Il film Cocainorso è ispirato a una storia vera quanto assurda, ovvero quella riportata dall’Associated Press il 22 dicembre 1985, secondo la quale i resti di un orso nero vennero ritrovati durante le ricerche della cocaina sottratta da un ex ufficiale che contrabbandava droga negli Stati Uniti. L’animale, al momento del ritrovamento (avvenuto nella Chattahoochee National Forest vicino a Blue Ridge, in Georgia) risultava morto da circa un mese, e accanto alla sua carcassa fu trovata una sacca aperta con 40 chilogrammi di cocaina dispersi nell’area.
A seguito dell’autopsia eseguita sull’orso, sono state riscontrate tutti le condizioni riconducibili a una overdose da cocaina, dall’emorragia cerebrale all’ictus. A quanto riportato da medico legale, lo stomaco dell’animale era “pieno fino all’orlo” della sostanza.
L’orso è stato imbalsamato e, per oltre 25 anni, è passato fra le mani di diversi proprietari, guadagnandosi il soprannome di Pablo Escobear (storpiatura del nome di uno dei maggiori contrabbandieri di cocaina della storia).
Ad oggi sembra aver trovato casa in Kentucky, dove è esposto al Kentucky Fun Mall.
Diversamente dalla vicenda da cui prende spunto, il film di Elizabeth Banks – di cui abbiamo parlato nella recensione di Cocainorso – racconta la storia di un orso che, dopo aver ingerito una massiccia quantità di cocaina, terrorizza chiunque incontri sul suo percorso come una bestia assetata di sangue.