zona remota del mondo. Annamaria Lorusso/Rebecca e lo stesso D’Antona nei panni dello spietato Caleb riescono ad abbracciare un’idea di horror surreale, interamente basato sull’architettura del paesino di Timere e su una fotografia che si sbilancia sul bianco e sul rosso acceso. Un connubio che destabilizza, ma fonda le basi per un mito rivisitato e aggiornato coi tempi.
10. Piccolo Corpo (2021)
Vogliamo chiudere questa lista consigliandovi una piccola perla presentata al Festival di Cannes 2022: Piccolo Corpo di Laura Samani, che si è aggiudicata il David di Donatello alla miglior regia. In questo film l’horror è ravvisabile soprattutto nelle atmosfere e in alcune scelte narrative sospese tra la magia e l’inquietudine. In questo dramma dal fascino mitico una giovane madre, in lutto dopo che il suo bambino è nato morto, che si aggrappa alla speranza di poterlo salvare dall’eternità del limbo, Agata (Celeste Cescutti) vive in un’isola del nord-est italiano nel 1900, una comunità in cui cattolicesimo, folklore e misticismo si intrecciano. La nostra protagonista inizierà un viaggio per raggiungere una chiesa sulle montagne dove ha sentito che è possibile riportare in vita i bambini anche solo per regalargli un ultimo respiro, quello necessario a battezzarli e a salvare la loro anima.