Monuments Men, il film del 2014, è tratto dalla storia vera di un reparto speciale dell’esercito americano che durante la Seconda Guerra Mondiale lavorò per recuperare alcune opere d’arte trafugate dai nazisti. Le vicende degli “uomini dei monumenti” furono raccolte dallo scrittore Robert Edsel in tre libri: Rescuing Da Vinci (2006), Monuments Men (2009), che ha ispirato George Clooney e Monuments Men: Missione Italia (2013).
A fine anni ’90 durante una vacanza a Firenze, Robert Edsel scoprì l’esistenza di questo gruppo di militari e piano piano lavorò per ricostruire le vicende di questi eroi sui generis, appartenenti alla Monuments, Fine Arts, and Archives, una sezione che aveva come unico obiettivo quello di proteggere i capolavori artistici dalla furia del conflitto.
Di questa task force facevano parte esperti d’arte, professori e storici che per dieci anni, dal 1943 al 1951, lavorarono per catalogare e restituire ai legittimi proprietari, milioni di quadri, libri, statue e altri reperti. Si stima che i nazisti misero le mani su 150.000 opere d’arte in Europa occidentale e 500.000 in Europa orientale e centrale. Numeri rilevanti, anche per la qualità delle opere in questione, come la Madonna di Bruges di Michelangelo o la pala d’altare di Gand dei fratelli Van Eyck. Senza dimenticare opere di Donatello, Leonardo, Rembrandt, Tiziano e Vermeer.

In pochi conoscevano le loro gesta, che furono portate alla luce dalla storica dell’arte Lynn H. Nicholas e successivamente approfondite da Edsel. La donna scoprì, infatti, il lavoro di una donna francese che da sola riuscì a salvare circa sessantamila opere d’arte dai nazisti. Mettendosi così sulle sue tracce approdò ai Monuments Men. Di loro restano numerose testimonianze e documenti custoditi all’interno del museo Smithsonian di Washington.
Nel film George Clooney interpreta lo storico Frank Stokes che nella realtà è il tecnico George Stout, uno dei pionieri nella conservazione di opere d’arte. Dopo essersi arruolato in Marina nel 1943, Stout decise di lavorare per la tutela delle opere d’arte europee, facendosi garante della nascita della sezione Monumenti, Belle arti e Archivi. Assieme altri 15 professionisti sbarcò in Normandia nel 1944 per mettere in atto il suo progetto, che crebbe giorno dopo giorno. I Monuments Men non parteciparono mai ad azioni di guerra, tuttavia seguivano con attenzione tutte le mosse degli altri militari. Nessuno, però, ricordò le gesta eroica di quel gruppo di militari al termine del conflitto. Fino a quando la Nicholas prima e Edsel poi non divulgarono la loro storia.
Edsel in particolare è stato fondatore e presidente della Monuments Men Foundation for the Preservation of Art. E ha raccolto centinaia di testimonianze e documenti relativi a quelle imprese, tra cui alcuni grandi album fotografici rilegati, creati dall’Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg (ERR). L’ERR era una sorta di corrispettivo tedesco dei Monuments Men, che agiva però con il fine opposto. Visto che si appropriavano dei capolavori con lo scopo (anche) di arricchire il museo personale di Adolf Hitler. Al momento sono ancora centinaia di migliaia i beni culturali che devono essere restituiti ai legittimi proprietari. A questo lavora ancora la Monuments Men Foundation for the Preservation of Art.