Nicole Kidman e la regista Halina Reijn hanno presentato a Venezia 2024 il film Babygirl insieme agli altri membri del cast, Antonio Banderas, Sophie Wilde e Harris Dickinson. Nicole Kidman in conferenza stampa anticipa che il film parla di desiderio, dei nostri pensieri più nascosti, ma anche di potere e consenso. La diva australiana definisce Babygirl “una storia liberatoria, la storia di una donna, raccontata da una donna”. In effetti il film racconta la storia di Romy (Kidman) manager di un’importante azienda newyorkese, sposata con un regista e madre di due figli, che vive un rapporto solido col marito, nel quale però manca la pulsione passionale. Intreccia una relazione erotica con un giovane stagista in cui lei assume un ruolo di sottomissione, rispetto a lui.
Kidman ha poi proseguito, parlando del film e del nervosismo che accompagna la presentazione dello stesso:
“Mi piace indagare le donne, indagare cosa significhi essere umani, in tutte le sue sfaccettature. Questo film mi lascia molto esposta, vulnerabile e spaventata. Durante le riprese era una cosa molto intima, ora invece siamo tutti molto nervosi. Sto tremando. Vorrei che le donne avessero più posto nei Festival, come registe e sceneggiatrici, ma siamo sulla strada giusta”
A sua volta Halina Reijn si è detta felice di aver potuto realizzare un film come Babygirl:
“Sono contenta di aver fatto un film sul desiderio femminile e di una donna in crisi esistenziale. Parla dell’amore in tutte le sue stratificazioni , ma parla anche di sessualità e di generazioni, di come il sesso viene affrontato diversamente dalle nuove generazioni. Ho voluto fare questo film anche per parlare del rapporto delle donne con il proprio corpo”
Antonio Banderas in posa per la press di Babygirl. #Venezia81 pic.twitter.com/8Xf9mpu0e8
— Rebelle Vague (@rebellevague) August 30, 2024
Banderas e Harris hanno parlato un po’ dei loro approccio al progetto. Peccato che Banderas inciampi nella banalità del “non si può più dire nulla”
“Per anni ho partecipato a questo tipo di festival con film che erano scorretti e che non si potrebbero più fare oggi, sarebbero criticati. E adesso invece siamo arrivati a una forma di autocensura. Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che ci fosse ancora quella forza e quel coraggio. Di mettere sullo schermo cose che noi tutti pensiamo. Noi siamo prigionieri dei nostri istinti, siamo animali, la natura non è democratica, nessuno di noi ha chiesto di nascere. Sono felice di far parte di questo progetto, coraggioso, non etichettabile”
Harris Dickinson aggiunge che il suo personaggio, Samuel, “rappresenta la confusione che c’è nel giovane maschio di adesso, che si chiede come comportarsi nel sesso”
Nicole Kidman photographed by us in Venice. pic.twitter.com/AWFYrpbi6y
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Sul set invece, nessuna confusione, tutti si sono sentiti al sicuro e tutelati, nonostante le scene delicate. Kidman ha parlato di un’esperienza positiva e di rispetto reciproco. Lei e Harris Dickinson hanno approfondito la reciproca conoscenza per sentirsi più a loro agio davanti alla macchina da presa.
“Nelle mani di Halina non mi sono mai sentita sfruttata, sono sempre stata parte del processo, impegnata nell’obiettivo comune. Siamo sempre stati tutti gentili l’uno con l’altro. Mi sono sempre sentita protetta in questa autenticità che è molto realistica. Il set è un luogo sacro, una bolla in cui lavoriamo e dove non ci devono essere violazioni”
Le ha fatto eco Banderas, il quale ha detto:
“La chiave è sentirsi sicuri, quando si fa un film come questo, è importante che ci sia intesa con le persone con cui si lavora, bisogna darsi il permesso reciproco per fare certe cose. Alcune scene sono estremamente delicate, quindi bisogna lavorare in un ambiente sicuro, Halina ha fatto un lavoro eccellente in questo senso”
Nicole Kidman is in Venice for the premiere of her film “Babygirl” tonight #Venezia81 pic.twitter.com/5FZMu7kTYZ
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Al tempo stesso l’attrice australiana spiega che attraverso le sue interpretazioni, non veicola necessariamente la questione femminista.
“Io mi avvicino a tutto in modo molto artistico, quindi non penso necessariamente sempre alle questioni femministe. Mi abbandono del tutto al regista quando interpreto un personaggio, non penso al corpo ma a come raccontare la storia. Il mio apporto al ruolo sono io stessa, con grande apertura.”
Infine Sophie Wilde e Nicole Kidman hanno espresso stima reciproca
“Sono cresciuta con i film di Nicole ed è stato un onore lavorare con una maestra del genere.”
“Io e Sophie siamo diventate amiche subito e poi ho notato quanto sia brava. Fa piacere vedere questi giovani asutraliani che escono e conquistano il mondo.”
Il film, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Babygirl da Venezia, è in uscita negli USA a Natale.